[LUG-Ischia] Il "volto umano" del copyright
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Mer 15 Dic 2004 20:40:16 CET
http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/scienza_e_tecnologia/creative/creati
ve/creative.html
Sei licenze che offrono una tutela delle opere d'ingegno in rete
Ma che permettono una diffusione senza rigidi paletti
Creative Commons in Italia
Il "volto umano" del copyright
Così le opere saranno marchiate elettronicamente
di MATTEO TONELLI
ROMA - Sintetizzando, si potrebbe definirle il "volto umano" del copyright.
Approdano anche in Italia le licenze Creative Commons. Nate negli Usa nel
2001, adesso, sono disponibili anche nel nostro paese. Grazie a loro, chi
naviga in internet, potrà sapere se un file musicale, un'immagine, un video,
una pagina web, sono utilizzabili senza il rischio incorrere nella
violazione del diritto d'autore. In pratica uno strumento per offrire una
protezione più flessibile alle opere di ingegno tutelate dal diritto
d'autore e allo stesso tempo per favorirne la diffusione. Senza la severa
blindatura prevista dal diritto d'autore.
"Alla fine del 2003 il dipartimento di scienze giuridiche di Torino e
l'Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione del Cnr (Ieiit)
hanno sottoscritto un'intesa con la Creative Commons assumendosi l'incarico
di tradurre e adattare le licenze all'ordinamento giuridico italiano. Dopo
un anno di lavoro, adesso, sono disponibili in Rete per gli utenti
italiani", spiega Juan Carlos De Martin dell'Ieiit.
Le nuove licenze sono sei. La prima prevede l'obbligatorietà di citare
sempre il nome dell'autore dell'opera; la seconda sancisce il divieto di
fare un uso ai fini di lucro del lavoro; la terza licenza aggiunge il
divieto di modificare l'originale; la quarta consente la commercializzazone
dell'opera presa da internet e la produzione di opere derivate; la quinta e
la sesta contemplano che se si modifica un'opera, bisogna poi farla
circolare con la stessa tipologia di licenza dell'originale. La sesta
aggiunge anche il divieto di fare del prodotto un uso commerciale. Neonata
in Italia, la tutela offerta delle Creative Commons è utilizzata in America
dal Mit che rilascia in rete ampi stralci del suo materiale didattico. E
anche in Inghilterra, la Bbc ha annunciato di volerle utilizzare per
diffondere il suo archivio del materiale audiovisivo.
"In futuro - continua De Martin - prevediamo di marcare elettronicamente le
versioni digitali di opere creative. In questo modo un motore di ricerca
sarà in grado di selezionare i file con licenza Creative e l'utente potrà,
quindi, regolarsi per il loro utilizzo".
Allo stesso modo l'utente potrà conoscere i diritti associati alle pagine
web, che incontra navigando su internet, o ai file audio-visivi a cui accede
in modalità "streaming". Per quest'ultima applicazione, il Cnr ha sviluppato
un software l'Open Media Streaming Project, che consente al navigatore di
sapere se un file audio o video è marchiato con licenza Creative Commons.
(15 dicembre 2004)
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