[Scuola] A proposito del suo articolo "La scuola digitale di Matteo Renzi è un libro dei sogni"

Damiano Verzulli damiano@verzulli.it
Mon Sep 29 00:30:38 CEST 2014


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Gentile Prof. Ferri,

	in un suo recente articolo pubblicato sul sito "Agenda Digitale" [1] e'
riportata una critica particolarmente esplicita e negativa rispetto alle
tecnologie Open-Source. Lei scrive:


| [...]
!   ...non si può pensare come pensava in parte il Ministro Profumo,
!   che i software possano essere open source o gratuiti perché molte
!   esperienze dimostrano che i danni sono notevoli.
| [...]

	Oltre ad essere contraddittoria con la frase immediatamente precedente
- --che richiamando la necessità di soluzioni "interoperabili" collima
perfettamente con i principi base delle tecnologie Open Source-- ritengo
che la Sua affermazione sia errata: _NON_ mi pare che esistano esperienze
di portata cosi' ampia da poter parlare di "danni da open-source".

	Ho notato di non essere il primo a chiederLe qualche dettaglio sul punto
richiamato ed ho anche notato che il 23/09/2014 Lei stesso aggiunge:

   "...I danni sono quelli dell'approccio di Profumo non
   dell'open suorce...."

	Tuttavia, considerando che il Suo articolo e' attualmente fonte di un
piccolo dibattito sulla Mailing-List "SCUOLA" [2] --che ci legge in
copia-- e che tale mailing-list e' frequentata da qualche centinaia di
persone, in gran parte docenti delle scuole dell'obbligo o della scuola
secondaria (...incluso anche qualche docente universitario), tutti attivi
nella diffusione del software Open Source all'interno dei propri contesti
didattico/scolastici, apprezzerei un Suo commento più dettagliato circa i
richiamati "danni da open-source".

	Le scrivo questa mail perche' le tecnologie del Software Libero e/o Open
Source hanno caratterizzato gli ultimi 20 anni della mia vita
professionale. Oltre ad aver avuto modo di testarle ampiamente sul piano
tecnico, resto convinto che esse possano innescare dinamiche positive sia
in termini "sociali" che "economici" quando diffuse opportunamente a
partire proprio dalla Pubblica Amministrazione (scuola/universita' in
primis). Fortunatamente --a differenza di 15 anni fa-- anche l'attuale
legislatore ne e' parzialmente consapevole, arrivando a citarle --ad
esempio-- nel cosiddetto CAD [3]. E' in questo contesto che non ho potuto
fare a meno di notare la Sua osservazione negativa.

	In attesa di un Suo cortese riscontro ed a disposizione per qualsivoglia
chiarimento/approfondimento, la saluto cordialmente.

	Saluti,
	Damiano Verzulli


[1]
http://www.agendadigitale.eu/egov/1066_la-scuola-digitale-di-matteo-renzi-e-un-libro-dei-sogni.htm

[2] http://lists.linux.it/pipermail/scuola/2014-September/002383.html

[3] cfr. art. 68  -
http://archivio.digitpa.gov.it/amministrazione-digitale/CAD-testo-vigente


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Damiano Verzulli
e-mail: damiano@verzulli.it
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"Technical people tend to fall into two categories: Specialists
and Generalists. The Specialist learns more and more about a
narrower and narrower field, until he eventually, in the limit,
knows everything about nothing. The Generalist learns less and
less about a wider and wider field, until eventually he knows
nothing about everything." - William Stucke - AfrISPA
  http://elists.isoc.org/mailman/private/pubsoft/2007-December/001935.html
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