[pierpiggi@gmail.com: [LUG] Lettera al ministro Brunetta]
Diego
panda84@inwind.it
Ven 11 Dic 2009 12:49:23 CET
>
> C'e` scritto questo:
>
> [...] i giovani (e con loro gli insegnanti, e le famiglie) formati oggi
> dalla scuola, saranno in futuro cittadini e lavoratori capaci di
> utilizzare solo i software che ora ricevono "gratis" o "a prezzo di
> favore": clienti e consumatori che troveranno più difficile scegliere
> soluzioni alternative.
>
> [...] il regalo di oggi si trasforma in un debito che nel futuro
> salderanno le imprese, i cittadini ed il Paese.
>
> Implicitamente viene affermato che non bisogna fargli usare windows perche'
> gli causera` danni cerebrali permanenti.
Personalmente ci leggo una considerazione di più ampio respiro. Non è
solo Microsoft che propone i propri prodotti in offerta o in regalo a
studenti e scuole, ma lo fanno, e anche in misura molto maggiore,
Autodesk (Autocad), Adobe (Photoshop) e tanti altri.
Per quanto questo sia lecito, ed in un certo senso auspicabile
(piuttosto che uno studente pirati Office o Photoshop meglio che
acquisti una licenza scontata) va evitato che questo produca l'effetto
che fanno le droghe: l'assuefazione.
Andiamo per alzata di manina:
- quante persone conoscete che utilizzano Office solo perché "è quello
che c'è già?";
- quante persone conoscete che sono restie ad utilizzare OpenOffice non
tanto perché hanno bisogno di funzionalità presenti in Office ma non in
OpenOffice (motivazione accettabile), ma solo perché non ci sono abituate?
Per questo è importante che nelle scuole ci si ponga il problema di
quale software sia meglio utilizzare considerando ANCHE il futuro dei
ragazzi, e non solo pensando: "l'azienda X ci offre il software più
potente del settore a prezzo scontatissimo perché siamo una scuola /
sono uno studente / un insegnante". Ci si deve porre anche il problema:
"ma bastava un software meno potente?", e anche "in che misura la scelta
di software che ho operato influenza i miei utilizzatori" e infine "se
scelgo un software proprietario, sono sicuro di non fare solo un regalo
a chi lo produce?".
Scusatemi, ma mi pare che in generale poca gente si ponga queste
domande, quindi credo sia giusto sottolinearle in una lettera di quel tipo.
Ciao,
Diego
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