[Tech] chain letter

Francesco Poli e-frx@libero.it
Gio 3 Maggio 2001 23:49:19 CEST


On 2001.05.03 14:35:13 +0200 Franco Bagnoli wrote:
> On Thu, 3 May 2001, Francesco Poli wrote:
> 
> > 
> > On 2001.05.02 10:23:28 +0200 Franco Bagnoli wrote:
> > [cut]
> > > 
> > > Pero' mi e' venuto in mente che i meccanismi di diffusione delle
> > > chain
> > > letter sono molto simili a quelli dei virus, e forse e' piu'
> facile
> > > seguire una chain letter che un virus.
> > 
> > Stiamo parlando di worm piu' che di virus, mi pare di capire.
> > Giusto?  :)
> 
> non e' detto: un worm si "replica" andando a diffondersi sugli
> indirizzi
> presenti nella rubrica, mentre un virus (diciamo macro virus) si
> replica
> perche' un utente scambia documenti infetti con altri utenti.

Certo. I virus possono propagarsi all'interno di un sistema, ma non da
un sistema all'altro se non grazie all'(involontario) intervento di un
utente. Gli worm invece sono concepiti per propagarsi da un sistema
all'altro senza l'aiuto umano...
E' corretto?  
 
> 
> In ogni caso quello che a me reme sapere e' la "forma" della rete
> delle
> connessioni tra gli individui. Le reti "teoriche" semplici sono: 
> 
[cut]

Molto interessante!  :)

> 
> 
> > > Ovviamente la soluzione del problema potrebbe essere quella di
> > > mettere su
> > > una chain letter specificando che e' per un esperimento
> scientifico,
> > > dando
> > > i riferimenti giusti e chiedendo alle persone di collaborare.
> > 
> > Secondo me richiedere esplicitamente la collaborazione falserebbe
> > l'esperimento.
> > Se un utente si ritrova un messaggio con scritto "per favore
> collabora
> > con noi" puo' decidere di farlo o di non farlo: in questo modo
> > verrebbe testato il suo altruismo e la sua fiducia e non la
> sicurezza
> > del suo sistema e del suo MUA.
> > La chain letter si propagherebbe grazie ad utenti altruisti &
> > fiduciosi.
> > Gli worm invece si propagano grazie ad utenti dotati di sistemi
> > colabrodo (quanto a sicurezza).
> > Questi ultimi sono probabilmente i piu' inesperti (e quindi
> impauriti
> > dallo strano messaggio) o menefreghisti: sarebbero proprio loro a
> > bloccare maggiormente l'infezione innocua della chain letter.
> 
> a me interessa piu' che altro scoprire la "forma" tipica delle
> connessioni
> personali su internet. La cosa carina e' che per questi fenomeni di
> grande
> scala i dettagli sono poco influenti, se anche risponde solo un
> sottogruppo di persone abbiamo sempre un risultato importante (a
> meno,
> certo, che queste persone siano completamente diverse dalle altre,
> come
> potrebbe essere un virus/worm che si diffonde solo su emacs :)

L'idea sarebbe studiare le `connessioni' tra gli utenti di Internet,
analizzando quelle di un loro sottoinsieme (l'insieme degli utenti
disposti a collaborare)?
In caso affermativo, la cosa e' forse fattibile. Unico dubbio: il
sottoinsieme e' un campione rappresentativo dell'insieme?

> 
> 
> > IMHO l'unico modo e' creare un worm innocuo (cioe' privo di
> meccanismo
> > di danno), ma dotato del meccanismo di infezione da studiare.
> > E, naturalmente, del meccanismo di tracciatura che serve a
> permetterne
> > lo studio.
> 
> io non pubblico certo un lavoro in cui si dice che ho diffuso
> coscientemente un worm su internet...

E' chiaro: infatti ho detto che la cosa non sarebbe ne' bella, ne'
elegante, ne' pulita...  :)
E ora aggiungo: ne' pubblicabile!  ;-)


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