[Scuola] software piratato e software libero

M. Fioretti mfioretti@nexaima.net
Mon Jun 8 09:12:35 CEST 2009


On Sat, Jun 06, 2009 18:33:42 PM +0200, Paolo Brunello wrote:
> Ciao,
> mi trovo in una situazione difficile nel mio progetto qui in
> Burundi, in quanto tutti i miei sforzi di promuovere l'uso del
> software libero vengono osteggiati con forza dai miei colleghi
> (europei)

Riparto da qui sia per rispondere in generale a Paolo sia per un paio
di commenti altrettanto generali sulle altre risposte viste finora.

Per quanto riguarda il problema di Paolo, non c'è peggior sordo di chi
non vuol sentire o di chi, in effetti, NON ha il problema che tu
sai/vuoi risolvere (vedi sotto). Ho l'impressione, che ovviamente
spero sia errata, che se tutti gli argomenti presentati ieri su questa
lista avessero una qualche rilevanza per le persone che lui ha
effettivamente davanti lì e ora, Paolo sarebbe già riuscito a
convincerli da un pezzo senza aiuti esterni, visto che a queste cose
ci crede davvero.

In casi del genere, la strada più efficace che rimane, se non l'unica,
potrebbe essere far intervenire i media e organizzazioni
specializzate, sia in Europa che in loco, in modo che *loro* mettano
alle strette chi non fa il proprio dovere. Esempi:

In Europa: questi "colleghi" sono un'organizzazione finanziata con
fondi pubblici, magari UE? Se sì, perché non segnalare il problema a
FSF-Europa e ai parlamentari/ candidati alle Europee di quel paese che
si sono impegnati per il software libero ( vedi
http://freesoftwarepact.eu/), ai LUG e gruppi tipo ASSOLI dell'area,
eccetera? Scatenargli addosso una campagna stampa mirata, in casa,
potrebbe avere lo stesso effetto positivo già avuto a suo tempo con la
CRUI, vedi link nel mio primo messaggio.

In Burundi, e in Africa: stessa strategia, ma puntando il dito sul
neocolonialismo, visto che lì avrebbe molto più presa di quello che
avrebbe effetto in Europa. Segnalare l'iniziativa di evidente
neocolonizzazione alle organizzazioni, giornali, radio locali,
eccetera, suggerendogli di chiederne la ragione pubblicamente ai
responsabili burundesi del progetto.

Per mosse del genere, i contatti iniziali sono www.fossfa.org, Eacoss
e tutte le altre organizzazioni/persone menzionate in
http://www.tectonic.co.za/?p=1158 o i membri della mailing list
http://globalcn.tc.ca/mailman/listinfo/aflug

é perfettamente possibile che (almeno nella parte africana) una
strategia del genere sia irrealizzabile per Paolo, ma se lo è potrebbe
dare molti più risultati che sperare nell'apertura mentale di persone
che hanno già dimostrato di non averla. Come metterla effettivamente
in pratica... non lo so, dipende dalle condizioni sul campo e dalle
singole persone coinvolte, quindi mi fermo qui.

Seconda parte del messaggio, cioè "commenti altrettanto generali sulle
altre risposte viste finora". Questo caso è un perfetto esempio di
come parecchi slogan non siano affatto leggi fisiche universali ma
criteri validi solo in certi contesti. Stabilità del software libero e
aggiornamenti automatici via Internet sono assolutamente irrilevanti

(anzi, nel secondo caso sono un problema) in luoghi dove non c'è banda
larga oppure la corrente va via ogni due ore.

Il discorso della lingua, cioè avere un'ambiente *completamente*
localizzato ha molto più potenziale, ma forse solo a livello di
istruzione base, non di CAD.

Quanto al CAD, purtroppo la qualità di Autocad vs quella di
alternative GPL conta poco o nulla se ciò che questi tecnici dovranno
fare è, in gran parte, rielaborare/mixare progetti già incatenati nei
**formati** proprietari di Autocad, e questo s'è già detto su questa
lista. Anche qui, se possibile forse conviene parlare solo della
dipendenza nel lungo termine.

Marco

PS: spunti ed esempi generali su questi temi si trovano qui:

http://mfioretti.com/it/culture-diritti-civili-societ-dellinformazione
http://mfioretti.com/it/come-formati-dei-file-favoriscono-innovazione-cittadinanza-attiva-mercati-davvero-liberi

-- 
Your own civil rights and the quality of your life heavily depend on how
software is used *around* you:            http://digifreedom.net/node/84



More information about the scuola mailing list