[Tech] chain letter

Franco Bagnoli bagnoli@dma.unifi.it
Gio 3 Maggio 2001 14:35:13 CEST


On Thu, 3 May 2001, Francesco Poli wrote:

> 
> On 2001.05.02 10:23:28 +0200 Franco Bagnoli wrote:
> [cut]
> > 
> > Pero' mi e' venuto in mente che i meccanismi di diffusione delle
> > chain
> > letter sono molto simili a quelli dei virus, e forse e' piu' facile
> > seguire una chain letter che un virus.
> 
> Stiamo parlando di worm piu' che di virus, mi pare di capire.
> Giusto?  :)

non e' detto: un worm si "replica" andando a diffondersi sugli indirizzi
presenti nella rubrica, mentre un virus (diciamo macro virus) si replica
perche' un utente scambia documenti infetti con altri utenti. 

In ogni caso quello che a me reme sapere e' la "forma" della rete delle
connessioni tra gli individui. Le reti "teoriche" semplici sono: 

1) reticolo regolare in D dimensioni e numero di coordinazione K, per
esempio

      D = 1, K = 2 : ... --0--0--0--0--0-- ...

      D = 2  K = 4 :  
                |  |  |  |  |
              --0--0--0--0--0--
                |  |  |  |  |
              --0--0--0--0--0--
                |  |  |  |  |

ecc. La diffusione di una epidemia dipende piu' che altro dalla
dimensionalita' D: se D e' sufficientemente grande, K non puo' essere
piccolo  e la diffusione o e' rapida o muore subito

2) campo medio: tutti sono connessi con tutti E' come il caso precedente
con D=infinito 

3) connessioni casuali con numero di coordinazione K (di solito danno gli
stessi risultati del campo medio)

4) reticoli regolare + alcune connessioni lunghe : e' stato studiato da
poco, e da' l'effetto "small world": bastano poche connessioni casuali per
dare il campo medio anche con D piccolo

5) struttura ad albero 
        ..
       /
      0-..
     / 
    0-0-..
   /   \..
  0     ..   
   \   /
    0-0-..
     \ 
      0-..
       \..

e' una struttura estremamente gerarchica. In questo caso la diffusione e'
molto lenta, ma bastano poche connessioni tra i rami per riottenere il
campo medio (almeno penso: devo studiarla meglio) 

6) struttura "scale free" (che e' quella che e' stata ipotizzata per
nternet): e' come un grafo casuale, ma invece di avere ogni nodo con K
connessioni, ce ne sono alcuni con tantissime connessioni, e altri con
poche. Il comportamento ovviamente dipende dalla
legge di distribuzione delle connessioni 
Se la distribuzione e' "stretta" attorno ad un valore tipico di K,allora
siamo nel caso del grafo casuale, se invece e' molto "larga" otteniamo
l'effetto che non esistono soglie per la diffusione delle epidemie, e
pero' l'infezione rimane sempre molto bassa. 

7) Ipotesi mia: esistono delle "nicchie" (reti aziendali poco connesse) in
cui i virus o le chain letter restano intrappolate per lungo tempo.


> > Ovviamente la soluzione del problema potrebbe essere quella di
> > mettere su
> > una chain letter specificando che e' per un esperimento scientifico,
> > dando
> > i riferimenti giusti e chiedendo alle persone di collaborare.
> 
> Secondo me richiedere esplicitamente la collaborazione falserebbe
> l'esperimento.
> Se un utente si ritrova un messaggio con scritto "per favore collabora
> con noi" puo' decidere di farlo o di non farlo: in questo modo
> verrebbe testato il suo altruismo e la sua fiducia e non la sicurezza
> del suo sistema e del suo MUA.
> La chain letter si propagherebbe grazie ad utenti altruisti &
> fiduciosi.
> Gli worm invece si propagano grazie ad utenti dotati di sistemi
> colabrodo (quanto a sicurezza).
> Questi ultimi sono probabilmente i piu' inesperti (e quindi impauriti
> dallo strano messaggio) o menefreghisti: sarebbero proprio loro a
> bloccare maggiormente l'infezione innocua della chain letter.

a me interessa piu' che altro scoprire la "forma" tipica delle connessioni
personali su internet. La cosa carina e' che per questi fenomeni di grande
scala i dettagli sono poco influenti, se anche risponde solo un
sottogruppo di persone abbiamo sempre un risultato importante (a meno,
certo, che queste persone siano completamente diverse dalle altre, come
potrebbe essere un virus/worm che si diffonde solo su emacs :) 


> IMHO l'unico modo e' creare un worm innocuo (cioe' privo di meccanismo
> di danno), ma dotato del meccanismo di infezione da studiare.
> E, naturalmente, del meccanismo di tracciatura che serve a permetterne
> lo studio.

io non pubblico certo un lavoro in cui si dice che ho diffuso
coscientemente un worm su internet...

 

-- 
Franco Bagnoli
Dipartimento di Matematica Applicata "G. Sansone"
Universita' di Firenze, Via S. Marta, 3 I-50139 Firenze, Italy
tel. +39 0554796422, fax: +39 055471787
e-mail: bagnoli@dma.unifi.it






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