[ld-idee] Gianni: note su Linux day
Alessandro Rubini
rubini@linux.it
Dom 12 Feb 2012 18:16:00 CET
> [...] qualsiasi cambiamento, anche dal punto di vista tecnologico,
> comporti uno sconvolgimento organizzativo di non poco valore ed
> implica per l'impresa o l'ente stesso un costo iniziale in termini
> di formazione ai dipendenti e di calo della produttivita` oraria che
> in parte compensa il costo delle licenze causato dal mancato
> rinnovamento.
E` vero. Infatti bisogna parlare di costo totale sul lungo periodo
(TCO). Ovviamente la formazione e il costo del cambiamento vanno
tenuti in considerazione.
Ma bisogna anche tenere conto che ogni versione di ofis o di uindous
e` diversa dalla precedente. Chi sta col monopolista deve cambiare in
continuazione e mi dicono che ormai il nostro ofis e le nostre distro
siano piu` simili a quelle la` di quanto lo siano loro stesse tra le
varie versioni. Quindi ricordiamoci che ogni cambiamento e` un costo,
ma ricordiamo anche ai notri utenti che restare con zio ball non
elimina i problema del cambiamento.
> Porre la questione solamente dal punto di vista economico non
> necessariamente porta a dei benefici nel breve a meno che non sia
> accompagnata da una maggiore qualit a` dei prodotti presentati o da
> un impegno da parte del promotore di fare formazione.
No, non si puo` parla di risparmio e basta. Il risparmio e`
secondario, e non credo che chi suggerisce _per il bene dell'azienda_
di usare sistemi migliori debba poi accollarsi la formazioni, magari
pure gratis. Il punto vincente e` affrancare l'azienda dai vincoli
impostigli dal distributore di software. Se questi vincoli non
vengono sentiti, se e` normale che ogni due mesi la macchina vada
reinstallata perche` e` invasa dai virus, se l'azienda e` felice di
pagare il pizzo ogni due anni per ricomprare gli stessi bit che aveva
gia` comprato, se sono tutti contenti di non poter aprire piu` i
vecchi documenti perche` i bit nuovi sono gli stessi ma incompatibili,
allora il promotore del software libero perde il suo tempo.
> Se presentiamo il prodotto all'azienda e poi li abbandoniamo a loro
> stessi difficilmente ci prenderanno in considerazione.
Non si puo` accompagnare un'azienda in una migrazione su base
volontaristica. E` molto probabile fallire, e in tal caso abbiamo
perso l'azienda per almeno altri 10 anni. L'unica attivita` che si
puo` fare su base volontaristica e` la promozione culturale. Se poi
qualcuno in azienda decide di liberarsi le macchine, avra` la
motivazione sufficiente a cercare assitenza professionale per la
migrazione.
> Per quanto riguarda invece gli enti amministrativi penso che prima di
> tutto dobbiamo convincere l'organico tecnico dell'ente stesso.
Condivido.
> Dalla mia esperienza sto notando che spesso la discussione sulla
> diffusione degli strumenti open si blocca sul nascere proprio da
> coloro che, per lavoro, dovrebbero diffonderlo.
Comprensibile. Se non funziona il pacchetto del monopolista la colpa
e` del monopolista e quindi di nessuno. Se non funziona quello che
ha suggerito il tecnico, la colpa e` del tecnico (ok, l'ho gia` detto
qui pochi giorni fa, ma sono vecchio e ripetitivo).
> In parte ci sono riuscito [...]
Interessante, grazie per averlo condiviso.
> Ci sarebbero altre considerazioni sulla base della mia esperienza
> quotidiana sul campo ma non e` il caso di dilungarmi oltre.
A me interessa sentirle.
grazie
/alessandro
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