[LUG] Re: abusi vari di Marco d'Itri.

Roberto A. Foglietta roberto.foglietta@gmail.com
Lun 27 Nov 2006 14:19:12 CET


Il 27/11/06, Federico Di Gregorio<fog@initd.org> ha scritto:
> Il giorno lun, 27/11/2006 alle 11.36 +0100, Emanuele Gentili ha scritto:
> > Io non comprendo una cosa: SEI PAZZO?
>
> Evviva evviva! E` spuntato l'anti-foglietta. Speriamo si annichiliscano
> a vicenda.. (per chi se lo domandasse, si, sto trollando; ma questa
> volta ne vale davvero la pena..)
>

 :-)

 C'era una volta un uomo che portava con se una grande pena: la moglie
l'aveva lasciato per un altro. Un giorno senti' dire in giro che anche
l'altro era stato lasciato dalla sua ex-moglie e si senti' molto piu'
sollevato, quasi felice.
 Decise di andarlo a conoscere pensando che nel conoscerlo sarebbe
stato ancora piu' felice e sarebbe stato finalmente liberato dalla sua
pena ma quando gli fu di fronte si accorse che quell'uomo portava il
taglio di capelli come lui, aveva il suo stesso colore degli occhi e
vi erano anche alcune somiglianza nel fisico e nei tratti del volto.
Allora si senti' improvvisamente pesante e triste come se sua moglie
lo avesse lasciato per la seconda volta.

 Morale? Non esistono anti-foglietta esiste Federico che prova gioia a
pensare che esista un anti-foglietta, un personaggio mitologico in cui
proiettare il desiderio di essere meno pensante, qualcuno che lo
liberi senza fatica, senza dover prendersi in carico di affrontarsi
con se stesso.
 Non sono io ad essere pesante e' il peso che ti porti dentro che ti
rende pesante... e' questo peso che tu vieni qui a esprimere e
nell'esprimerlo ti senti sollevato... hai ragione qualche volta ne
vale proprio la pena lasciarsi andare e non prendersi sempre cosi'
dannatamente sul serio.

 Ti hanno detto che io sono l'uomo nero, ti hanno detto che se fai il
bravo allora i tuoi fratelli non ti lasceranno mai solo in balia
dell'uomo nero, te lo hanno detto per farti stare bravo e tu non ti
sei accorto che con una mano ti rendono pesante il cuore e con l'altra
tirano i fili della tua vita.
 Io sono parte del sistema pur restandone fuori, sono come l'acqua che
muove il mulino senza essere parte del mulino, l'acqua scorre, le pale
girano, le macine rotolano e tu, il grano diventi farina. L'importante
e' che l'acqua stia ben lontana dalla farina perche' la farina umida
marcisce e tu sei stato macinato per fare il pane non per marcire.
 La farina serve al mulino per giustificare la sua esistenza e il pane
serve a me per nutrire quegli uomini che ogni tanto arrivano al mulino
attirati dal movimento e dall'acqua. Ogni cosa ha il suo senso e ha il
suo tempo.

 Ciao,
-- 
/roberto


Maggiori informazioni sulla lista LUG