quo vadis? (un po' lungo)

Davide Zanon d.zanon@infinito.it
Mer 1 Mar 2006 21:57:15 CET


On Tuesday 28 February 2006 23:02, max@mail.studiomasson.it wrote:
> Questa mail non ha nulla a che vedere con linux, ma non l'ho messa OT.
> Probabilmente ha molto a che vedere con GNU/Linux, a scelta!

> Ad ogni modo, condivido qualche considerazione con voi, perchè vorrei
> sapere cosa ne pensate.
>
> Sto leggendo molte cose in rete su come sta cambiando l'informatica e la
> telematica in questo periodo ("in rete" è peraltro già significativo.
> Non esistono molte altre fonti di informazione che trattino
> esplicitamente gli argomenti di cui parlo...). E vedo che moltissime
> cose stanno cambiando, così diversamente da quanto avrei potuto
> immaginare non molto tempo fa, che alcune preoccupazioni si fanno spazio
> nei miei pensieri.
>
> Di cosa sto parlando? Di tante cose. DRM e TC in primis, non tanto dal
> punto di vista delle "limitazioni", quanto dal punto di vista della
> "sottrzione della libertà di scelta" all'utente (nonchè di privacy,
> quella reale, in futuro...), ma anche di come cambia la rete, tanto in
> termini di "decisioni" dei provider su come gestire il traffico dei
> propri utenti (priorità e cose varie, ma senza che l'utente possa
> decidere nulla), passando per le ultimissime attività di censura
> legalizzata, come capita solo in cina e pochi altri paesi al mondo, non
> dimenticando l'interesse nascente di alcuni "big" nello spremere soldi
> da ogni bit (inteso come unità atomica d'informazione binaria).
>
> Beh, non era questo che mi aspettavo. Anzi, dopo aver conosciuto
> l'informatica libera non molti anni fa, mi aspettavo di andare sempre
> più in direzione della libertà e dello scambio di idee. Ma mi pare di
> percepire una massiccia movimentazione in direzione opposta.

Anch'io, per quel poco che posso capire, mi aspettavo quello; invece da cio' 
che sta accadendo ultimamente ho l'impressione sempre piu' forte che la 
maggior parte del mondo informatico si stia adattando (per mancanza 
d'informazione, per inerzia, per mancanza d'interesse o di tempo gli 
ute/onti, per impossibilita', interesse o chissa' per quale altra ragione 
coloro che /vivono/ in questo campo nei vari sensi) mollemente ad un 
cambiamento che ai miei occhi e' terrificante ed imposto. 
Io _non voglio_ che un entita' pandimensionale la cui proiezione nella nostra 
dimensione e' un sistema di chip e software ( ;-) ) mi protegga da virus che 
non mi faranno mai nulla (so che e' un esempio immensamente infimo ma e' una 
delle cose che mi vengono in mente), non lo capiscono? Io voglio poter fare 
cio' che mi pare con il mio computer, se compio reati potro' essere 
perseguito, ma non va assolutamente bene che mi si impedisca preventivamente 
di compiere azioni che quell'entita' non gradisce. E' la traslazione del 
principio della guerra preventiva, sulla quale la mia opinione e' chiara.

> Quando ho occasione ne parlo con gli amici appassionati d'informatica,
> quelli che "mi possono capire", ma spesso vedo reazioni perplesse ed
> alcuni "maddaì" (di solito accompagnati a commenti tipo: "figurati se
> non craccano anche il TC, non comprendendo: (1) che il problema non e'
> craccarlo ma non dover essere obbligati a farlo per poter "pensare", e
> (2) che probabilmente  le carte in tavola cambieranno così radicalmente
> che solo via software sarà improbabile...), e soprattutto vedo che
> sfugge la sensazione di perdita di libertà a scapito di variegati
> "tecnicismi".
> Fino a sentirmi dire che ho una visione apocalittica del futuro, e mi
> preoccupo troppo.

> Però noto che di queste cose anche tra "noi" che bazzichiamo il sw
> libero se ne parla pochetto, e in ML non passa granchè. Vorrei capire se
> solo io sono "preoccupato" per la direzione che alcune cose stanno
> prendendo, o se ci sono altri che non la vedono così limpida.

Temo sia la maggior parte degli altri a non avere alcuna coscienza del 
cambiamento in atto, del resto probabilmente prima del ventennio la 
situazione era simile... Io sono di tendenza paranoico, ma in questo caso 
temo anche di essere troppo poco preoccupato. Ho l'impressione che i nostri 
diritti di liberta' rischino di finire spazzati via per lasciar posto ad 
un'autostrada di vita informatica molle, comoda e sotto il controllo di un 
qualche brutto ottuso e superpotente prostetnico Vogon (so che la 
similitudine e' troppo tirata e c'entra di piu' 1984, ma viva la fantasia!)

> E, nel caso ci fossero altri preoccupati, mi domando se non sarebbe il
> caso di "parlare" un po' di più di queste cose, di "fare cultura"
> (inteso sempre come far conoscere le alternative) di modo che si possa
> conoscere un po' di più il mondo che stiamo costruendo.

> Anche perchè ritengo che questo tipo di attività sarebbe uno dei più
> nobili ed istituzionali ruoli che un lug potrebbe avere, ed una delle
> più significative iniziative che si potrebbero intraprendere.

> Io mi sono appena un po' sfogato.
> Voi come la pensate?

D'accordissimo, condivido pienamente anche questi ultimi paragrafi (per 
legarmi a prima, sarebbe bello potessimo agire da delfini, giocando pero' in 
anticipo...) (purtroppo, conoscendomi, il massimo che faro' sara' parlarne in 
famiglia e a qualche amico che tendenzialmente preferira' giocare a Call of 
Duty che ascoltare Savonarola ;) 

> Come sempre, grazie della pazienza,
> Max.

Grazie a te anche per aver lanciato l'argomento, scusate per la risposta 
disorganica e confusionata nonche' estremamente insignificante, anch'io 
sentivo il bisogno di dire qualcosa; nessun chip ha corretto il tiro per cui 
prendete tutto cum multis granis salis. 

Ciao,
davide


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