[Gulli] Re: registrazioni e copyright (lungo, ma se l'è cercata)
valeriodistefano@valeriodistefano.com
valeriodistefano@valeriodistefano.com
Gio 12 Gen 2006 16:20:53 CET
Alessandro Guarguaglini ha scritto:
> Salve amati gullini,
Buondì a Lei, inclito Vtente, in che cosa posso rendermi fattivo?
> voglio porvi un quesito che poco ha a che fare con linux (e che quindi
> potrebbe essere tranquillamente considerato OT) ma che mi attanaglia da
> qualche giorno :
Seeeeeeeeeh, dà la 'orpa ar quesito che un lo fa dormì la notte, lui. Prima
diluvia una betoniera di zerri sotto 'r pesto, la notte si rigira da'
'fortori e la mattina si sveglia coi dubbi sul copyright!!!
Comunque sia, io penso che il tuo intervento non sia assolutamente OT. Nel
senso che > proprio Linux è stato il primo a porre una prospettiva nuova
della tutela del diritto > d'autore. Conseguentemente di di copyright non
se ne parlerà mai abbastanza.
Premessa: il diritto d'autore non è assolutamente una cosa immorale e/o
ingiusta.
Funziona così (in $oldoni): io creo qualcosa (scrivo una poesia, un
romanzo, faccio un film, una fotografia, scrivo una canzone, programmo un
software) e quel qualcosa è *mio* e di nessun altro (concetto
lapalissiamo), posso farci quello che voglio. Ma soprattutto posso
stabilire che cosa gli *altri* possono fare con la mia opera (in termini di
riproduzione, pubblicazione, sfruttamento economico).
Non c'è nulla di strano. Linus Torvalds ha creato un OS permettendo a tutti
di modificarlo, duplicarlo e farlo circolare, a patto che vengano
rispettate determinate condizioni.
Poi ha scritto un libro-intervista sulla sua vita e sulla sua esperienza e
lo vende nelle librerie.
O magari ha fatto altro software e lo ha venduto a caro prezzo.
Poi la legge dello stato individua dei comportamenti che vengono ritenuti
reato (e qui si possono aprire mille discussioni sul fatto che una
disposizione di legge sia giusta o meno).
> durante le passate feste natalizie, approfittando della scheda DVB-T e
della
> generosa programmazione di mamma rai
Un parliamo di mamme perché potrei andà' avanti per altri 50 Kb! :-)
> ho registrato svariati cartoni animati
> per mia figlia, e fin qui credo di essere nel lecito, altrimenti
> videoregistratori & C. a che servono?
Il discorso, messo così è decisamente fuorviante (se t'avessi davanti ti
direi che è un discorso a culo, ma siccome siamo in pubblico, faccio ir
bimbino ammodino :-)).
Il fatto che esistano i videoregistratori non significa che tu possa farci
quello che vuoi.
Se usi un videoregistratore per registrare la trasmissione che hai perso, o
il film che ti interessa tenere (per te, bada bene) sei nel lecito. Se lo
usi per duplicare il filmino di Natale che hai girato tu in casa tua con la
poesia di Pascoli recitata da tua figlia (perché mi pare di aver capito che
hai una figlia, vero?), o mentre monti il puntale cinese all'albero e ne
fai 50 copie da regalare a parenti e amici (o anche da vendere, se te le
comprano) sei ugualmente nel tuo pieno diritto. Se lo usi per duplicare e
distribuire cose di cui non detieni i diritti (ad esempio lo "sdoppiamento"
di un film in cassetta noleggiato) non lo puoi fare.
I masterizzatori esistono. Ma se masterizzi l'ultima Debian è un conto, se
masterizzi Windows di frodo è un reato. Ma perché lo prevede la legge, non
perché Bill Gates è brutto e cattivo (oddio, un po' senso fa...)
> Un collega mi ha chiesto se posso
> fargliene avere delle copie, per suo figlio. Naturalmente ho detto di si',
Deh, stavo in pensiero...
> infrango forse qualche regola?
Sì.La regola è l'art. 71-sexies della legge sul diritto d'autore (n. 633/41
e successive modifiche -ovviamente nel 41 i masterizzatori un c'erano...).
La copia privata è tale proprio perché è fatta *privatamente*, cioè dalla
persona interessata.
In altre parole, i cartoni animati te li puoi duplicare *per te*, e,
soprattutto, devi essere *tu* ad effettuare l'operazione di copia.
Se il tuo collega li vuole, compra i supporti vergini e se li duplica per
conto suo, su supporti comprati da lui ed è a posto.
Comunque i due commi dell'articolo di legge sono:
1. E' consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su
qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente
personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o
indirettamente commerciali, nel rispetto delle misure tecnologiche di cui
all'articolo 102-quater.
2. La riproduzione di cui al comma 1 non può essere effettuata da terzi. La
prestazione di servizi finalizzata a consentire la riproduzione di
fonogrammi e videogrammi da parte di persona fisica per uso personale
costituisce attività di riproduzione soggetta alle disposizioni di cui agli
articoli 13, 72, 78-bis, 79 e 80.
> perche' in fondo i filmati sono passati in televisione,
Non torna (come GAS!). Il fatto che un film passi in TV o che un brano
musicale sia trasmesso in radio significa che è stato "pubblicato", non che
sia di pubblico dominio.
> e la rai avra'
> sicuramente pagato i diritti d'autore,
Certo. Lei sì. Ma te e il tuo collega non siete la RAI.
> ed oltretutto sui supporti vergini
> (DVD in questo caso) la SIAE trattiene una percentuale.
La percentuale che la SIAE (lobby immensa e dai tentacoli lunghissimi e
urticanti) trattiene sulla vendita del supporto vergine riguarda la copia
personale.
Non ti libera da cessioni a terzi.
Le pene applicate sono riassunte nell'art. 171ter, nella fattispecie:
"È punito, se il fatto è commesso per uso non personale, con la reclusione
da sei mesi a tre anni e con la multa da cinque a trenta milioni di lire
chiunque per trarne profitto:
(...)
d) detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio, vende,
noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo
della radio o della televisione con qualsiasi procedimento, videocassette,
musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di
opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in
movimento, od altro supporto per il quale è prescritta, ai sensi della
presente legge, l'apposizione di contrassegno da parte della Società
italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), privi del contrassegno
medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato;"
PS: Che dici, ora seondo te mi facevo scappà l'occasione??
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Valerio Di Stefano
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