[Tech] Mysql e MyODBC
Marco Ermini
markoer@usa.net
Gio 31 Lug 2003 14:55:43 CEST
Mario CESTER disse:
[...]
> Ti devo riconoscere una abilita' dialettica notevole. Tutto questo
> discorso
> e' partito dai diritti e doveri della licenza GPL, cio' che e' lecito e
> cio' che non e' lecito. Cio' che e' moralmente ripudiato e moralmente
> accettato e' un altro piano dialettico.
Pero' e' la base di tutto. IMVVVHO, il problema del vostro ragionamento e'
che siete "saltati" nel sw libero mancando completamente tutto il discorso
a priori.
http://www.gnu.org/philosophy/linux-gnu-freedom.html
"Linux, GNU, and freedom"
e molti altri testi, in cui ovunque si dice che un sistema veramente
libero e' solo quello che non contiene sw proprietario.
La stessa definizione di "sw libero" e' preferita dalla FSF perche'
richiama l'idea di liberta'.
Questo non e' affatto, IMHO, un altro piano del discorso, ma l'incipit che
ha generato tutto e che quindi da' il senso a tutto. Non puoi ripudiarlo
prendendo solo le parti che ti piacciono. O meglio, sei liberissimo di
farlo (probabilmente un sacco di gente ruba codice da programmi liberi per
usarli in programmi proprietari), ma questo e' estraneo al nostro
contratto sociale.
Quindi, in quanto contrario al nostro contratto sociale, e' un discorso
che, nell'ambito ristretto del FLUG, e' moralmente non accettato. Questo
non significa che sia un crimine contro l'umanita' o che si debba tirare
fuori l'etica luterana di Hegel... questi sono discorsi troppo piu' grandi
di noi.
> Avendo avuto la fortuna di
> incontrare personalmente Richard Stallman, penso di aver un po' capito
> qual'e' la sua filosofia(se posso dare un nome al suo pensiero e'
> CopyLeft), che in gran parte condivido.
Io dal mio incontro con lui ho avuto solo una sgradevole sensazione di
puzza (ma si lava?) e francamente condivido solo una parte del suo
pensiero.
Quello che non mi va giu' e' proprio il fatto che Stallman parli di morale
(perche' ne parla eccome, non la chiama morale, ma dice cio' che e'
"giusto" e cio' che e "sbagliato", e dai tempi di Socrate questa si chiama
morale), e che si impunti su certe cazzate solo per questioni di orgoglio
personale, reiterando quel minoritarismo da nerd che e' poi nel suo DNA.
Per fortuna il movimento open source (o free sw, tanto e' la stessa cosa,
come e' la stessa cosa parlare di Linux e di sistema operativo GNU, per
quanto lui si impunti) e' andato avanti *nonostante* il suo minoritarismo.
Quello che bisogna riconoscergli e' di aver iniziato un movimento, ed il
fatto che l'impostazione che ha dato e' risultata vincente, le sue idee
sono vincenti - anche se ora il movimento e' molto piu' grande di lui e
ormai forse nemmeno lo riesce a seguire, semplicemente lo insegue
scagliando ogni tanto un anatema contro questa o quella cosa che non gli
garba - piu' o meno a ragione.
> Stallman non parla di morale, non
> parla di buoni o cattivi, ma cerca piuttosto di convicerti ad abbracciare
> la sua filosofia.
La morale implica una filosofia, e una filosofia ha la sua morale. Di
buoni e cattivi ne parla continuamente... come fanno tutti i "pensieri
semplici".
> Facendo un paragone religioso, per me il sw libero e' simile alla
> concezione della dottrina cristiana che accetta e rispetta (anche se non
> condivide) le altre religioni e non e' come quella musulmana in cui gli
> infedeli vanno sterminati.
Ho qualche amico musulmano (e pure un amico ateo marocchino, ateo ma
laureato sulla storia del Corano) che avrebbe molto da ridire su questa
tua definizione, come anche qualche storico delle crociate e qualche
giornalista che segue i movimenti cattolici anti-abortisti degli USA (che
pare non esitino talvolta ad ammazzare i medici che praticano l'aborto...
e sono movimenti foraggiati dal Vaticano) - ma questa lista direi che non
e' il luogo adatto...
[...]
> Innanzitutto il sw libero non e' solo basato su Linux ma esiste anche
> molto
> sw libero su Windows, che non sempre rimane tale quando opera in questo
> ambiente.
Anche qui, IMHO stai reiterando una confusione di idee.
Come ho gia' detto (e ripeto): un sw e' libero o proprietario
indipendentemente dalla piattaforma su cui gira (la piattaforma puo' a sua
volta essere libera o proprietaria, ma questo non cambia certo la licenza
del sw che sta girando!).
La FSF non lavora sul kernel di Linux perche' Torvalds usa BitKeeper, che
usa dei componenti sw non liberi, e quindi e' "male" installare BitKeeper
su un sistema GNU/Linux...
Similmente, un sw libero *rimane* *sempre* libero anche se lo installi su
un sistema operativo proprietario. Quindi *rimane sempre tale* in
*qualsiasi* ambiente.
> Se, ad es, un mio cliente utilizza MySQL, non gli DEVO vendere i miei
> prodotti?
Non ho capito questa domanda. Tu puoi vendere o meno i tuoi prodotti, sono
affari tuoi: se essi usano MySQL, o sono liberi, oppure acquisti una
licenza proprietaria di MySQL. Da quel momento, *quel* MySQL non e' piu'
GPL ma e' a licenza chiusa, quindi non e' piu' libero, ma e' un MySQL
*diverso* da quello GPL.
Quindi, alla tua domanda: perche' dovrei pagare per un sw che si trova su
Internet? la risposta e': perche' la licenza te lo impone, se sviluppi sw
non liberi.
[...]
> Mi attendevo qualchecosa di piu' sulle idee di business. Non sono riuscito
> a vedere il tuo sito in quanto non disponible
Installa una connessione ad internet, allora... diventera' disponibile ;-)
(come e' ininterrottamente disponibile dal Marzo 2002:
http://uptime.netcraft.com/up/graph/?host=www.westtoeast.it )
> ma - da come ti sei definito
> - ritengo la pubblicita' subliminale una forma "moralmente da ripudiare"
> anche se sono convinto rispetterai tutte le leggi che la limitano.
Era chiaramente una battuta... come la tua immagino :-)
> Da quanto ho capito, il tuo business, nel settore del software, e' la
> consulenza anche quanto "ti fai pagare per il software" esegui una
> customizzazione dei prodotti per un singolo cliente. E ti credo che sei
> favorevole al software libero. Se il mondo informatico fosse costituito
> solo da aziende di consulenza come la tua, non solo renderei disponibili i
> sorgenti ma fornirei anche il supporto per le modifiche. Purtroppo cio'
> non
> e' la realta' e fare un prodotto e' una cosa ben diversa di fare un
> progetto. Nel settore dove opero - ma in molti settori di nicchia - non e'
> cosi' facile navigare con il sw libero, purtroppo una cosa e' cio' che ci
> piacerebbe e un'altra sono le regole di mercato.
Come hai detto tu, si tratta di settori di nicchia. Tanto di cappello se
qualcuno riesce a fare entrare sw libero in questi ambiti... ha tutto il
mio rispetto.
> Non voglio parlare di etica, ma commercialmente i tuoi clienti sono
> informati e sanno esattamente cosa vuol dire GPL o li rimandi alle FAQ:
> personalmente avrei avuto molta difficolta' a farmi pagare dai miei
> clienti
> se sanno che i sorgenti che dovranno pagare saranno disponibili in
> Internet. Prova a fare questo discorso a banche e assicurazioni.
Forse non ci siamo capiti, cerchiamo di chiarire alcuni punti base.
Se il cliente mi chiede di fare un certo prodotto (e chiaramente, in
quanto io seguo tutta la manualistica ISO, viene fatto un progetto), a lui
non frega un bel nulla se io utilizzo sw gia' fatto disponibile su
Internet, come non gliene frega nulla se, *dopo* che lo avro' realizzato,
esso sara' nuovamente disponibile su Internet.
Al mio cliente - a TUTTI i clienti - interessa avere un *prodotto
funzionante*. E per averlo da me, mi devono pagare, in genere. Altrimenti
pagano qualcun altro.
La paranoia sul sw che viene reso pubblicamente disponibile (e quindi
potenzialmente anche a concorrenti diretti di chi lo realizza) non e'
certo un problema dei clienti, e' - fidati, ho una lunga esperienza - al
99,99% una sega mentale che si fanno le ditte fornitrici di sw
proprietario - anzi, piu' che una sega, e' un'esigenza, perche' queste
aziende hanno nell'esclusivita' del possesso del sw l'unica arma per
mantenersi un cliente. Ho lavorato in aziende in ritardo di *mesi* nel
consegnare dei prodotti (solitamente perche' il management lavorava da
cani) che non venivano cacciate a calci nel culo dai clienti solo perche'
in fondo erano a meta' strada nello sviluppo dell'applicativo. Ovviamente,
quando si e' cominciato ad adottare soluzioni open source, queste ditte
vengono finalmente, miseramente allontanate.
Chi scrive sw libero puo' benissimo farsi pagare (TI PREGO leggi:
http://www.gnu.org/philosophy/selling.it.html e
http://www.gnu.org/philosophy/words-to-avoid.html#SellSoftware - non
sperare che l'incontro con la puzzola ti abbia illuminato perche' non e'
necessariamente cosi' ;-) e *deve* essere piu' efficiente perche' il suo
modello di business svincola il cliente dalla (tossico)dipendenza dal
fornitore "legacy". Ed e' tutt'altro che impossibile. Basta imparare che
esistono modelli di business che non comportano necessariamente il ricatto
del fornitore nei confronti del cliente.
Questa, ripeto, e' la *mia* esperienza (ma non solo) ed e' sicuramente
parziale e limitata. Ma non dico che e' il modo piu' giusto o legalmente o
moralmente migliore. Dico solo che e' un modo compatibile con la "morale
del FLUG".
Per quanto riguarda banche ed assicurazioni: io ho lavorato in banca per
un po'. Dove sono passato io ho implementato o, dove ho potuto, influito
per far adottare soluzioni open source. http://www.ubm.it e' implementato
su Linux, come http://www.tradinglab.com. L'intranet di Unicredit e' stata
parzialmente implementata con LDAP e Zope, come in Unicredit c'e' chi
sviluppa Squid per usarlo nei proxy, ed il codice prodotto viene reso open
source.
Il fatto che - in Banca come ovunque - venga utilizzato e sviluppato sw
open source piuttosto che Microsoft NON e' dovuto a fattori tecnici ne' a
problemi di licenze che sono *inesistenti*, e' dovuto unicamente a motivi
/terzi/ che sono sempre i soliti - la politica, la cultura di chi ci
lavora ecc. Anche qui, questa e' la mia esperienza, ma ti assicuro che non
c'e' nulla (se non l'ignoranza) che impedisce di usare sw open source.
Tieni anche conto che quel buglione che chiamiamo "il mercato" e' qualcosa
di estremamente diversificato a seconda di dove stai. Ti assicuro che la
mentalita' ed il livello culturale della media dei dipendenti e dei
dirigenti di Unicredit e' qualcosa di molto diverso (sempre mediamente
parlando) da quello che trovi nelle banche di Firenze e della Toscana, per
esempio. Gli ICT di Banca Toscana se non hanno la Microsoft che gli canta
la ninna nanna non vanno a letto tranquilli (l'ho scoperto quando sono
diventato MSC ;-), Unicredit non si sogna lontanamente di diventare
dipendente da un unico fornitore.
> Caro Marco, non so se saro' in grado di poter continuare questo
> interessante scambio di email, in quanto sto per partire per le ferie e mi
> sono rimaste alcune cose urgenti da sbrigare. Mi piacerebbe continuare
> questo scambio di idee che ho trovato estremamente costruttivo e senza
> dubbio sarebbe molto interessante poterlo continuare di persona in quanto
> la email limita molto il dialogo.
>
> Ti ringrazio per il tempo che hai dedicato e per tutto il peperoncino che
> hai inserito.
Non c'e' problema... non muore mica nessuno se non mi rispondi domani ;-)
e io sono sempre qui...
Io parto tra una settimana. Beato te. Possiamo incontrarci, magari anche
al LinuxDay. Sempre disponibile a confrontarmi. Dal vivo sono molto, molto
meno "piccante" che per email, purtroppo.
ciao
--
Marco Ermini
http://macchi.markoer.org
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