[trashware] informatica sostenibile: altre considerazioni

isotope@tin.it isotope@tin.it
Gio 19 Apr 2007 13:52:40 CEST


Anch'io sono d'accordo con quanto è stato detto e, da industrial 
designer, penso che la mia categoria sia sensibilmente responsabile di 
tutto questo. Se da un lato sono il mercato e la disinformazione degli 
utenti a favorire questo fenomeno, i designer lavorano da anni nella 
totale incoscienza di quanto siano "disedeucativi" i loro prodotti e 
creano inconsapevolmente mode e bisogni che portano a una profonda 
insostenibilità del sistema.

L'obsolescenza programmata è un problema 
che affligge tutto il mondo della produzione e i computer in particolar 
modo: pc e notebook usano materiali e tecnologie che sono difficili da 
adattare a processi di recupero e riciclo; non sono progettati per 
essere aggiustati, implementati,  disassemblati facilmente; si fondano 
sul presupposto che gli utenti "non ne capiscono nulla" e "meno mettono 
le mani su una macchina, meglio è"; hw e sw si alternano in un 
reciproco e ridicolo inseguimento per ottenere prestazioni sempre 
maggiori, cercando di risolvere il problema in termini di potenza (e 
innescando un circolo vizioso senza fine) invece che in termini di 
ottimizzazione del rapporto fra prestazioni hw e sw. Tutti questi 
fattori e altri determinano la senilità precoce dei prodotti immessi 
sul mercato.

E' questo un problema che sto senz'altro tenendo 
presente, ma non l'unico.
Le aree problematiche che sto cercando di 
affrontare, tanto per dare un'idea, sono: la sostenibilità delle 
risorse materiali utilizzate per la produzione; il consumo energetico; 
la tossicità dei componenti; l'accessibilità hw e sw; la ridondanza di 
molte componenti di pc e notebook e la loro sovrapposizione con altri 
prodotti elettrici-elettronici (tv, radio, telefono, stereo, lettori cd 
e dvd, etc...) il ché, in termini di cicli di materia, è uno spreco 
indicibile; lo smaltimento e il recupero secondo i principi 
cradle2cradle (http://www.greenblue.org/); hw libero, modulare e 
implementabile; una serie di problematiche sociali connesse alla 
produzione e all'uso dei computer (le guerre per il Coltan, il digital 
divide, il monopolio delle grandi sw house, etc...); varie altre 
problematiche specifiche.

La mia convinzione è che l'unico modo di 
ridurre sensibilmente l'attuale insostenibilità dell'IT, sia 
nell'adozione di un approccio sistemico. E' impossibile affrontare il 
problema cercando di risolverne i singoli aspetti con tecnologìe ad 
hoc. Per ottenere risultati rilevanti è necessaria una visione olistica 
e integrata del sistema computing, è indispensabile l'apporto di 
persone con esperienze e professionalità diversificate, è fondamentale 
pensare le soluzioni in termini di buon senso, buone prassi ed 
efficacia, oltre che in termini di tecnologia ed efficienza.

Spero di 
non esser stato troppo lungo o noioso, ma ci tenevo a presentare la mia 
visione in maniere un po' più organica. Penso che la sostenibilità 
richieda profondità d'informazione.

Prego chiunque fosse 
particolarmente interessato alla tematica di contattarmi personalmente: 
ho molto materiale da condividere e sul quale mi piacerebbe 
confrontarmi con interessati.
Infine, aggiungo che il blog "green pc, 
sviluppo informatico sostenibile" (segnalato nella scorsa mail) vuole 
essere un contenitore aperto, per cui chiunque è invitato a 
registrarsi, a commentare i post, a richiedere la possibilità di 
diventarne autore.

Grazie ancora per l'attenzione e le vostre 
riflessioni,
s   t   e


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