[Flug] Proposta

Marco A. Calamari marcoc1@dada.it
Sab 26 Ott 2002 16:36:08 CEST


At 12.58 26/10/02 +0200, you wrote:
>Il 25 ott 2002, alle 16:49, Leandro Noferini ha scritto:
>
> > Evidentemente (anche se la cosa sinceramente mi era passata di mente) è
> > tassativo definire bene le modalità con le quali evitare che ci vada di
> > mezzo chi (te) alla fine è l'unico esposto da un punto di vista legale
> > (*).
>
>Infatti, contrariamente a tanti altri servigi offerti dal serverone,
>questo e` l'unico che potrebbe avere conseguenze "serie".
>Purtroppo, un servizio di questo tipo, almeno in Italia, nel 95% dei
>casi non viene usato per gli scopi per cui e` stato pensato, ma
>per rompere in modo piu` o meno forte i coglioni al prossimo e per
>"trollate" varie in liste o newsgroups (a proposito, e` previsto anche
>un mail2news?).

I remailer sono oggetti che forniscono un servizio al pubblico,
 servizio che e' a disposizione di tutti, perche' realizza un
 diritto, quello alla privacy, che e' prerogativa garantita
 anche dal nostro ordinamento.

Essendo un servizio a disposizione di tutti, e' anche a disposizione
 mia, tua, di Metitieri, del Papa e del peggiore dei criminali.

I remailer, come del resto i server Freenet, sono oggetti non
 presi in considerazione da nessuna legge o sentenza che
 mi sia nota; e' difficile quindi dare un parere "legale" non banale
 visto che non ci sono precedenti di nessun tipo.

Il discorso banale e' che, vivendo in un ordinamento democratico, tutto
 quello che non e' proibito e' permesso.

Il discorso tecnico e' che questi strumenti nascono per
 la creazione e la difesa dell'anonimato, ma sono anche pensati
 per la deresponsabilizzazione del gestore per ogni fatto specifico;
 infatti non permettono al gestore stesso di sapere cosa passa
 attraverso il remailer / nym / nodo freenet che gestisce.

La storia del primo nym server anon.penet.fi, da questo
 punto di vista e' stata utile; non c'e' stato piu nessun
 altro remailer/nym del tipo di anon.penet,fi, che memorizzava
 le identita' degli utilizzatori.

IL contesto in cui e' stato chiuso e' riportato nel
 link; in sintesi Julf Helsingius, il gestore, era stato
 chiamato in causa dalla Chiesa di Scientology 8-( perche'
 rivelasse l'identita' di un suo utente). Per evitare
 ulteriori fatti di questo tipo, tutti i server di
 questo tipo sono stati chiusi e sostituiti dai remailer
 tipo 1 e tipo 2, che sono inviolabili da questo punto di vista.
Non ci sono stai (al meglio della mia conoscenza) piu'
 problemi per i gestori di remailer (almeno per quanto riguarda
 Europa ed USA:)

http://www.stack.nl/~galactus/remailers/index-penet.html

Quello che potrebbe causare un remailer e' una richiesta di un 
 giudice, per un procedimento od un'indagine in corso, di fornire,
 nei limiti delle possibilita' del gestore, i dati di chi lo ha
 utilizzato (in un certo caso od insieme di casi), ed eventualmente
 il contenuto.

Come dicevo prima, per progetto e filosofia, tutti i sistemi
 suddetti non consentono tecnicamente questa operazione,
 quindi scaricano a priori il gestore da questo tipo di
 responsabilita'.

Tanto per fissare le idee, il server SMTP del serverone invece
 potrebbe al limite creare molti piu' problemi; ad esempio
 potrebbero essere richiesti i file di log ed il contenuto
 dei messaggi di eventuali mailbox degli utenti ospitati.

Nel caso i file di log pur tecnicamente previsti non fossero
 stati conservati, si potrebbero configurare, per estensione,
 delle violazioni a recenti regolamenti che prevedono l'identificazione
 degli utenti dei sistemi di posta elettronica.

Vedi http://www.agcom.it/provv/d_467_00_CONS.htm#01

Ho fatto un paio di post il lista su questo tema

Privacy degli Internet Cafe'
GIRO DI VITE SULLA RETE

Analogo discorso potrebbe essere fatto per i nomi degli
 iscritti ad una maillist non aperta e non archiviata.

> > A questo punto è necessario studiare la cosa per bene, anche verificando
> > altre esperienze di questo tipo. Provo a muovermici un po' pure io anche
> > se una mano mi sarebbe comoda.
>
>Io non ho esperienze nel settore, sicuramente Marco C. sara` piu`
>ferrato di noi in materia (anche se nei limiti del possibile
>se c'e` bisogno posso dare una mano anche io); come viene contemplata
>questa cosa nel nostro paese? Che limiti ci sono per la responsabilita`,
>in caso di uso illecito del servizio, nei confronti dell'intestatario
>della macchina che ospita, appunto, tale servizio?

Come dicevo prima, in assenza di precedenti, potrebbe solo capitare
 di dover fornire  un analisi tecnica del sistema (in caso di
 contestazione di un fatto specifico) che dimostri l'impossibilita'
 di fornire informazioni eventualmente richieste da un giudice.
Nel caso, offro fin da adesso la mia disponibilita' per
 svolgere la CTU di cui sopra, ovviamente a titolo gratuito ;)

Diverso sarebbe il discorso se l'anonimato venisse dichiarato
 illegale; in questo caso, non  potendo piu' nemmeno inviare
 cartoline (che, in quanto mezzo di comunicazione anonimo
 diventerebbero anch'esse illegali) prenderei in considerazione
 l'ipotesi di non gestire piu' pubblicamente un remailer od
 un server Freenet (cosa che invece faccio da parecchio tempo).

In ultima analisi comunque la domanda e' questa; vale
 la pena di difendere il diritto alla privacy ?

Ciao.   Marco


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