[jobmarket] Della precarietà

Paolo Marchiori paolo@marchiori.net
Gio 5 Maggio 2005 20:40:25 CEST


Andrea Raimondi, Thu, May 05, 2005 at 05:28:14PM +0200:
> E te pareva che non usciva fuori il laureato che "vogliamo l'ordine 
> professionale"... bah!

Preciso subito che io non sono laureato e non voglio nessun ordine professionale.

Detto ciò, tronco subito qui la discussione alla luce di un punto illuminante:

> Credo che il tempo speso *facendo* abbia un valore diverso(e 
> relativamente più alto) di
> quello speso studiando. Naturalmente, poi alcuni limiti si possono 
> vedere se uno non usa il
> buon senso, altrimenti non si vedrà mai(o almeno, sarà proprio rarissimo).

Ritengo l'informatica una scienza esatta con delle fondamentali basi
teoriche, e non qualcosa da fare "a naso" ed "utilizzando il buonsenso".

Evidentemente stiamo parlando di due professioni diverse.

> Tuttavia, scusami, tu chi pagheresti di più, un programatore con sei 
> anni di esperienza,
> oppure un neo-laureato? Ma soprattutto, a parità di inserimento, chi ci 
> metteresti come team leader?

Un programmatore non è un team leader. Le doti del team leader sono ben
altre, e a parità di intelligenza e savoir-faire (percepiti), se insomma le
due persone fossero equivalenti (cosa di cui dubito) metterei un neolaureato[1],
dal momento che almeno ha saputo fare un lavoro di ricerca con relativa relazione.

[1] in discipline attinenti all'informatica, s'intende.
p.
-- 
pbm - "it's easy to be a genius when you're 25, but try
    -  doing it at 50..."				(Elliott Murphy)


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