[bglug] Social network per bambini
Daniele Pitrolo
d.pitrolo@gmx.com
Mar 3 Nov 2015 12:03:20 CET
> Si, in realtà avevo colto il tuo approccio idealista, ma sto notando
> che la realtà, specie in questo caso, è molto diversa e trovo
> sacrosanta una frase letta nella discussione "nessuno può permettersi
> di giudicare come un genitore educa il proprio figlio" (senza tirare
> in ballo casi eclatanti o assistenti sociali s'intende) e trovo anche
> eccessivo il termine 'censura' letto più volte; un genitore è
> responsabile civilmente e penalmente per i propri figli (oltre che
> moralmente) ed è quindi normale che fra i suoi diritti e/o doveri ci
> sia anche quello di filtrare, secondo la proprio opinione, tutto ciò
> che ritiene necessario filtrare, questa non è censura; la censura è
> purtroppo o perfortuna altra cosa.
Nel momento in cui sei tu a fornire strumenti agli altri che consentono
loro di comportarsi in una certa maniera, è un tuo DOVERE valutare il
comportamento e giudicarlo. È consigliabile farlo senza giudicare la
persona che tiene il detto comportamento, ma il dovere si limita alla
prima parte.
Spero che per nessuno sia troppo lontana nella memoria il momento in cui
la shell vi ha segnalato che con grandi poteri vengono grandi resposabilità.
Creando un sistema di comunicazione tra persone si è responsabili dei
poteri di controllo che si danno su queste comunicazioni.
Poco importa che siano bambini di 7 anni: che parlino di lellichelli, di
"mio fratello mi ruba i giochi", stanno parlando del loro universo, del
massimo di cui possono parlare. Sminuire l'importanza dei messaggi di
cui sono capaci è sminuire loro stessi, è non considerarli con rispetto
e lì sì, non giudicandoli. Ed è quanto meno contraddittorio, volere fare
parlare e comunicare dei bambini e sminuire al tempo stesso quello che
possono dirsi: se il tutto non parte da un rispetto profondo della
parola, allora non stai dando potere ad un bambino, non lo stai
liberando: lo stai gestendo.
E se un giorno un bambino volesse parlare di "mio padre mi mena"? Puoi
escludere con certezza assoluta che questo avvenga? Anche se si sapesse
controllato, potrebbe farlo: l'urgenza di comunicare ed il sentimento di
intimità che dà la solitudine nella quale si trovano quando scrive
potrebbe tradirlo, così come tradisce moltissime persone che in regimi
totalitari, sapendosi sorvegliati, parlano. Avviene in varie parti del
mondo, e delle persone sono identificate, catturate, torturate ed uccise
per questo.
E se avvenisse, ed il genitore potesse scoprirlo grazie al sistema di
controllo che tu hai previsto? E se lo menasse ancora di più per punirlo?
Conoscete Area spa? Ha semplicemente dato degli strumenti di controllo
sulle comunicazioni. A Assad.
Se parlassi a delle persone che hanno una visione sociale
dell'importanza dell'informatica libera direi che è fondamentale avere
anche un'idea delle implicazioni sociali che ha l'instillare in dei
bambini l'idea che le comunicazioni sono controllate. Una persona anche
solo tiepida di fronte all'attività di sorveglianza di massa non può
esimersi dal riconoscere che creando delle situazioni simili prepara
l'accettazione e la rassegnazione ad una società di controllo, una
società nella quale è normale ed accettabile che tu abbia sempre
qualcuno che, il mento sopra la tua spalla, legge quello che stai leggendo.
Per quanto riguarda la responsabilità, la cosa è semplice: tua figlia
sarà non responsabile di fronte alla legge, ma può essere responsabile
di fronte a te. Non le affidi strumenti che non sa gestire: la
introduci, resti a disposizione per sostenerla, e ti fidi di lei.
Per il resto la discussione ha debordato ben oltre le mie capacità di
leggerla, ma mi preme tornare su questo punto per dire il mio totale
disaccordo e quanto questo approccio sia pericoloso. Tanto più che se la
richiesta è volta a trovare una scuola che metta in piedi questo
sistema, lo gestisca e se ne dichiari legalmente responsabile, allora è
aria fritta.
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