[Golem] R: La vecchia Guardia

GiuseppeL glomant@tin.it
Dom 16 Maggio 2010 22:32:09 CEST


Sono molto commosso della visita e del messaggio del nostro caro amico 
che da tanto tempo non riuscivo più vedere ed oggi mi ha fatto molto 
piacere reincontrarlo.

Posso capire benissimo che prima di tutto NON DEVE essere il Golem come 
priorità ma la famiglia, che nel tempo 

aumenta così come le varie problematiche della vita.

Inoltre un affettuoso abbraccio và a quei soci che se non presenti 
fisicamente alle varie manifestazioni oppure al consueto appuntamento 
del martedì, sono sempre attivi a divulgare i benefici della nostra 
associazione e in alcuni casi preparare delle macchine per conto del 
Golem.



C.po Officina



>l sommo, dopo avermi redarguito duramente per la mia ormai 
proverbiale 

>assenza, mi ha mostrato tutto il suo cordoglio nel momento in cui gli 
ho 

>chiesto di incontrare gli esponenti della Vecchia Guardia del Golem, 
quelli 

>cioè che con noi cominciarono la meravigliosa avventura della 
fondazione e 

>prima gestione dell'associazione. Nomi e uomini ormai entrati a far 
parte di 

>diritto nella leggenda dell'informatica e del trashware, eroi 
protagonisti di 

>un sogno ormai realizzato compiutamente,

>Alla mia domanda il capo officina non ha risposto subito; si è prima 
voltato a 

>guardare l'orizzonte lontano, forse alla ricerca di remoti ricordi, 
poi, con 

>voce ferita dalla commozione, mi ha riferito di altre prolungate 
assenze 

>eccellenti; compagni caduti  dopo essersi strenuamente difesi per 
evitare che 

>impegni quotidiani, figli, mogli, genitori, mutui, tasse, balzelli, 
quisquilie 

>e pinzellacchere potessero impedir loro di frequentare l'officina con 
la giusta 

>continuità e il necessario amor patrio.

>Ma ahimè, è stata, la loro, una vana resistenza, e oggi - secondo il 
racconto 

>addolorato del nostro responsabile - niuno di quei martiri riesce più 
a 

>varcare con polveroso passo la soglia della sede gloriosa.

>Che ne è stato di quell'impavido gruppo di eroi ? Quale periglio, 
quale 

>disavventura ha schiacciato senza pietà il capo di uomini così 
orgogliosi e 

>forti ?

>Oggi io vi dico, compagni, amici, che il dolore che patisce il capo 
officina è 

>ingiusto e sacrilego, che i fondatori hanno il glorioso dovere di 
tornare, 

>accolti dalle ovazioni degli astanti, osannati dalla voce del popolo; 
il 

>manipolo di intrepidi deve mostrare di nuovo il proprio volto, 
soprattutto a 

>chi maggiormente ha bisogno di speranza: i giovani. Ci sono giovani 
che 

>neanche ci conoscono, giovani che pensano addirittura che siamo il 
frutto di 

>antiche storie popolari e che in realtà non siamo mai esistiti.

>Compagni ! Orsù, dunque !

>Tornate  ! Mostrate al nostro amato capo officina che nulla è perduto 
! Già odo 

>in lontananza il galoppo, lontano, vicino, poi di nuovo lontano, poi 
di nuovo 

>vicino, dei vostri destrieri; già vedo occhi increduli di ragazzini 
che 

>affacciati sulla strada mormorano "non è possibile, sono loro, ma 
allora 

>esistono davvero"

>Poi, improvviso, un beep e il canto melodioso di una ventola che 
riprende a 

>girare, e il sorriso, stanco ma felice, di un capo officina che 
abbraccia di 

>nuovo, tra le lacrime, figliol prodighi tornati da un lungo e 
interminabile 

>viaggio...

>Ammetto che quando mi ci metto so essere epico.

>

>Thomas




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