LinuxLudus: prova

Mario mariotorneri@lillinet.org
Ven 26 Ott 2007 17:26:40 CEST


Davide Marchi ha scritto:
> RI-Benvenuto!!
Ciao Davide e tutti voi altri bellissimi.
Ho messo sul sito della rete Lilliput la lectio doctoralis di Richard 
Stallman
tenuta all’Università di Pavia, il 24 Settembre 2007

http://www.retelilliput.org/verona/index.php?mod=read&id=1193330409

dalla quale cito:

    "Tutte le forme di libertà a cui teniamo vengono trasformate quando
    le attività ad esse correlate vengono svolte tramite un calcolatore.
    Dobbiamo perciò ri-fondare queste libertà in modo da poterne godere
    mentre usiamo la tecnologia digitale. Una parte fondamentale di
    questa ri-fondazione è pretendere che il software che usiamo sia
    sotto il nostro controllo."

Forse potrebbe essere stampata e distribuita al Linux Day?
A chi volesse delle ragioni in più ... se servissero.

Mario

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per comodità incollo qui l'articolo



*Richard Stallman spiega ancora il suo concetto d’informatica etica*
Fonte: http://notizieinformatiche.wordpress.com/
*
Lectio doctoralis, Richard Stallman
*

    Questa è la «lectio doctoralis» che Richard Stallman ha tenuto
    ricevendo la Laurea ad honorem in Ingegneria Informatica
    all’Università di Pavia, il 24 Settembre 2007.



L’innovazone può creare ricchezza e, talvolta, questa ricchezza può 
portare una prosperità economica diffusa, specialmente in assenza di 
un’economia neo-liberista che impedisca tale risultato.

Ma l’innovazione ha effetti molto più importanti della ricchezza o 
addirittura della prosperità economica: la democrazia è stata 
un’innovazione, il fascismo è stata una innovazione. Oggi, in Italia, 
vediamo innovazione nell’incriminare i pescatori che hanno salvato 
alcuni naufraghi da morte certa: l’innovazione può influenzare 
direttamente la nostra libertà, che è più importante di qualunque altra 
cosa. L’innovazione può influenzare la solidarietà sociale, in bene o in 
male.

Perciò, quando consideriamo il progresso tecnico nell’informatica o nel 
software, la domanda più importante da porre è «Come tutto ciò influenza 
la nostra libertà? Come influenza la nostra solidarietà sociale?». Da un 
punto di vista tecnico si tratta di progresso, ma è davvero progresso in 
termini sociali ed etici, o non si tratta invece di regresso?

Nel corso della mia carriera di programmatore, mentre gli elaboratori 
che prima erano usati solo da specialisti ed appassionati diventavano 
uno strumento di uso comune, vi è stato un notevole sviluppo tecnico, ma 
accompagnato da una terribile regressione sociale ed etica. In effetti, 
quasi tutti coloro che usano un computer hanno iniziato ad usarlo 
all’interno di un sistema sociale che può solo essere descritto come una 
dittatura.

Lo sviluppatore del programma controlla ciò che il programma fa. Se lo 
usate, lo sviluppatore controlla ciò che potete fare e ciò che non 
potete fare, e controlla ciò che il programma fa per voi. Perciò, il 
software che credete sia vostro non è nelle vostre mani per servirvi ma 
per controllarvi. Aziende come Microsoft e Apple hanno progettato il 
software con la specifica intenzione di imporvi restrizioni.

Windows Vista è principalmente un miglioramento nel come imporre 
restrizioni all’utente; ecco perché abbiamo aperto la campagna 
badvista.org. Alla fine di questa cerimonia vi offrirò all’esterno 
dell’edificio degli adesivi creati per tale campagna, se volete aiutare 
a spiegare alla gente perché non dovrebbe fare il «downgrade» (passo 
indietro) verso Vista.

Apple ha progettato il proprio software specificamente per imporre 
restrizioni agli utenti, è una tecnica nota come DRM o «Digital 
Restriction Management» (Gestione Digitale delle Restrizioni). 
Partecipiamo alle proteste contro Apple come partecipiamo alle proteste 
contro Microsoft: potete consultare defectivebydesign.org per avere 
informazioni su come partecipare.

Google ha progettato il proprio software specificamente per imporre 
restrizioni agli utenti. È la natura del programma «Google Earth»: è 
fatto così proprio per imporre restrizioni a chi lo usa. Ovviamente, non 
si tratta di Software Libero, perché il Software Libero si sviluppa 
sotto il controllo democratico dei suoi utenti. Tramite le quattro 
libertà: la libertà di usare il programma come si desidera, la libertà 
di studiare il codice sorgente e modificarlo perché il programma faccia 
ciò che si desidera, la libertà di distribuire copie letterali del 
programma che si è ricevuto (è la libertà di aiutare il proprio 
prossimo), la libertà di distribuire copie della propria versione 
modificata (è la libertà di contribuire alla propria comunità). Con 
queste quattro libertà sono gli utenti, individualmente e 
collettivamente, che decidono.

è per questo che il Software Libero non può essere progettato per 
imporre restrizioni: un progetto può svilupparsi in senso restrittivo 
solo in presenza di un dittatore, quando qualcuno ha il potere di 
controllare cosa il programma faccia o non faccia. Quando il controllo è 
nelle mani degli utenti, quando gli utenti possono avere il controllo 
sul proprio uso del computer, nessuno ha un potere tale da permettergli 
di imporre funzionalità malevole per limitare gli utenti, per spiarli, 
per aggredirli. Se usate MacOS o Vista, siete completamente succubi 
dello sviluppatore di quel sistema operativo. Tali sviluppatori hanno il 
potere di cambiare a loro discrezione il software che gira sul vostro 
elaboratore ogni qual volta la macchina è collegata alla rete. L’utente 
non ha più nemmeno la possibilità di dire sì o no. Il sistema stesso è 
un’unica, enorme, falla.

Al contrario, con il Software Libero, voi decidete cosa fa il vostro 
computer, quindi esso sarà al vostro servizio invece di soggiogarvi. Il 
problema del Software Libero è perciò non un problema tecnico, ma un 
problema etico, sociale e politico. è un problema di diritti umani per 
gli utenti del software.

Gli sviluppatori di software proprietario dicono «nessun diritto, siamo 
noi che abbiamo il controllo, noi che dobbiamo avere il controllo; noi 
pretendiamo il controllo totale di quello che il vostro computer fa; 
implementeremo alcune funzionalità e ve le lasceremo usare, ma allo 
stesso tempo possiamo spiarvi mentre le usate, e possiamo rimuoverle 
quando vogliamo». Al contrario, gli sviluppatori di Software Libero 
rispettano la vostra libertà, perché questo è il dovere etico di ogni 
sviluppatore di software: rispettare la libertà degli utenti dei propri 
programmi. La creazione di software proprietario e soggiogante può 
talvolta essere remunerativa ma non è mai etica, quindi non dovrebbe mai 
avvenire.

Ma sta a voi far diventare quest’idea realtà. Io, da solo, posso 
enunciare questi propositi, ma da solo non posso realizzarli. Dobbiamo 
lavorare tutti insieme per realizzare libertà e democrazia per gli 
utenti informatici. Questa libertà e questa democrazia sono oggi 
fondamentali per godere di libertà e democrazia in altri aspetti della 
vita. Proprio ora, alcuni dei più grandi fornitori di servizi Internet 
degli Stati Uniti stanno facendo censura politica della posta 
elettronica. La posta proveniente da un’importante organizzazione 
chiamata «truth out» (fuori la verità), di cui forse avete visto il sito 
truthout.org, viene bloccata da Yahoo, Hotmail e WebTV, per cui i loro 
abbonati non possono riceverla. E ciò sta andando avanti da più di una 
settimana, nonostante le proteste da parte di molti utenti di tali 
aziende. Sembra che le aziende pensino di essere ormai a un punto in cui 
possono tranquillamente ignorare ciò che si dice di loro.

Tutte le forme di libertà a cui teniamo vengono trasformate quando le 
attività ad esse correlate vengono svolte tramite un calcolatore. 
Dobbiamo perciò ri-fondare queste libertà in modo da poterne godere 
mentre usiamo la tecnologia digitale. Una parte fondamentale di questa 
ri-fondazione è pretendere che il software che usiamo sia sotto il 
nostro controllo.

Non tutti desiderano essere programmatori, non tutti possono imparare 
personalmente come studiare e come modificare il codice sorgente. Però, 
in un mondo dove il software sia libero chiunque può, se lo ritiene 
necessario, pagare qualcun altro per effettuare le modifiche; può 
convincere un parente programmatore a modificare il software per conto 
suo, se lo ritiene veramente importante. Potrebbe anche fare una 
colletta con altri utenti per assumere un programmatore. E il semplice 
fatto che ci siano milioni di programmatori in grado di studiare e 
modificare i programmi significa che ove vi siano comportamenti malevoli 
quasi sicuramente qualcun altro, con le capacità necessarie, troverebbe 
e correggerebbe il malfunzionamento, e voi trovereste la versione 
corretta senza fare sforzi eccessivi. Perciò avremmo tutti beneficio, 
sia i programmatori che i non programmatori, dalle libertà che ci 
vengono garantite dal software. La libertà di cooperare e la libertà di 
controllare personalmente la nostra vita. Queste libertà vanno di pari 
passo perché entrambe rappresentano l’opposto della sottomissione al 
potere di uno sviluppatore dittatoriale, che può prendere 
unilateralmente decisioni che nessun altro ha la possibilità di modificare.

Il Software Libero ha una relazione speciale con le Università, anzi con 
le scuole di ogni ordine e grado; questo perché il Software Libero 
favorisce l’istruzione, mentre il software proprietario la vieta. Non 
c’è compatibilità tra l’istruzione e il software proprietario: non da un 
punto di vista etico.

Il codice sorgente e i metodi realizzativi del Software Libero sono 
parte del sapere umano; la missione di ogni scuola è la diffusione del 
sapere. Il software proprietario non è parte del sapere umano, è un 
sapere segreto e confinato, che le scuole non sono autorizzate a 
diffondere. Le scuole che si accorgono di ciò escludono dai propri 
edifici il software proprietario; e così dovrebbe fare ogni scuola. Non 
solo per risparmiare denaro (un ovvio vantaggio che stuzzicherà 
immediatamente molti dirigenti scolastici), ma anche per ragioni etiche. 
Per esempio, perché molti sviluppatori di software proprietario offrono 
sconti e copie gratuite del proprio software non libero a scuole e studenti?

Mi è stato detto che Microsoft ha offerto uno sconto ai dipendenti di 
questa università che volessero accettare le nuove luccicanti catene di 
Windows Vista. Perché Microsoft fa tale offerta? Forse perché vuole 
contribuire all’istruzione? Ovviamente no. Piuttosto, Microsoft e altre 
aziende simili vogliono trasformare l’università in uno strumento per 
imporre alla società intera la dipendenza nel software soggiogante. Si 
sono accorti che se introducono il loro software nelle scuole, gli 
studenti imparano ad usarlo e finiscono per dipenderne. Sviluppano una 
dipendenza. E dopo la laurea possiamo stare sicuri che Microsoft e 
queste altre aziende non offriranno loro altre copie scontate. In 
particolare, non le offriranno alle aziende per cui questi 
non-più-studenti lavoreranno. Così gli sviluppatori di software fanno 
pressione sulle istituzioni scolastiche, per poi fare pressione sulla 
società e spingerla in fondo a un baratro. Questa è una cosa che la 
scuola non dovrebbe accettare, è l’opposto dello scopo della scuola: 
costruire una società forte, capace, indipendente e libera. La scuola 
dovrebbe insegnare ai propri studenti ad essere cittadini di una società 
forte, capace, indipendente e libera. Questo vuol dire insegnare l’uso 
del Software Libero, non del software proprietario. Perciò, nessun corso 
di questa università dovrebbe insegnare software proprietario.

Ma per chi è portato a diventare un bravo programmatore, c’è un altro 
motivo per cui le scuole devono insegnare ed usare Software Libero: 
dall’età di circa 13 anni, alcuni ragazzi sono affascinati dal software 
e vogliono sapere tutto su come funziona il loro computer e il loro 
sistema operativo. Chiederanno quindi ai loro insegnanti come funziona, 
e se si tratta di software proprietario l’insegnante dovrà dire «mi 
spiace, è un segreto e non puoi saperlo»; non c’è spazio per 
l’istruzione. Ma se si tratta di Software Libero, l’insegnante potrà 
spiegare i concetti di base e poi dire «questo e il codice sorgente, 
leggilo e capirai tutto». Così questi brillanti programmatori in erba 
potranno leggere l’intero codice sorgente, poiché ne sono affascinati, e 
potranno imparare una cosa molto importante: come programmare bene. Non 
occorre insegnare loro come programmare, perché per loro è ovvio come 
fare, ma programmare bene è un’altra questione: si può imparare solo 
leggendo molto codice e scrivendo molto codice. Solo il Software Libero 
offre tale opportunità.

Ma c’è una ragione particolare [per insegnare il Software Libero nelle 
scuole], ed è l’educazione civica. Come noto, la scuola non deve 
insegnare solo i fatti e le competenze ma prima di tutto la buona 
educazione, l’abitudine di aiutare il proprio prossimo. Perciò ogni 
corso, ad ogni livello di scuola, dovrebbe avere questa regola: «se gli 
studenti portano in classe del software, non devono tenerlo per sé ma 
devono condividerne copie con il resto della classe».

D’altronde, la scuola deve svolgere il proprio ruolo; essa ha il ruolo 
di essere un buon esempio. Quindi ogni scuola dovrebbe portare in classe 
solo Software Libero e porsi con il proprio software a modello della 
pratica di disseminare il sapere, costruendo una società forte, capace, 
indipendente e libera, incoraggiando la buona educazione e l’aiuto alle 
altre persone. Ogni scuola deve migrare al Software Libero, e io chiedo 
a voi, a quelli di voi che sono docenti, impiegati o studenti di questa 
università, di lavorare insieme per attuare la migrazione al Software 
Libero di questa università, la migrazione completa, nell’arco di 
qualche anno. Si può fare nell’arco di qualche anno, a patto di fare un 
passo significativo ogni anno. Altre università lo stanno facendo o lo 
hanno fatto; anche voi lo potete fare. Occorre solo rifiutare l’inerzia 
sociale come ragione per scivolare sempre più in fondo al baratro.

Per chi vuole, alla fine della cerimonia all’esterno della sala avrò 
varie cose della Free Software Foundation che potreste trovare 
interessanti. Potete appoggiare la Free Software Foundation andando su 
fsf.org e diventando membri. Per avere informazioni sul movimento del 
Software Libero e sul sistema operativo GNU, come pure per trovare le 
distribuizioni completamente libere del sistema operativio GNU/Linux, 
visitate www.gnu.org <http://www.gnu.org>.

Grazie.


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    Sbobinato e tradotto da Alessandro Rubini
    Rivisto da Francesco Potortì, Daniele Masini, Luca Padrin e Simone
    D’Archino

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