[trashware] L'AMA ama il Trashware!
Davide Lamanna
davide.lamanna@isf-roma.org
Mer 23 Feb 2005 11:14:03 CET
Cari colleghi,
siamo riusciti ad avere un incontro con Nanni Fiscon, direttore generale
dell'AMA. L'AMA e' l'azienda che a Roma si occupa di rifiuti urbani.
Binario Etico e' interessata a lavorare con loro per sottrarre calcolatori al
flusso aziende_dismettenti-AMA. In questo modo, le macchine sarebbero gia'
state pagate per lo smaltimento dall'azienda all'AMA (50 euro a macchina).
Noi le riqualifichiamo e se ci trovassimo domani a doverle smaltire
definitivamente, potremmo farlo senza pagare nulla piu'. Questa idea e'
copyleft Alberto Gistri del Golem, il padre di tutti noi trashwaristi. In un
incontro a Firenze, Alberto mi spiego' la cosa nel dettaglio.
Vi mando un resoconto dell'incontro avuto con Fiscon, sperando di farvi cosa
gradita. Credo che questa sia una strada che anche gli altri gruppi italiani
possono percorrere.
Saluti AMAti,
Davide Lamanna
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Incontro con Nanni Fiscon, direttore generale dell'AMA
Dopo aver presentato la nostra idea, abbiamo chiesto delucidazioni sul modus
operandi di AMA in materia di recupero di PC. Questi vengono trattati come un
qualunque altro elettrodomestico. Esiste una differenza tra rifiuto solido
urbano tradizionale (quello che finisce nei cassonetti, per intenderci) e gli
elettrodomestici consegnati all'AMA o da questa ritirati: i primi sono
proprietà del comune (nessuno può rovistarci dentro senza chiedere il
permesso al comune); i secondi sono proprietà dell'AMA, che dunque può
disporne nel modo che ritiene più opportuno (ad esempio, darceli a noi).
Altro aspetto importante: per i PC (e gli elettrodomestici in generale), AMA
tratta quasi esclusivamente con il privato cittadino. Esistono modalità di
gestione dei rifiuti delle aziende (ad esempio, i famosi 50 euro a macchina
per utenti business), ma nella pratica le aziende scelgono quasi sempre altre
soluzioni private. Comunque gli abbiamo chiesto se possiamo intervenire nel
flusso Aziende-AMA (che, seppur limitato nei numeri, esiste) per sottrarre
mercanzia a nostro piacimento; ha detto che non ci sono problemi.
Il cittadino ha tre modi di disfarsi legalmente del suo vecchio PC:
- le isole ecologiche: luoghi preposti allo scarico gratuito di materiale
obsoleto di varia natura;
- le domeniche ecologiche: eventi bimensili dedicati alla consegna all'AMA
dell'eccedenza tecnologica, modalità anche questa gratuita;
- il servizio di ritiro a domicilio.
Nell'ultimo caso, è AMA Servizi (società controllata al 100% dall'AMA) a
gestire la cosa. Il costo è di circa 10 euro a manufatto (50 euro per le
aziende). Il materiale viene poi consegnato alla società Nike, che viene
pagata al Kg per eseguire lo smaltimento.
Ultimamente, come AMA, stanno mettendo in piedi un impianto di smontaggio e
recupero pezzi. Non si tratta di riciclaggio, ma nemmeno di riuso puro (come
intendiamo farlo noi). Si tratta comunque di un buon passo avanti.
Abbiamo fatto presente il ritorno di immagine che AMA avrebbe nel lavorare con
noi. Essi già lavorano con ONLUS e cooperative sociali (ad esempio, una ONLUS
si occupa di fargli il recupero dei toner delle stampanti). Quindi vogliono
essere sicuri che anche noi siamo senza fini di lucro e che abbiamo delle
attività avviate. Gli abbiamo detto del finanziamento che abbiamo ottenuto
dalla Provincia di Roma ed è sembrato contento.
Abbiamo poi parlato dell'idea del servizio web di ritiro e ridistribuzione e
di altre idee visionarie. Tutte cose interessanti, ha detto, ma vediamo di
capire prima se possiamo lavorare insieme. Poi, se la cosa prenderà piede, si
vedrà. Ad esempio, al momento non possiamo garantire un flusso di 100
macchine riqualificate a settimana. Di questo lui ne è perfettamente
consapevole. Inizieremo con numeri molto più bassi e cercheremo di crescere.
Rispetto a questo è sembrato in ogni caso interessato. Però, se poi la
collaborazione ci sarà, vuole sapere qual è il volume di PC che gestiamo al
momento. Dobbiamo fare una stima. Ci richiamerà in settimana per farci sapere
cosa può offrirci l'AMA.
Infine, gli abbiamo chiesto se hanno degli spazi da darci per poter lavorare
più agevolmente. Su questo ci ha consigliato di rivolgerci ad altre
istituzioni: di spazi, l'AMA non ne ha.
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