[Tigullio] REGIME
Claudio Brovelli
c.brovelli@mclink.it
Mer 4 Lug 2007 08:56:26 CEST
Cassandra Crossing/ Internet è un reato d'opinione?
mercoledì 04 luglio 2007
Roma - Come i più attenti lettori di blog hanno notato, poche ore fa il sito noblogs.org è stato oscurato. "Chissenefrega - direte voi - di blog ce ne sono anche troppi!" Vero, ma attenzione, in Italia la censura della Rete è oggi possibile su scala industriale grazie alla struttura censoria messa in piedi dalla legge 38/2006.
Le motivazioni addotte per giustificare l'attuazione di queste azioni sono:
- Il fatto che l'AAMS, che ha in Italia il monopolio dei giochi di azzardo, notoriamente vietati ammenoché il biscazziere sia lo Stato, possa operare senza temere la concorrenza di chi ha creato siti per il gioco d'azzardo utilizzabili dall'Italia ma dislocati all'estero;
- Il contrasto a chi pubblica siti di contenuto pedofilo o pornopedofilo.
L'oscuramento di questi siti, o meglio la loro censura, viene attuata in due modi:
- Il primo consiste nel sostituire il record DNS del sito con un altro che punta ad una pagina che annuncia il sequestro. Questo può ovviamente essere fatto solo sui DNS dei provider italiani. Questo tipo di censura può essere aggirato facilmente usando un DNS situato all'estero, e quindi non attaccabile e censurabile dallo Stato Italiano, oppure accedendo direttamente al sito tramite l'indirizzo IP.
- Il secondo consiste invece nel filtrare gli indirizzi IP tramite la rete di router dei provider italiani, reindirizzando la richiesta su un server avente un indirizzo IP differente e che risponde con la pagina annunciante il sequestro. Superare questo tipo di censura richiede l'impiego di Tor, non difficile certo, ma fuori dalla portata della maggior parte dei pigri italiani.
Questi due metodi, previsti dalla legge 38/2006 sono ormai implementati nella struttura della parte di Rete italiana; siamo nella stessa situazione della Cina, ma mentre della censura e repressione dei diritti civili in Cina molti si indignano (si indignavano?) specie quando la Cina non era di moda, della Rete italiana modificata per essere censurabile a norma di legge nessuno si occupa.
Siamo messi come in Cina, anzi peggio, ma tutti sono contenti e stanno zitti, anche voi che state leggendo.
Esiste poi un terzo metodo di censura, antico ma tuttora largamente utilizzato e pericoloso; le azioni indirette. Ne è appunto caduto vittima il sito di blog di Autistici/Inventati, che ospitava tra i suoi 150 blog anche un mirror del gioco "Pretofilia" di Molleindustria.
È il metodo del Potere che si autogiustifica ed agisce per la "morale" al di fuori di qualsiasi etica, usando il proprio peso ed il proprio arbitrio per difendere le proprie convenienze. Stavolta c'è stata una veloce interpellanza volta alla difesa del capo di uno stato estero, un dibattito sospeso tra il ridicolo ed il vergognoso, in cui non una sola voce si è alzata per difendere il principio della libertà di espressione e della laicità dello Stato, od almeno della reputazione del Parlamento. Ed oplà, vedi caso il provider estero che gestiva il sito lo ha chiuso.
Nelle ultime ore è in atto un tentativo di aggiramento, pare fruttuoso, teso a ripristinare noblogs.org. Nel mentre tifiamo per loro come per chiunque altro cerchi di difendere, in qualunque situazione ed in qualunque regime, la libertà di espressione, non dobbiamo dimenticare quello che scriveva Brecht, in tempi forse a torto considerati più cupi di quelli attuali:
"Prima sono venuti a prendere gli ebrei,
ed io non ho alzato la voce perché non ero ebreo.
Poi sono venuti a prendere i comunisti,
ed io non ho alzato la voce perché non ero comunista,
Poi sono venuti a prendere i sindacalisti,
ed io non ho alzato la voce perché non ero sindacalista.
Poi sono venuti a prendere me,
ma non era rimasto nessuno per alzare la voce in mia difesa."
La libertà di espressione funziona per tutti o per nessuno; non viene tolta per i cattivi, terroristi, pedofili o semplici biscazzieri di oltreoceano, ma a voi ed a me.
Vi prego, la prossima volta che sentirete qualcuno perorare queste azioni folli con la scusa della lotta alla pedofilia, resistete alla tentazione di sputargli in faccia. Tentate, nell'ipotesi che ci sia davvero solo ingenuità e disinformazione e non malafede nelle sue parole, di spiegare che le cose non stanno proprio così.
Ma intanto ora voglio, anzi esigo, che vi alziate dalla vostra sedia, andiate alla finestra, la apriate, mettiate fuori la testa ed a costo di farvi prendere per matti gridiate: "Sono incazzato nero, e tutto questo non lo accettero' più".
A Peter Finch poi ando' male; io invece speriamo che me la cavo. E così anche voi.
Non vedo altre strade.
Marco Calamari
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