Richiesta di revisione indent-2.2.10
Sergio Zanchetta
primes2h@ubuntu.com
Mar 23 Nov 2010 00:45:51 CET
Il 20 novembre 2010 17:01, Giuseppe Sacco
<giuseppe@eppesuigoccas.homedns.org> ha
>> > [...]
>> >> #: src/code_io.c:169
>> >> msgid "Internal buffering error"
>> >> msgstr "Errore di buffering interno"
>> >
>> > Metterei «buffering» tra virgolette.
>>
>> Perché tra virgolette?
>> Non ne colgo la necessità.
>
> Perché si tratta di una parola straniera. O la metti in corsivo o tra
> virgolette. Per questa regola generale che riguarda lo scritto ci sono
> oramai comportamenti che creano delle eccezioni, ad esempio non si usa
> mettere le virgolette per tutte le parole straniere molto diffuse, come
> directory. Personalmente «buffering» non mi pare meriti un'eccezione.
La parola buffer (non buffering) l'ho sempre trovata tradotta senza virgolette.
Cercando nelle altre traduzioni ho trovato (es. in gstreamer):
buffering->riempimento del buffer
A questo punto la soluzione migliore penso sia:
Errore interno di riempimento del buffer
>> > [...]
>> >> #: src/parse.c:515
>> >> msgid "Unknown code to parser"
>> >> msgstr "Analizzato codice sconosciuto"
>> >
>> > Qui il parser sta valutando il token corrente e decide che non lo
>> > conosce. Direi, più che «Analizzato», «ricevuto» o «trovato», e citerei
>> > che si tratta di un errore generato dal parser.
>> >
>>
>> L'alternativa sarebbe:
>> "Trovato codice sconosciuto all'analizzatore".
>> che sinceramente non mi suona bene.
>>
>> Avevo messo "Analizzato codice sconosciuto" perché era più compatto e
>> sottintendeva che fosse stato il parser ha trovare quel codice.
>> A meno che non ci siano alternative migliori lascio questo.
>
> "Codice sconosciuto al «parser»"?
Di solito ho sempre visto
to parse→analizzare
parser→analizzatore
quindi, quando possibile, preferisco usare termini italiani. :-)
Ciao,
Sergio.
--
Sergio Zanchetta
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