[lugar] ci vediamo?
Graziano Giuliani
linuxrules@tin.it
Lun 8 Set 2008 10:55:44 CEST
Penso sia necessario vedersi per decidere cosa fare nel/del gruppo
Linux...
Proprio quando le prospettive di diffusione del Software Libero si
stanno aprendo a livello di amministrazione pubblica e sarebbe
necessario fornire un supporto o almeno un appoggio, il LUG di Arezzo si
trova nella fase forse più debole della sua storia.
Il fenomeno non è solo del LUG di Arezzo, ma si è in atto in molti altri
LUG non radicati in un tessuto produttivo o educativo.
Tra di noi molti per questioni legate a famiglia, impegni e lavoro hanno
negli ultimi due anni diradato e anche (il mio caso dall'inizio del
2008) sospeso la partecipazione alle riunioni serali.
Molti sono quelli che per scelta di vita hanno lasciato Arezzo (ultimo
il Bando), e a mio giudizio la mancanza di Arezzo Wave si è fatta
sentire negli ultimi due anni come un macigno.
Al tempo stesso la maggiore diffusione della banda larga mette a
disposizione di tutti gli utenti del Software Libero dei centri di
competenza raggiungibili sul Web a qualunque ora del giorno e della
notte.
Il nostro gruppo era nato qualche anno fa con la maggiore vocazione di
fornire assistenza ed aiuto a quanti volessero passare a Linux, ed i
nostri incontri serali erano spesso installazioni collettive di Linux
sui PC di quanti venivano a chiedere il nostro aiuto. Queste persone poi
per amicizia e nella prospettiva di aiutare gli altri rimanevano per
qualche tempo con noi, ed il lavoro culminava sempre con "la festa" di
Luglio ad AW.
Queste attività sono venute a mancare (sfido chiunque ormai a non
riuscire ad installare Linux su un PC), e a mio giudizio bisogna trovare
un progetto differente da seguire.
Sul territorio di Arezzo molte aziende usano Linux, ma abbiamo sempre
fallito nel costruire nel o attorno al LUG un terreno neutrale per lo
scambio di competenze e tecnologie come quello che caratterizza i LUG di
aree "calde" da un punto di vista informatico (vedi esempi dei LUG
americani). Se anche qualcuno si faceva vedere, mai due aziende si sono
incontrate da noi nello stesso momento o luogo.
Abbiamo fallito anche nell'agganciare la nostra attività a quella delle
scuole e dell'università. Se sulla seconda scontiamo il fatto che i
docenti provengono da Firenze e Siena e si appoggiano ai LUG di
riferimento, sulle scuole il problema è più complesso: se da parte dei
docenti e dei presidi abbiamo sempre avuto appoggi ed inviti, quando
abbiamo provato ad "entrare" nelle scuole superiori abbiamo sempre
trovato l'indifferenza e a volte l'aperta ostilità del personale tecnico
non docente responsabile del settore informatico, interessato più a non
aumentare il proprio carico (spesso ridicolo) di lavoro che ad acquisire
le competenze necessarie alla migrazione al Software Libero. E anche qui
le poche esperienze che hanno avuto qualche successo hanno scelto di
rimanere nella propria scuola senza usare il LUG come veicolo per la
diffusione, preoccupati di non "pestare i piedi" ai responsabili delle
altre istituzioni scolastiche.
Nel pubblico poi, in generale qui in Italia ognuno è sovrano di fare le
proprie scelte, anche sperperando denaro, che tanto nessuno verifica poi
se la spesa effettuata potesse essere evitata. E, almeno nelle
istituzioni con cui siamo venuti a contatto, le competenze informatiche
di base sono assai basse, e i settori dedicati, più che centri di
competenze, sembrano bande brancaleone di praticoni che in qualche modo
cercano di tirare avanti una barca che fa acqua da tutte le parti, e la
cui massima aspirazione è trovare soluzioni "chiavi in mano" che
permettano di gestire la situazione. Manca quasi completamente la
capacità e la volontà di affrontare e risolvere i problemi internamente,
e non parliamo poi dello sviluppo di software, che viene visto dove
avviene al massimo come attività professionale extra da retribuire a
parte e assolutamente non dovuta.
Dato questo panorama, ritengo necessario vedersi per decidere cosa
fare...
In alternativa, suppongo che una eutanasia sia la terapia più
indicata....
Un demoralizzato Graziano.
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