[LUG-Ischia] Contro l'ideologia Google

Linux User Group Ischia info@lug-ischia.org
Lun 18 Ott 2004 10:44:37 CEST


Questo articolo uscito su Repubblica:
non faccio commenti, lascio a voi una forma di idee 


domenica, 17 ottobre 2004
Contro l'ideologia Google 

inviato alle ore 16:14 

In origine erano le statistiche delle parole più richieste ad un motore di 
ricerca. Potrei dire: “Ne ho avuto uno”, ma sarebbe una sbruffonata e ci 
porterebbe lontano dalla nostra storia, anche se non sarebbe una bugia. 
Quelle statistiche erano/sono interessanti. Una volta tolti di mezzo tutti 
gli attributi sessuali e le porno star che guidano le classifiche, nella 
lista quotidiana delle parole più ricercate c’è la cronaca degli interessi 
di un paese, il diario più vero delle sue preoccupazioni e dei suoi vizi. Ma 
poi i motori sono cresciuti e cambiati, Anzi uno solo è diventato il leader 
assoluto: Google. 

 

Leader al di là delle statistiche, perché Google ha ormai un margine di 
vantaggio nella fantasia tecnologica e nella capacità realizzativa ormai 
incolmabile da parte dei competitori. Ogni giorno o quasi c’è la notizia di 
una sua novità, e perfino noi blogger, mettendo in linea i nuovi servizi e 
le loro caratteristiche principali, abbiamo capito dove si va a parare: alla 
costruzione di un ambiente di lavoro completo e integrato, in parte basato 
sul computer dell’utente ma in parte molto maggiore e sostanziale integrato 
con la potenza di ricerca del motore. E’ una interpretazione “alta” di 
internet, una architettura “client/server” trasferita nel rapporto 
utente/servizio, un modo di essere della tecnologia ma in tendenza anche 
dell’economia. Il sogno degli anni del boom che torna a vendicarsi sui suoi 
detrattori. 

 

Le novità di queste ultime settimane vanno tutte in quella direzione: l’hard 
disk virtuale, la ricerca possibile da desktop e possibile all’interno del 
proprio pc, e prima ancora tutte le applicazioni declinate in “toolbar” che 
richiedono di poter mandare a Google le informazioni sull’uso del servizio. 
Sono tutti servizi ad alta concentrazione intellettuale, belli e funzionali, 
e soprattutto sono aria fresca nel panorama della rete. Ultimo ma non meno 
cruciale elemento, aiuteranno Google a consolidare la sua supremazia verso i 
concorrenti e il suo titolo in borsa, perché la bontà di quel servizio è già 
marketing, è già conoscenza di noi tutti e quindi realizza la vendibilità 
del nostro comportamente al mercato. E tuttavia sono servizi che mettono le 
mani, e pesantemente, nei dati e nei comportamenti dei loro utenti. 

 

Niente di scandaloso. E’ l’inveramento di certi presupposti tecnologici e di 
mercato e personalmente ho sempre pensato che dare informazioni su di se’ 
sia meglio che non darne. Il problema del non essere attaccati in alcun modo 
o sfruttati economicamente, per aver detto di sé in pubblico, è un grande 
tema delle società democratiche. Perché esistere in pubblico è un pezzo 
fondamentale della nostra esistenza, completa la libertà. E se far conoscere 
a una azienda come mi comporto quando compro il latte, aiuta quell’azienda a 
darmi latte migliore o a darmelo in modo piu' efficiente, io ci sto. 
Eppure…. Eppure non finisce qui. 

 

Microsoft in fin dei conti produce sistemi per aziende e le aziende chiedono 
di conoscere con chiarezza le statistiche d’uso delle proprie macchine e 
quindi in qualche modo il comportamento dei dipendenti – anche per tutelarsi 
contro danni derivanti da spionaggio industriale. E in fin dei conti MS 
costruisce decine di milioni di copie di un sistema operativo del quale 
bisogna sapere cosa non funziona (ahime’ molto). 

 

Ebbene Microsoft anni fa creò la possibilità di controllare l’uso delle 
macchine in una data rete locale, oltre a quella di inviare a se stessa (MS) 
le segnalazioni sul (mal) funzionamento del sistema e determinate 
informazioni sull’uso della macchina sulla quale gira il suo software 
operativo. Su questa strada va avanti MS, senza farsi fermare da alcuna 
protesta. E puntualmente le associazioni di difesa degli utenti, in tutto il 
mondo, insorgono come un sol uomo contro questa violazione della privacy. 
L’idea è chiara e condivisibile: se un unico grande monopolista sa come si 
comporta la gente quando usa il pc, questa sua conoscenza sarà la sua forza 
verso il mercato, verso le persone e la sua moneta di scambio con gli altri 
potenti della politica e dell’economia. Tutto chiaro. Tutto giusto? Resto 
perplesso, perplessità per omissione. 

 

La dico chiara chiara: ho il sospetto che si protesti solo perché a fare 
quei controlli è Microsoft. Perché, se date un’occhiata ai sistemi di posta 
e di gestione dei siti – anche del più scrauso blog a volte -  quegli stessi 
che NON girano sotto Microsoft ma sotto i meravigliosi e liberi sistemi 
Opensource, potrete facilmente vedere quanto sia alto il livello di 
conoscenza dei propri utenti attingibile  da parte dei gestori del sistema. 
Non c’è sillaba o bit che possa sfuggire a un gestore di posta di una 
organizzazione. Non c’è articolo letto su un blog che, dato il giusto 
programma, non possa essere ricondotto all’indirizzo di posta del suo 
lettore. Volendo, se il gestore vuole, questo è il punto. Quindi siamo 
tornati agli umani…. 

 

Mentre ripeto che io considero questa situazione in modo non apocalittico, 
cioè gestibile e da gestire, e verso la quale non mi sbraccio in nome della 
privacy violata (è lo sviluppo che volevamo , lo stiamo avendo, 
organizziamoci) , chiedo: perché si protesta contro Microsoft e non contro 
Google? 

Qualcuno ha mai controllato i software di Google per accertarsi che non 
compia altre operazioni oltre quelle dichiarate? No, non lo ha fatto 
nessuno. E nessuno lo potrà fare, perché credo sia difficile che Google 
pubblichi i codici sorgente di quelle applicazioni (e quando lo facesse, 
saremmo poi garantiti?)  E allora perché per il popolo della rete Microsoft 
è La Morte Nera e Google ha le sembianze di Luke Skywalker? Perché la 
Microsoft è sempre “colpevole” e Google è sempre innocente? 

 

Ore 10:00 - Molti commenti si stanno aggiungendo a questo post. Sono tutti 
benvenuti, anche quelli un po' rudi, cui siamo abituati da quindici anni di 
modem. Risponderemo in un sola soluzione a fine giornata o domattina, 
dipende dall'andamento delle cose. Intanto un solo suggerimento prima che il 
dibattito prenda la sua tariettoria via dalla gravità terrestre: il mio 
intervento dà per scontate tutte le differenze fra un sistema commerciale 
tradizionale, come Windows, e uno innovativo come quello di Google. Il post 
serviva proprio a questo: a proprorre una riflessione - sul piano generale - 
se sia meglio un bel sistema di autospionaggio, gestito dal basso, o un 
sistema di spionaggio costruito e installato autoritariamente. Quando Google 
sarà diventato lo stato dell'arte, quale sarà la libertà residua di 
sottrarsi alla potenza delle sue appolicazioni? Ovviamente il post è fatto 
per scatenare passioni, per cui perdono già da ora coloro che lanciano 
insulti, che fino alla soglia del tollerabile (alta, alta) non saranno 
cancellati. 

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