[trashware] costa piu' tenere acceso un computer per 4 anni che comprarne uno nuovo

Paolo Marchiori paolo@marchiori.net
Ven 28 Apr 2006 11:38:23 CEST


Accattone, Thu, Apr 27, 2006 at 07:18:21PM +0200:
> Vorrei pregare tutti e tutte di non usare lettere accentate e
> sostituirle con l'apostrofo. Scusate per questo commento da hacker, ma

Ahimé, anche su questo non sono molto d'accordo. Credo che ogni cultura
abbia diritto ad esprimersi nel modo più corretto, senza piegarsi a
strumenti pensati per le altre. Così, visto che esistono gli strumenti per
rappresentare correttamente i caratteri nazionali (strumenti usabili anche
su trashware!), non vedo perché ignorarli.
Poi che io sia un farloccone che non è ancora riuscito a trovare la
combinazione giusta di charset, terminale ed impostazioni di mutt è un
altro discorso... :)

> Esattamente. Cosi' i calcoli sono riferiti al massimo possibile, come
> si fa nel sovradimensionamento ingegneristico. E' come se avessimo
> detto che per due anni il CDROM non ha mai smesso di girare al
> massimo, l'hard disk nemmeno, il floppy nemmeno ecc. ecc.

Ma non è un calcolo reale! E così pure non si può fare il calcolo per otto
ore al giorno per i giorni lavorativi con un sistema da videogamer!

> Il fatto che sia l'unico accettabile e' ampiamente discutibile.
[...]
> medie in tempo sono pari alle medie di insieme). Anche questa sarebbe
> un'approssimazione. E pure pesante...

Sicuramente è molto più pesante fare i calcoli coi sistemi al massimo,
soprattutto perché non si tiene conto del fatto che sì, i sistemi nuovi al
massimo consumano molto di più, ma nell'utilizzo medio la differenza di
consumo non è così alta (ed è anzi spesso compensata dal minor tempo
di impiego effettivo, il che permette di tenere spente le parti che
consumano per tempi più lunghi).

> Ma mettiamoci daccordo e troviamo un sovradimensionamento che ci
> consenta di uscire dall'arbitrio.

No, non è possibile "trovare un sovradimensionamento". Non si possono
applicare modelli "da ingegnere" (ossia: "sovradimensioniamo tutto e
vaffanculo") (non si offendano gli ingegneri per l'affettuoso dileggio)
alle situazioni esistenti. Va bene quando si debba progettare ex-novo,
ma non quando si voglia simulare il più verosimilmente possibile
l'esistente!

> ricambio. Il tempo zero del Trashware e' quello in cui ci sono gia'
> dei PC prodotti, la quasi totalita' dei quali e' destinata alla
> discarica. Il Trashware dice: "Che non si produca un nuovo PC!". Ecco

Non la vedo così semplicisticamente, mi spiace. Per me il Trashware è
altro. E' una cosa più realistica:
"Produciamo dei nuovi PC per quelle applicazioni in cui il nuovo PC
costituisce un risparmio energetico, lavorativo, economico. I PC sostituiti
invece riutilizziamoli in quelle situazioni ove sia presente un PC magari
ancora soddisfacente dal punto di vista prestazionale ma non più
conveniente da quello del consumo. Quest'ultimo, se non è richiesto in
nessun luogo SPROVVISTO di PC, venga dismesso ed annientato".

L'esempio pratico è la situazione dello studio professionale che esponevo
nell'altra mail. Come sicuramente avrai notato c'è qualcosa in
quell'esempio che non quadra: i due PC portatili acquistati sono due PC
usati. Da dove vengono? Vengono da un'azienda che li ha dismessi dopo 4
anni e sostituiti con PC nuovi perché i costi di manutenzione non erano più
sostenibili.

> Non so per chi lavori tu, ma questi sono dati WWF/BASSNET.

Mi piacerebbe sapere su cosa si basano perché mi sembrano estremamente
irrealistici. Lavoro per una piccola (800 dip.) multinazionale con base in Italia;
dover sostituire i 380 PC ogni 1,5/2 anni significa che il parco macchine
ti costa ogni anno circa 150000 euro di solo hardware. Aggiungi le licenze
del software inscindibile dall'hardware, e soprattutto il tempo di
deployment: siccome sostituisici un PC ogni uno-due giorni significa che
devi avere una persona DEDICATA alla sostituzione CONTINUA dei PC.
Ti sembra realistico? Non so che espereienza tu abbia del mondo aziendale,
ma ti assicuro che sono costi molto, molto, molto alti.

> Direi che per il punto 1 si puo' trovare un metodo migliore, ma quello
> che abbiamo usato noi e' scientificamente corretto. Per il punto 2, ci

no! non è scientificamente corretto perché (in base alla definizione di
"metodo scientifico") non fornisce risultati simili a quelli misurati
sperimentalmente!
scusa, ma è il classico "errore da ingegnere"...

> siamo rifatti a dati esistenti, ma se non sono validi si possono

Ti dico: i dati riportati mi sembrano poco verosimili. Purtroppo non ho
trovato fonti attendibili: cercando in rete si parla approssimativamente di
average lifespan sui 3-5 anni, ma senza citare studi o fonti. L'unica volta
in cui ho trovata una fonte è stato su un opuscolo di Greenpeace che parla
di 2 anni di vita nel 2005, ma lo fa citando un URL dell'EPA che non esiste
più. Cercando nei documenti dell'EPA si trova il documento: è uno studio
del 2000 che dice "se il lifespan nel 1997 era di 6-7 anni, si prevede che
nel 2005 scenderà fino a 2 anni". Previsioni, dunque: vecchie di 6 anni e
risalenti a prima dell'ultima recessione e dell'attuale crisi energetica.

> cercarne degli altri. Per il punto 3, non capisco bene cosa intendi.

Intendo: i ricambi. I PC si guastano: i condensatori scoppiano, le ventole
si impolverano, girano male e surriscaldano i componenti, gli hard disk
grippano, eccetera. I componenti guasti vanno sostituiti, quindi vanno
prodotti. L'osservazione che il magazzino ricambi è infinito è assurda,
perché se tutti i PC sono in uso i ricambi vanno prodotti ex-novo.

> Qui si parla di costi per il Pianeta Terra, non per l'azienda di
> turno, spero che questo almeno sia chiaro. E' un problema di risparmio
> globale, non di risparmio aziendale. Quando tu compri un cellulare e
> lo paghi 100 euro hai causato danni nel mondo pari a centinaia di

Su questo non ci piove. Ma se tu continui ad usare la tua Oldsmobile del '59
con serbatoio in amianto e telaio in piombo che fa 6 chilometri con un
litro, ovviamente non hai i costi ambientali di produzione della Punto
nuova ma ne hai ben altri in termini di maggiore deterioramento
dell'ambiente causato dall'uso di un prodotto largamente inefficiente e
prodotto senza alcun criterio di rispetto ambientale.

> Quanto all'entusiasmo, lasciacene un po' anche se eccessivo e
> genuino... Senno' perdiamo ogni motivazione a lottare in questo
> sistema di merda.

Non ho nulla da ridire sull'entusiasmo. Ma che sia impiegato nel modo
corretto. Altrimenti vale tanto quanto l'entusiasmo del ragazzetto
tredicenne che vuole ogni sei mesi il computer più potente di quello del
suo vicino.

p.
-- 
pbm - "Tutte le storie sono storie d'amore."
                                  (Robert McLiam Wilson - "Eureka Street")


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