[LUG-Ischia] Internet, aumentano i controlli dopo l'11/9 meno libertà in rete

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Mer 23 Giu 2004 17:52:51 CEST


http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/esteri/reporter/reporter/reporter.ht 
ml 

L'allarme lanciato da un rapporto di Reporters sans frontieres
A rischio anche le democrazie. 'Buona' la situazione italiana
Internet, aumentano i controlli
dopo l'11/9 meno libertà in rete 


ROMA - Un Web sempre meno libero. I diritti di internauti, editori di siti e 
giornalisti online sono in netta regressione. Causa scatenante: gli 
attentati dell'11 settembre e la successiva dichiarazione di guerra al 
terrorismo. A lanciare l'allarme è l'associazione Reporters sans frontieres 
che ha stilato un rapporto sullo stato di salute della cyberlibertà. Ricerca 
che già nel titolo ("Internet sotto stretta sorveglianza") lascia intuire la 
direzione scelta dai governi dei 60 Paesi presi in esame nella 
regolamentazione del Web. 

E la situazione non è affatto buona: la lotta al terrore ha portato infatti 
ad un progressivo inasprimento dei controlli non solo nelle dittature, ma 
anche nelle moderne democrazie occidentali. Se non stupisce granché che in 
ben quattro Paesi si possa finire in galera per aver affrontato sul Web 
argomenti ritenuti 'sovversivi' (la Cina ha ben 63 cyberdissidenti dietro le 
sbarre; il Vietnam, 7; Le Maldive, 3 e la Siria, 2) c'è da cadere dalle 
nuvole nel leggere che anche le democrazie hanno a poco a poco limitato di 
grosso le libertà individuali dei loro internauti. Gli obiettivi di tale 
limitazione (lotta a terrorismo, pedofilia e pirateria), certo, sono 
lodevoli, ma pare che i governi stentino parecchio a trovare il giusto 
mezzo. Un equilibrio tra diritto alla libertà di espressione degli 
internauti e rispetto della privacy, tra un giusto controllo e il diritto ad 
una comunicazione libera, sembra mancare ovunque. 

Così si legge che: "oggi nella gran parte delle democrazie, Internet deve 
fare i conti con un regime giuridico molto meno attento alla libertà di 
espressione rispetto ai media tradizionali". Le leggi che autorizzano la 
sorveglianza degli internauti si sono infatti moltiplicate. Basti pensare al 
Patriot Act degli Stati Uniti o alla legge per la sicurezza quotidiana (Lsq) 
della Francia. Oppure al decreto legislativo del 2003 che ratifica in Italia 
la normativa europea sul commercio elettronico e a quello sul "peer to peer" 
che ha suscitato forti proteste tra i navigatori . 


Nonostante la tendenza generale, il rapporto di Reporters sans frontieres 
giudica la situazione italiana "buona", pur sottolineando che "per il 
governo italiano, dalla fine del 2001, la lotta contro il terrorismo e la 
cybercriminalità, sono diventate delle priorità assolute" e che "questi 
obiettivi di sicurezza hanno imposto l'adozione di misure pericolose per le 
libertà individuali". Come a dire: state attenti a non esagerare. 

Reporters sans frontieres dedica poi ampio spazio al caso di Cuba, "la più 
grande prigione del mondo per i giornalisti". Qui, l'accesso a Internet è 
controllato e le comunicazioni elettroniche sono strettamente sorvegliate: 
consultare la Rete può essere rischioso. "Per la gran parte dei giornalisti 
indipendenti prigionieri dal marzo 2003,- avverte il Rapporto - gli atti di 
accusa a loro carico fanno preciso riferimento alle attività su Internet". 
"La libertà di espressione è proscritta a Cuba. Il governo ha adottato una 
posizione paradossale nei confronti di Internet: provvede alla formazione di 
migliaia di studenti alle nuove tecnologie (secondo fonti ufficiali, oltre 
30 000 sarebbero attualmente in formazione) ma impedisce alla gran 
maggioranza della sua popolazione l'accesso alla Rete".
(23 giugno 2004) 

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