[Flug] Re: [Tech] Re: Oracolo o lista?
Leandro Noferini
lnoferin@cybervalley.org
Mar 5 Mar 2002 15:39:01 CET
Direi che vale la pena di spostarsi su flug se non anche su corso.
In ogni caso io provo a dare anche le mie impressioni (con
l'avvertenza che saranno lunghe e molto probabilmente noiose) alla
luce di una lunga frequentazione di liste e gruppi di questo genere
oltre che al lumicino delle mie scarse conoscenze tecniche (tutte
praticamente derivate dalla frequentazione di spazi come questo).
> Osservazioni di un ignorante:
> 1. La volonta' di aiutare i meno colti in materia da parte della
> comunita' linux e' sincera.
Direi che è talmente sincera che ha permesso a persone come me di
arrivare a configurare un kernel, un demone senza aver mai fatto altro
che leggere e scrivere in posti come questo.
Evidentemente il risultato raggiunto, almeno nel mio caso, non ha
niente di "professionale" (nel senso di spendibile in ambito
lavorativo) in quanto mi mancano basi teoriche profonde. Però mi
permette di coltivare questo sollazzo in modo abbastanza proficuo.
> 2. La comunita' linux eredita alcuni vizi "accademici". In particolare
> la poca attitudine a forzare i limiti del proprio linguaggio,
> preservando la chiarezza, in ambienti abituati ad una concettualita'
> diversa dalla propria.
E no, qui secondo me sbagli e mi spiego. Nella comunità "linux",
intesa come insieme di liste e gruppi che affrontano l'argomento, non
può avere niente di accademico inteso nel senso "moderno" di scuola
perché né qui né altrove (almeno da quel che ho visto io) vogliamo
"insegnare" ma molto più umilmente rispondere a domande (vedi prossima
tua osservazione).
E per poter rispondere a domande non è lecito usare termini che non
siano strettamente tecnici perché le risposte devono essere precise
più che chiare, un po' come le diagnosi mediche.
Sta poi a chi riceve la risposta a chiarirsela o a farsela chiarire.
> 3. Nel mondo linux manca una didattica. Si oscilla sempre tra
> l'estrema semplificazione e il tecnicismo da addetti ai lavori. Il
> risultato non e' (dal mio punto di osservazione) un semplice "dare i
> pesci a chi ha fame" (M$), ma nemmeno un vero e proprio "insegnare a
> pescare"... piuttosto un "insegnare ogni volta a pescare un pesce
> diverso". Il motivo risiede forse nel fatto che le basi di linux e dei
> problemi che (per un novizio) si possono presentare risiedono nella
> teoria dell'informatica e non in questo o in quello script...
Quello che te dici secondo me si applica a tutta l'informatica vista
con occhio tecnico: da quel poco che ho visto anche i corsi per altri
approcci informatici (windows e similari) sono anche molto peggiori di
quanto riusciamo a fare noi "linuxari".
Dopo lunghi pensamenti (sono un capone e mi ci vuole del tempo per
capire le cose) sull'argomento (anni fa la contestazione mossa più
comunemente a Linux era "è troppo difficile") sono giunto alla
seguente conclusione illuminante: l'informatica è una scienza
complessa e per imparare a pescare pesci occorrono anni e molta
teoria.
Pensare di imparare a pescare frequentando solo ed esclusivamente
situazioni come questa è fatica e tempo sprecati, qui come anche per
altri approcci. I corsi di Windows che ho visto io (cioè non tecnici
né per tecnici) insegnano ad usare gli strumenti per fare cose
(pescare un tot di pesci ma non pescare tout court), evitando come la
peste questioni "altre" (kernel, driver, librerie, widget e diavolerie
simili).
I corsi professionali sono ben altra cosa, ancora più lontani da
esperienze come liste e gruppi.
> Premesso che odio accademie, universita', scuole e affini; altre
> osservazioni:
> 1. In Italia e' endemica una epidemia di "sindrome del professorino",
> per cui la comunicazione culturale e' sufficiente che avvenga fra
> iniziati.
Insisto, le comunicazioni culturali tecniche devono avvenire fra
iniziati con linguaggi appropriati.
> 2. Benedetto Croce diceva che se una cosa si sa, si sa anche
> spiegarla. Io concordo in pieno. Ovvio che questa cosa e' vera per chi
> da' le risposte, ma a maggior ragione, per chi fa le domande. Quindi
> sono daccordo con te... almeno lo sforzo nel capire cosa si sta
> chiedendo :)
Il buon caro Benedetto (ma non lo diceva anche Aristotele?) non ha
previsto (oppure non ci stava nella citazione) però che ci sono modi e
luoghi adatti e altri meno adatti. Nessuna lista è, a mio modo di
vedere il luogo giusto dove imparare una cosa complessa come
l'informatica.
> 3. Meglio un meccanismo di condivisione che ha degli aspetti
> traballanti a nessun meccanismo di condivisione. Se poi qualcuno ha in
> testa delle cose migliori le puo' realizzare e mostrare a tutti... no?
Idee migliori esistono e vengono applicate tutti i giorni e si
chiamano scuole. Qui non siamo a scuola ma ad un bar a chiacchierare.
> Nell'apprendimento, secondo me, la centralita' e' di chi impara.
E questo è bene che chi vuole imparare se lo metta bene in testa.
> Chi insegna e' un medium.
Secondo me sarebbe meglio pensare a _cosa_ insegna: una lista non è
paragonabile ad un insegnante né ad un corso. Questo comporta ad
esempio che non è detto che tu ottenga sempre risposte e neanche
attenzione; in quest'ottica il messaggio di Gianni è
importante. Quello che veramente si può imparare qui è di riuscire ad
imparare utilizzando strumenti diversi dal solito e alla fine a
riuscire a partecipare a progetti portati avanti in gran parte se non
esclusivamente grazie a strumenti di questo tipo.
> Sarebbe quindi utile una riflessione su questa cosa, proprio
> perche' non riscuotendo una lira per infilare qualcosa nel capo
> agli altri, e' importante l'efficacia del metodo. Per un principio
> economico.
Sarei molto interessato a trovare altri modi e molto probabilmente non
siamo i primi a porci il problema però, ribadisco, non è un problema
centrale per una lista come tech né come primipassi.
--
Ciao
leandro
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