[Flug] Stanca: Open Source nella Pubblica Amministrazione
Mauro Romanelli
mauroverde@yahoo.com
Gio 12 Giu 2003 12:03:19 CEST
Conclusa l'indagine della Commissione Ministeriale.
Ricordo che essa fu istituita in risposta alla
presentazione del ddl dei Verdi a prima firma Cortiana
e alla costituzione, sempre su iniziativa di Cortiana,
dell'intergruppo parlamentare per l'innovazione
tecnologica.
Da parte dei Verdi c'era stata anche la presentazione
con successo di mozioni nei consigli comunali a
cominciare da Firenze (consigliere Papini), e di Leggi
regionali in Toscana, Umbria, Lombardia.
saluti a tutti
Mauro Romanelli
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INNOVAZIONE: STANCA, USARE L'OPEN SOURCE NELLA PA =
Conclusa l'indagine conoscitiva della Commissione del
Mit
(ASCA) - Roma, 12 giu - Il Governo apre all'uso del
codice
informatico a sorgente aperta, open source, nella
Pubblica
Amministrazione ma, contestualmente, dispone che le
scelte
di soluzioni e di servizi siano effettuate solo sulla
base
di un'attenta analisi del rapporto tra costi e
benefici.
Queste, in estrema sintesi, le indicazioni conclusive
della
''Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente
aperto
nella Pubblica Amministrazione'', condotta da una
commissione ministeriale promossa e costituita nel
gennaio
scorso da Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e
le
Tecnologie, con l'obiettivo di approfondire la
conoscenza
del fenomeno dell'open source al fine di consentire
alla
Pubblica Amministrazione una corretta valutazione
della
possibilita' del suo utilizzo.
''Per la prima volta in Italia si e' affrontato a
livello
istituzionale il tema dell'open source analizzandolo
in un
contesto applicativo complesso quale quello dei
sistemi
informativi della Pubblica Amministrazione'', ha detto
il
ministro Stanca presentando il lavoro della
commissione
ministeriale, presieduta dal prof. Angelo Raffaele
Meo, del
Politecnico di Torino.
''L'open source e' un fenomeno
significativo nel quadro dello sviluppo delle
tecnologie
dell'informatica e delle comunicazioni (Ict). Per
questo il
Governo ha voluto affrontare il tema del suo impatto
sul
sistema della Pubblica Amministrazione rendendolo
oggetto di
un dibattito tecnico, economico ed istituzionale'', ha
proseguito il ministro, precisando che ''l'indagine,
condotta in maniera scientifica, rigorosa ed
oggettiva, ha
fornito elementi che consentiranno di formulare a
breve una
serie di proposte e di impegni''.
In particolare, ha sostenuto Stanca, ''sentite anche
le
Amministrazioni Regionali e locali, contiamo di
emanare una
direttiva che renda obbligatorio per le Pubblica
Amministrazione l'uso di almeno un formato aperto dei
dati
per consentirne l'accesso e la tutela del patrimonio
informativo; contestualmente nella scelta dei sistemi
e
delle soluzioni informatiche, le stesse
amministrazioni
dovranno considerare prodotti open source, ma sempre
sulla
base di un rigoroso criterio di analisi costi
benefici''.
Dall'indagine della Commissione del MIT e' emerso
che nel
2001 la pubblica amministrazione, centrale e locale,
ha
speso per l'acquisto di software 675 milioni di euro;
di
questi, il 61% si e' concentrato sullo sviluppo,
manutenzione e gestione dei programmi custom, ossia
sviluppati su commessa per una specifica
amministrazione; il
restante 39% e' stato impiegato per acquistare licenze
di
pacchetti software. A proposito di quest'ultimo tipo
di
spesa, 63 milioni di euro sono stati utilizzati per i
sistemi operativi (software per Pc, mini e mainframe);
circa
30 milioni per la gestione di basi di dati (DBMS); 17
milioni di euro per i prodotti di office automation.
In
sostanza, quindi, il maggior costo degli investimenti
informatici della pubblica amministrazione viene
assorbito
per i prodotti custom.
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