[toscana] Digest di toscana, Volume 69, Numero 1

Giovanni A. Cignoni giovanni@di.unipi.it
Lun 6 Dic 2010 12:40:53 CET


Mhh, son d'accordo a dire che, per diffondere meglio il lavoro della 
Crusca, una cc sarebbe stata meglio.

Ma attenzione a esagerare nell'interpretare il copyright.

Tutti i vocabolari e i dizionari che si comprano in libreria sono 
protetti copyright, da sempre.
Ma nessuna lingua e' brevettata, chiusa o inusabile.

Il copyright in questi casi protegge la confezione: quali vocaboli sono 
inclusi, come sono organizzati i rimandi, come sono presentate le 
definizioni, quali citazioni sono proposte etc. E' questa l'opera 
intellettuale di chi compila un vocabolario e solo questa puo' esser 
protetta dal copyright.

Un po' come le edizioni della Divina Commedia: sono tutte protette dal 
copyright, che pero' protegge le note, le introduzioni etc, non il testo 
di Dante.

Ovviamente, non voglio difendere il copyright.
Ma se devesse uscire qualche comunicato e' meglio stare attenti a cosa 
si scrive.
E' capace che alla Crusca una "attribuzione - non commerciale - non 
opere derivate", possa andare bene.
Solo che probabilmente non sanno cos'e'. Probabilmente e' sensato fare 
un comunicato in questo senso.

Se invece ci fosse da prendersela con qualcuno, altri bersagli penso 
vengano prima della Crusca.
Per esempio, sono molto peggio i vincoli sulle foto alle opere d'arte o 
ai monumenti.
Posso capire che un museo voglia che sia protetta la proprieta' 
intellettuale delle foto delle opere che espone.
Ma delle foto che ha fatto realizzare per venderle al bookshop. Di 
quelle foto, passi.
Ma che estenda la protezione, e di fatto la proprieta', a tutte le foto 
fattibili questo e' molto peggio di quel che fa la Crusca. Eppure molti 
musei lo fanno, anche pubblici (fino a un po' di tempo fa, se le cose 
non son cambiate, lo facevano pure le Sopraintendenze con i monumenti 
nella pubblica via).

Ciao,
Giovanni.






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>    1. [OT] Il vernacolo fiorentino come il riso Basmati! (Hal)
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>
> Message: 1
> Date: Sun, 05 Dec 2010 15:02:41 +0100
> From: Hal <hal@linux.it>
> Subject: [toscana] [OT] Il vernacolo fiorentino come il riso Basmati!
> To: GOLEM <golem@golem.linux.it>
> Cc: Toscana <toscana@firenze.linux.it>
> Message-ID: <1291557761.2031.21.camel@jBox>
> Content-Type: text/plain; charset="UTF-8"
>
> Stamattina leggendo il giornale ho trovato una notizia curiosa,
> simpatica: l'Accademia della Crusca http://www.accademiadellacrusca.it/
> sta costruendo un vocabolario di fiorentino moderno.
>
> http://www.vocabolariofiorentino.it/
>
> Mi ha fatto piacere e ho indagato.
>
> E cosa scopro? 
> http://www.vocabolariofiorentino.it/copyright.asp
>
> «Sui materiali pubblicati in questo sito la proprietà intellettuale è
> riservata; l'utilizzo è sotto tutela della legge sul diritto d'autore.
> Ne è consentita esclusivamente la consultazione ad uso privato.»
>
> Cosa vuol dire? Che non posso usare le frasi riportate in quel
> dizionario per scrivere un romanzo nella mia madrelingue per  venderlo
> poi in tutte le librerie?
>
> Ma alla Crusca sono tutti «briài»? 
> (Tanto per fare un uso «non privato» un termine ripreso, adesso
> illegalmente, da quel vocabolario)
>
> Quindi i fiorentini, per secoli, parlano il fiorentino. L'Accademia
> della Crusca, coi soldi dei fiorentini stessi[1] scrive il vocabolario
> dei termini usati dai fiorentini, e immediatamente quei termini
> appartengono legalmente all'Accademia della Crusca? Cosa appartiene
> all'accademia? La definizione dei termini? Quindi posso usarli, ma non
> devo comprenderne il significato perché sennò violo la legge?
>
> nota [1]: http://www.vocabolariofiorentino.it/credits.asp «Il progetto
> ha goduto in parte dei finanziamenti della Regione Toscana e del Comune
> di Firenze.»
>
> Le lingue sono di chi le parla o di chi le «brevetta»?
>
> E poi, ma la Regione Toscana spende i nostri soldi (quanti? QUANTI?) per
> rendere «Copyright» il fiorentino contemporaneo?
>
> Perché i progetti finanziati con i soldi pubblici (vostri e miei) dagli
> enti pubblici devono servire a «segregare» la conoscenza, invece di
> renderla ancora più facilmente fruibile?
>
> Perché non hanno usato, per esempio, licenze Creative Commons? Un bella
> by-sa...
>
>
> Chi ha voglia di scrivere con me un bel comunicato da inviare in Regione
> e ai mezzi d'informazione? Conoscete blogger che possano capire e
> diffondere questo tipo di messaggio?
>
> Ciao
> alberto
>
>
>
> ------------------------------
>
> Message: 2
> Date: Sun, 5 Dec 2010 22:50:51 +0100
> From: Max Murdock <maxmurd@gmail.com>
> Subject: Re: [toscana] [OT] Il vernacolo fiorentino come il riso
> 	Basmati!
> To: Lista di organizzazione di eventi che coinvolgono i LUG toscani
> 	<toscana@firenze.linux.it>
> Message-ID:
> 	<AANLkTi=7ZGFc5U==qqUx8qWYX3BeywvWPRh4awcjtx8c@mail.gmail.com>
> Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1
>
> On 05/12/2010, Hal <hal@linux.it> wrote:
>   
>> Stamattina leggendo il giornale ho trovato una notizia curiosa,
>> simpatica: l'Accademia della Crusca http://www.accademiadellacrusca.it/
>> sta costruendo un vocabolario di fiorentino moderno.
>>
>> http://www.vocabolariofiorentino.it/
>>
>> Mi ha fatto piacere e ho indagato.
>>
>> E cosa scopro?
>> http://www.vocabolariofiorentino.it/copyright.asp
>>
>> «Sui materiali pubblicati in questo sito la proprietà intellettuale è
>> riservata; l'utilizzo è sotto tutela della legge sul diritto d'autore.
>> Ne è consentita esclusivamente la consultazione ad uso privato.»
>>
>> Cosa vuol dire? Che non posso usare le frasi riportate in quel
>> dizionario per scrivere un romanzo nella mia madrelingue per  venderlo
>> poi in tutte le librerie?
>>
>> Ma alla Crusca sono tutti «briài»?
>> (Tanto per fare un uso «non privato» un termine ripreso, adesso
>> illegalmente, da quel vocabolario)
>>     
> Ora non ho sottomano un comune vocabolario per controllare ma mi
> sembra abbastanza evidente che non sono loro gli inventori delle frasi
> e quindi non vedo come e cosa possano pretendere di coprire col
> copyright...
> Forse le loro spiegazioni?...
>
>   
>> Quindi i fiorentini, per secoli, parlano il fiorentino. L'Accademia
>> della Crusca, coi soldi dei fiorentini stessi[1] scrive il vocabolario
>> dei termini usati dai fiorentini, e immediatamente quei termini
>> appartengono legalmente all'Accademia della Crusca? Cosa appartiene
>> all'accademia? La definizione dei termini? Quindi posso usarli, ma non
>> devo comprenderne il significato perché sennò violo la legge?
>>
>> nota [1]: http://www.vocabolariofiorentino.it/credits.asp «Il progetto
>> ha goduto in parte dei finanziamenti della Regione Toscana e del Comune
>> di Firenze.»
>>
>> Le lingue sono di chi le parla o di chi le «brevetta»?
>>
>> E poi, ma la Regione Toscana spende i nostri soldi (quanti? QUANTI?) per
>> rendere «Copyright» il fiorentino contemporaneo?
>>     
> Bhe sarebbe proprio il caso di no??...
>
>   
>> Perché i progetti finanziati con i soldi pubblici (vostri e miei) dagli
>> enti pubblici devono servire a «segregare» la conoscenza, invece di
>> renderla ancora più facilmente fruibile?
>>
>> Perché non hanno usato, per esempio, licenze Creative Commons? Un bella
>> by-sa...
>>     
> Perché nemmeno sanno che esiste e si sono appoggiati a esperti del copyright?
>
>   
>> Chi ha voglia di scrivere con me un bel comunicato da inviare in Regione
>> e ai mezzi d'informazione?
>>     
> Bhe se ci (dovrei dire mi) documentiamo un poam perchè no?...
>
> Conoscete blogger che possano capire e
>   
>> diffondere questo tipo di messaggio?
>>     
> Io posso scrivere sul sito del partito pirata che si occupa molto di
> certi argomenti...
>
> cYa
>   




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