[LUGargano] Pirati e, Svezia in fiamme

claudio tuxcla tux_cla@yahoo.it
Gio 8 Giu 2006 00:42:04 CEST


Roma - Attacchi ai siti della polizia, manifestazioni nelle strade, controdenunce, accuse agli Stati Uniti, pubblicità al P2P: è successo di tutto nei giorni scorsi in Svezia dopo il clamoroso sequestro di uno dei siti più conosciuti nel mondo del file sharing, "The Pirate Bay". Mai come in queste ore le autorità svedesi hanno dovuto prendere atto dell'enorme distanza tra l'esercizio della repressione contro il peer-to-peer e la sensibilità degli utenti Internet.


        
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       Nel giro di poche ore dal sequestro del sito di riferimento per gli utenti della comunità BitTorrent, ignoti hanno attaccato il sito della polizia svedese rendendolo indisponibile per molte ore. Un'aggressione DDoS (distributed denial-of-service) che, sebbene non sia stata rivendicata, nessuno dubita sia da mettere in diretta relazione con la decisione delle autorità svedesi di sequestrare i server di The Pirate Bay.

Ora il sito della polizia è di nuovo online ma le forze dell'ordine svedesi hanno un'altra pesante gatta da pelare. L'operazione contro The Pirate Bay non sta suscitando indignazione e reazioni solo nel mondo peer-to-peer: una larga fetta dell'opinione pubblica sta criticando duramente l'operazione repressiva, considerata non tanto iniqua quanto un "inutile spreco di soldi pubblici". "Le priorità sono altre" - ha tuonato tra gli altri Johan Linander, portavoce del Centerpartiet, importante partito svedese che ha tutto l'interesse a criticare le politiche del governo socialdemocratico.

Linander ha anche aperto il fronte americano della vicenda: a suo dire, e molti osservatori seguono a ruota, è l'amministrazione Bush ad aver fatto pressione sulle autorità svedesi affinché The Pirate Bay venisse oscurato. "Vogliamo capire - ha dichiarato Linander - se dietro questa azione vi siano pressioni del Governo americano. Credo che tutto questo puzzi di influenza politica diretta e noi vogliamo che sia chiarito chi veramente ha fatto cosa".

Si cita un incontro di sei settimane fa tra funzionari dei due paesi, un "summit" che ora viene visto da molti come la miccia che avrebbe portato all'esplosione della situazione attraverso il sequestro di quei server. Sebbene si tratti di illazioni, queste portano nuova benzina al fuoco delle polemiche che si innestano sulla sempre maggiore sensibilità degli svedesi in merito ai rapporti, non sempre idilliaci, con gli USA.

L'infuriare delle polemiche è peraltro facilitato dall'inconsueta durezza del blitz della polizia: secondo la legge svedese, quand'anche fosse appurata una colpevolezza per i promotori del sito, ci si troverebbe dinanzi ad illeciti amministrativi. In assenza di un procedimento penale, per l'autorità giudiziaria il fermo di tre persone, le perquisizioni nelle loro abitazioni e il sequestro di quei server, sono ora tutt'altro che facili da giustificare ai cittadini.

A portare per le strade le proteste del mondo peer-to-peer per la chiusura di uno dei siti di riferimento, capace di indicizzare un enorme volume di link a file di musica, film, software e via dicendo, ci hanno pensato quelli del Partito dei Pirati insieme ai sostenitori del movimento Pyratbyran, legato alla stessa The Pirate Bay e come quest'ultima privato dei propri server nell'operazione dei giorni scorsi.

Come si vede dalle foto, centinaia di persone hanno aderito sabato ad una manifestazione pubblica indetta dai "pirati" a Stoccolma (disponibile qui un piccolo video scaricabile naturalmente tramite client BitTorrent), un incontro pubblico di reazione al sequestro ma anche di invito ad una grande mobilitazione contro questo genere di eventi che in Svezia, con la complicità di una legislazione sul P2P ben più leggera che altrove in Europa, viene vissuta come un abuso delle libertà costituzionali.       



da Punto informatico.it

peccato che manchi in italia questa mentalita sul p2p. 

by tuxcla- anarkygothcla.


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