[LUG-Ischia] "Linux sta cambiando il mondo" La politica scopre l'open source
Linux User Group Ischia
info@lug-ischia.org
Gio 15 Lug 2004 13:56:09 CEST
http://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/scienza_e_tecnologia/linuxromadue/ed
emocracy/edemocracy.html
A Roma convegno sulla rivoluzione del software libero
"La condivisione del sapere è il motore dello sviluppo"
"Linux sta cambiando il mondo"
La politica scopre l'open source
di ALESSIO BALBI
ROMA - "E' ora di capire che quella dell'open source non è una questione per
tecnocrati: è una questione di democrazia". Le parole del senatore dei Verdi
Fiorello Cortiana riassumono il senso della giornata di lavori organizzata
dal Comune di Roma sui cambiamenti introdotti dalle reti e dal software
libero nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni.
Il convegno capitolino cade il 14 luglio, una data simbolica che
immancabilmente suscita fascinazioni nei relatori. Il professor Angelo
Raffaele Meo, del Politecnico di Torino, parte proprio dalla presa della
Bastiglia per illustrare il suo punto di vista su quella che chiama "la
nuova rivoluzione" dell'open source. Una rivoluzione il cui esito deve
essere, secondo Meo, il passaggio dalla logica imprenditoriale della
competizione a quella della cooperazione.
Lo stesso Cortiana ricorda che "il 14 luglio fu la reazione della classe
imprenditoriale contro posizioni parassitarie" e traccia un parallelo con
chi oggi pensa di imporre un brevetto su qualunque codice informatico, "che
è un po' come brevettare l'acqua, o le note musicali".
E Mariella Gramaglia, assessore alla Comunicazione del comune di Roma e
organizzatrice dell'evento, cita un articolo dell'Economist: "In questo
articolo l'open source viene visto in un'ottica generale, una grande forza
che autorizza le persone a collaborare insieme, un modello che forse si può
riproporre nella vita sociale".
Dell'open source come fattore di cambiamento della partecipazione politica
parla anche il deputato Ds Pietro Folena: "Molti Stati penalizzano chi vuole
far circolare il sapere, vedendo in Internet soltanto un mezzo per i pirati.
Si pensi al decreto Urbani. Ma la libera circolazione delle idee è il più
grande motore dello sviluppo".
- Pubblicità -
Folena ha presentato con Cortiana un disegno di legge per favorire
l'adozione del software libero nella pubblica amministrazione. Una posizione
più radicale di quella, cauta, adottata dal governo. "L'open source va
valutato senza opinioni preconcette", manda a dire il ministro per
l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, favorevole alla scelta di
software libero o proprietario volta per volta, a seconda dei casi. Antonio
Palmieri, responsabile Internet di Forza Italia, avverte: "Non facciamo di
Linux un dogma, l'open source non deve essere oggetto di divisioni
partitiche a priori".
E Alfonso Fuggetta, professore al Politecnico di Milano, mette in guardia
contro quelli che chiama i "falsi miti" dell'open source: "Nella pubblica
amministrazione - spiega - il 60 per cento del software è custom, realizzato
appositamente per il cliente. Con questo l'open source non c'entra niente".
L'inedito dibattito politico italiano sull'open source rischia di mettere in
un angolo la società che finora domina incontrastata il mercato dei sistemi
operativi: Microsoft. "Noi non siamo una forza politica - ci tiene a
precisare Umberto Paolucci, presidente di Microsoft Italia - ma siamo un
ingrediente del quale i politici devono tenere conto".
(14 luglio 2004)A Roma convegno sulla rivoluzione del software libero
"La condivisione del sapere è il motore dello sviluppo"
"Linux sta cambiando il mondo"
La politica scopre l'open source
di ALESSIO BALBI
ROMA - "E' ora di capire che quella dell'open source non è una questione per
tecnocrati: è una questione di democrazia". Le parole del senatore dei Verdi
Fiorello Cortiana riassumono il senso della giornata di lavori organizzata
dal Comune di Roma sui cambiamenti introdotti dalle reti e dal software
libero nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni.
Il convegno capitolino cade il 14 luglio, una data simbolica che
immancabilmente suscita fascinazioni nei relatori. Il professor Angelo
Raffaele Meo, del Politecnico di Torino, parte proprio dalla presa della
Bastiglia per illustrare il suo punto di vista su quella che chiama "la
nuova rivoluzione" dell'open source. Una rivoluzione il cui esito deve
essere, secondo Meo, il passaggio dalla logica imprenditoriale della
competizione a quella della cooperazione.
Lo stesso Cortiana ricorda che "il 14 luglio fu la reazione della classe
imprenditoriale contro posizioni parassitarie" e traccia un parallelo con
chi oggi pensa di imporre un brevetto su qualunque codice informatico, "che
è un po' come brevettare l'acqua, o le note musicali".
E Mariella Gramaglia, assessore alla Comunicazione del comune di Roma e
organizzatrice dell'evento, cita un articolo dell'Economist: "In questo
articolo l'open source viene visto in un'ottica generale, una grande forza
che autorizza le persone a collaborare insieme, un modello che forse si può
riproporre nella vita sociale".
Dell'open source come fattore di cambiamento della partecipazione politica
parla anche il deputato Ds Pietro Folena: "Molti Stati penalizzano chi vuole
far circolare il sapere, vedendo in Internet soltanto un mezzo per i pirati.
Si pensi al decreto Urbani. Ma la libera circolazione delle idee è il più
grande motore dello sviluppo".
Folena ha presentato con Cortiana un disegno di legge per favorire
l'adozione del software libero nella pubblica amministrazione. Una posizione
più radicale di quella, cauta, adottata dal governo. "L'open source va
valutato senza opinioni preconcette", manda a dire il ministro per
l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, favorevole alla scelta di
software libero o proprietario volta per volta, a seconda dei casi. Antonio
Palmieri, responsabile Internet di Forza Italia, avverte: "Non facciamo di
Linux un dogma, l'open source non deve essere oggetto di divisioni
partitiche a priori".
E Alfonso Fuggetta, professore al Politecnico di Milano, mette in guardia
contro quelli che chiama i "falsi miti" dell'open source: "Nella pubblica
amministrazione - spiega - il 60 per cento del software è custom, realizzato
appositamente per il cliente. Con questo l'open source non c'entra niente".
L'inedito dibattito politico italiano sull'open source rischia di mettere in
un angolo la società che finora domina incontrastata il mercato dei sistemi
operativi: Microsoft. "Noi non siamo una forza politica - ci tiene a
precisare Umberto Paolucci, presidente di Microsoft Italia - ma siamo un
ingrediente del quale i politici devono tenere conto".
(14 luglio 2004
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