[Tech] problemi amministrativi con debian

[Marco Ermini]

Christian Surchi <christian@firenze.linux.it> wrote:
> On Tue, May 20, 2003 at 05:41:25PM +0200, Marco Ermini wrote:
> > Proprio per evitare flame... sai dirmi di problemi generati proprio
> > dal kernel
> > ultra-patchato di RedHat? come dici tu, io non ne ricordo ;-)
> 
> io ricordo soltanto il "divertimento" di quando misero quel gcc 
> instabile che non compilava il kernel... ma io usavo gia' Debian! :D

Giusto per chiarire il contesto ed evitare una ingiusta disinformazione:

http://www.redhat.com/advice/speaks_gcc.html

Era l'unica cosa fattibile, volendo uscire in quel momento con una distro
(scadenze commerciali), in quanto il gcc "stabile" di allora NON rispettava
gli standard C++ e quindi non era molto carino da includere in una distro che
si pensa possa essere utile (si vede che gli utenti Debian allora non avevano
bisogno di *vero* C++).

Per inciso, le polemiche non sono nate tanto dalla presunta stabilita' o meno
del compilatore, ma dal fatto che la RedHat avesse accesso (in quanto
proprietaria praticamente dello sviluppo del gcc, che ormai e' stato
completamente lasciato dalla FSF alla RedHat) di codici sorgenti non ancora
rilasciati pubblicamente, che lei invece avrebbe potuto inserire nella distro
(quindi in quanto detentrice di una sorta di "vantaggio" sulle altre distro).

Non mi risulta che quel compilatore avesse dei bug o generasse codice errato;
era solo stato "sconsigliato" per il rilascio come "stabile" da alcuni membri
del team di gcc (ma e' stato evidentemente poi rilasciato dal core team
ex-Cygnus, che e' stato "acquisito" da RedHat). Era semplicemente non in
grado, per vari motivi, di compilare il kernel di Linux; per quello era stato
fornito, temporaneamente, un altro compilatore chiamato kcc.


ciao


-- 
Marco Ermini
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Di fronte alle sofferenze del mondo tu puoi tirarti indietro, sì, questo è
qualcosa che sei libero di fare e che si accorda con la tua natura, ma
precisamente questo tirarsi indietro è l'unica sofferenza che forse potresti
evitare. (F. Kafka)