richiesta editoriale di diritti d'autore per gli appuntidi linux

Marco Pratesi pratesi@telug.it
Sun, 06 May 2001 10:26:24 +0200 (CEST)


Salve a tutti,

avrei voluto intervenire molto prima su questo tema che mi sta molto a cuore,
ma gli impegni di lavoro e le nuove distribuzioni, uscite tutte insieme
(ma si sono messi d'accordo ?!) mi hanno impedito di raccogliere le idee
prima di ora.

Ho visto la mailing list su
http://lists.softwarelibero.org/pipermail/discussioni/
e appena avro` un attimo andro` a spulciare anche quella.

Per ora dico la mia, partendo dal quotare la e-mail che e` piu` vicina
a quello che voglio dire io.

Quoting Marco Ermini <markoer@markoer.org>:

> Secondo me (ben inteso che anche io sono disposto a firmare questo documento)
> non si tratta pero' unicamente di "far rispettare la GPL": al di la' di
> qualsiasi licenza abbia usato Giacomini, qui si tratta di *PLAGIO* bello
> e buono. Copiare il codice, la documentazione, un documento qualsiasi, a
> maggior
> ragione se coperto da una licenza (ma attenzione: anche se non lo e'!!!)
> senza citarne le fonti e' PLAGIO. Qui ci sono gli estremi per una denuncia
> civile,
> quindi mi sa che il tono della lettera che va spedita a Tramontana deve essere
> ben altro che quello di chiedere il rispetto della GPL...

Esatto.
Riguardo a questo argomento ho letto affermazioni molto sensate,
ma purtroppo anche altre che lo sono molto meno.
Anche il dibattito fatto a Roma sul bollino siae (e non solo)
dimostra che la GPL l'hanno capita in pochi e, per chi non vede
altro che il software commerciale, e` un po' difficile da capire,
anche perche' e` difficile spiegare "libero, non gratis",
"libero, ma comunque coperto da licenza", "libero, quindi deve
restare libero, e guai a te se ne limiti la liberta`", ecc.
Ed e` ulteriormente difficile spiegare la differenza
tra GPL e BSD.

Ma, come dice Ermini, la GPL, almeno in prima analisi, non c'entra,
direi che nel discorso interviene dopo.
Infatti, si tratta di *plagio*, a prescindere dalla licenza
che DG (Daniele Giacomini) ha voluto per la sua opera.
E sarebbe plagio anche se DG non avesse indicato nessuna licenza per AL.
Esempio lampante: ci sono professori che preparano delle dispense,
magari le lasciano alle fotocopisterie, magari le rendono
anche disponibili sul web.
Per tutta una serie di motivi che non mi sembra il caso
di affrontare in questa sede, normalmente su tali dispense
non si trovano indicazioni di licenza.
Questo non vuol dire affatto che la casa editrice XYZ possa copiarle
e farne un libro coperto da un suo copyright.
Sarebbe un plagio e l'autore potrebbe procedere legalmente in tal senso.
E a una domanda del tipo "perche' non possiamo farlo ?
nell'opera non c'e` scritto che non si puo`" la risposta sarebbe
del tipo "non c'e` mica scritto <<facci quello che ti pare>>
ne' <<l'autore rinuncia alla paternita` dell'opera>>".
In assenza di indicazioni di licenza, va contattato l'autore
per chiedergli come intenderebbe regolarsi in caso di uso della sua opera.

Quindi, punto primo: si tratta *comunque* di *plagio*.

E ora, punto secondo, dove interviene la GPL: l'opera plagiata
era senza indicazione di licenza (e quindi se ne deve discutere
con l'autore) o conteneva delle indicazioni in merito ?
Eccoci: l'opera era sotto GPL, e in accordo alla GPL
bisogna vedere come procedere, ma questo lo affronterei
un pochino piu` avanti.

Facciamo prima il caso che la GPL sia a questo punto ritenuta
carta straccia... e non e` teoricamente impossibile: se si dovesse
arrivare a dedurre che la GPL e` incompatibile con le leggi vigenti,
temo che potrebbe essere anche ignorata; e` come se io scrivessi
che l'uso del mio programma autorizza la soppressione fisica
di chi e` contro Linux... sarebbe un'affermazione nulla
da un punto di vista legale, essendo l'omicidio vietato in Italia,
e tale affermazione potrebbe invalidare anche tutte le altre cose
scritte nella mia licenza.
Ma qui viene il bello: se la GPL e` carta straccia,
non si rientra nel caso "facci quello che ti pare, puoi anche
plagiare il tutto", si rientra nel caso dei professori
e delle dispense citate prima.
E allora non sta scritto da nessuna parte che un software GPL
sei libero di utilizzarlo, copiarlo, distribuirlo, ecc. ecc.
E allora, chi usa GNU/Linux, fino a quando non riceve un'indicazione
"esplicita, liberatoria e compatibile con le leggi vigenti"
da TUTTI gli autori della roba che si trova, ad esempio,
in un CD di Red Hat, potrebbe essere considerato fuorilegge,
a partire da IBM, che distribuisce i suoi bei server
RedHat-powered...
Io direi che la prima cosa da far capire e` che mettere in discussione
la GPL non conviene, prima di tutto non conviene proprio a chi
ci guadagna - pur non essendo l'autore - e "filosoficamente"
non la capisce e non ha nessuna intenzione di rilasciare
i suoi prodotti sotto GPL.

Poniamo ora invece il caso che la GPL venga considerata
pienamente accettabile, compatibile con le leggi attuali, e valida.
E poniamo che la casa editrice non faccia marcia indietro e si arrivi
proprio in tribunale.
Temo che il casino grosso potrebbe venir fuori nel momento in cui
si volessero quantificare monetariamente danni, risarcimenti,
quote di compensi per DG per i guadagni gia` derivati
dalla vendita del libro, ecc.
Gia` la vedo la scena: come glielo si spiega a un giudice
che "libero" e "gratis" non sono la stessa cosa ?
Ma ammettiamo che dopo un paio d'ore di dibattimento e dopo che lo stesso
giudice si e` fatto una riflessione chiuso da solo in una stanza
a dirsi "ma dove sono capitato !" ;) l'abbia capito;
come quantificare il tutto ?
In fondo, sulla copertina di Appunti Linux non c'e` scritto un prezzo,
ne' c'e` scritto quanto costano i diritti di riproduzione e similia,
non e` registrato alla siae, ecc. ecc.
Questo mi sembra il punto che potrebbe portare alla piu` incerta
delle battaglie e sul quale, personalmente, non saprei ancora
come muovermi.

Marco Pratesi