[Flug] Resistenza culturale

Rocco Cento roccocento@libero.it
Lun 17 Mar 2003 16:46:18 CET


Alle 07:06, lunedì 17 marzo 2003, Marco Ermini ha scritto:

> L'Open Source con Marx ed Engels c'entra davvero, veramente poco, in quanto
> NON parla di controllo dei mezzi di produzione. Hai presente come e' fatta
> una srl che lavora con l'Open Source? e' fatta esattamente come una srl che
> lavora con prodotti Microsoft, cioe' c'e' un padrone e ci sono i
> dipendenti, il padrone possiede i computer, la connessione ad Internet e
> tutto il resto; il padrone vende un software a 100, paga lo stipendio ai
> suoi dipendenti, e ci trae il "giusto profitto". L'unica differenza e' che
> il software e' rilasciato con una licenza diversa che, grazie alla sua
> natura intriseca, permette (semplificando) il miglioramento e la maggior
> sicurezza di quel software.
>
> Nessun "profeta" dell'Open Source o del free software ha mai parlato di
> sconvolgimenti di meccanismi economici. Gli unici che l'hanno fatto sono
> stati "certi" che hanno fatto del "rant" (per usare un'espressione di Simo
> Sorce) mescolando (perche' volevano strumentalizzare, o perche' sono
> semplicemente ignoranti) concetti assolutamente non legati come "copyleft"
> con la "sinistra" in senso "politico". In realta', non c'e' niente di piu'
> borghese e capitalista della filosofia di GNU, che non e' altro che
> l'esasperazione all'ennesima potenza NON della condivisione dei mezzi di
> produzione, ma del *libero mercato*, o, al *massimo*, della "liberta' di
> agire e di parlare" in senso "americano" (che poi chiunque abbia letto due
> righe di Chomski sa benissimo che alla fine, ridotta ai minimi termini, non
> e' altro, ancora una volta, che il libero mercato rigirato in forma
> ideologica).
>
> Chi quindi e' in cerca di una nuova "bandiera" per il proprio "sol
> dell'avvenire" farebbe bene a cercarsi una nuova fonte di ispirazione. Il
> free software puo' rappresentare al massimo, come profondita' ideologica e
> di principi, l'ennesimo fiocchetto colorato da mettere su un sito web...
> capisco che la crisi della sinistra sia profonda, ma non credo lo sia
> *tanto* da ricercare nuove fonti in una ennesima forma di americanismo.
CUT
Senza alcuna intenzione polemica, perché sarebbe fuori luogo, quanto sostieni 
è esattamente il prodotto di una determinata ideologia bifronte, 
destra/sinistra, capace solo di classificare e spesso malamente i fatti.
Il mio accenno a Marx ed Engels, forse anche a causa mia, è stato frainteso.
E' assolutamente lontano dai miei interessi e dalle mie volontà parlare 
dell'Open Source come un sistema ideologicamente "schierato".
Questa "lettura" può essere "legittima" in certi paesi d'Europa, anche se 
nutro molta perplessità in tal senso; fuori dal nostro continente non ha 
ragione d'essere. In America, ovviamente, ancor meno.
Anche io sono di "sinistra", ma non per il tipo di martello che utilizzo, o di 
utensile.

Che poi il mercato abbia le sue leggi, non sarò certo io a negarlo.

Quello che mi sta a cuore è un altro aspetto: la diversificazione e il 
pluralismo informatico, altrimenti la "tecnodiversità", proprio per non 
essere effetto di un determinato monopolio.
Se questo atteggiamento può essere letto come "sinistrorso" dipende solo 
dall'interpretazione che gli si vuol dare.

> > E' fondamentale, e strategicamente decisivo, questo passaggio.
> >
> > Perdendo questo "treno" perderemo la nostra esigua libertà.
> > Né va dimenticato il grande impulso dato al software libero proprio in
> > Europa, e non a caso.
>
> Sicuramente bisogna contrastare direttive come l'EUCD, perche'
> innegabilmente sono una restrizione delle liberta' di tutti. Che il dominio
> dei promotori del free software si intersechi, parzialmente, con il
> dominio dei promotori di queste iniziative e' altrettanto significativo.
> Pero' io ci andrei molto, molto piano a fare certe generalizzazioni
> ideologiche. E lo dico in primo luogo come persona "di sinistra", che non
> vuole scialacquare i propri contenuti e le proprie idee in modo improprio.
>
> > A quanto sostenuto da Golem, io aggiungerei ed enfatizzerei proprio
> > l'aspetto libero e creativo: desideriamo essere consapevoli di ciò che
> > facciamo, lo desideriamo per ragioni di conoscenza, lo desideriamo per
> > ragioni di libertà, lo desideriamo per ragioni di riservatezza, lo
> > desideriamo perché è nostro dovere sottrarci all'omologazione, al
> > controllo della nostra produzione e del nostro pensiero.
> >
> > Non affermo queste cose perché temo di essere spiato da polizie
> > informatiche di varia qualità, le dico solo perché la "rivoluzione" a cui
> > ambisco è una sterzata ideologica, non violenta, cosciente e consapevole;
> > è la rivoluzione che produce fiducia nell'uomo e non inganno, diffidenza;
> > è una rivoluzione che nega la "morte dell'altro" quale affermazione di
> > sé.
>
> Tutto questo ha comunque assai poco a che fare con l'Open Source... non che
> non sia bello o legittimo, ma i legami sono molto flebili.
CUT
Perché giudichi flebili questi legami?
E' flebile auspicare una biodiversità tecnologica, per le ragioni di cui 
sopra, e a questo fine scegliere un sistema informatico non direttamente 
controllato dai grandi monopoli?
E' forse possibile essere liberi quando tutti utilizziamo gli stessi 
strumenti, vestendo allo stesso modo, mangiando la stessa pappa, ascoltando e 
leggendo le stesse cose?

Io credo che ogni convinzione si debba dare strumenti propri, anche se ciò può 
significare un dispendio ulteriore.

> Io ci andrei piano con certi accostamenti, perche' rischi in ultima analisi
> di compromettere proprio i tuoi principi, volendoli per forza legarli a
> movimenti che non necessariamente vanno nella stessa direzione...
>
> > I sistemi proprietari riproducono nuovamente antichi schematismi e
> > antiche sudditanze, basta.
>
> Questo non e' vero. Come e' falso che i sistemi open siano di per se'
> innovativi. Anzi, in quasi tutti i campi della tecnologia sono i sistemi
> proprietari che trainano l'innovazione, ed i sistemi open si limitano
> spesso a fare una "copia aperta" delle tecnologie chiuse.
>
> La prova piu' lampante e' proprio l'iniziativa contro l'EUCD, che e' una
> legge che limita proprio il diritto ad "copiare" le innovazioni dei sistemi
> chiusi da parte di quelli "open".
>
> > Ancora una cosa che mi sta a cuore: a mio giudizio bisognerebbe insistere
> > sulla diffusione dell'Open Source oltre il solito ambito specialistico;
> > Linux dovrebbe fare un "salto" verso un uso più amichevole se desideriamo
> > renderlo veramente efficace, sottraendo utenti al software propietario.
> >
> > Lo stato attuale lo rende solo uno strumento per "iniziati", per quanto
> > potente e affascinante, consegnandolo nelle mani di amministratori di
> > sistemi piuttosto che dell'utente comune.
>
> [...]
>
> Questo e' ormai un luogo comune... ti assicuro che sbloccare una
> installazione di Windows XP bloccata perche' non si e' inserito il codice
> prodotto e' piu' difficile che installare una distro aggiornata di Linux su
> un PC abbastanza recente.
CUT
Non ne dubito, benché, come certo sai, la pirateria informatica crea degli 
standard che alla fine giovano solo alle case produttrici di software 
proprietario.
Infine, il proprietario della Microsoft, a quanto mi risulta, non pare abbia 
avuto scrupoli nel rompere una tradizione ampiamente consolidata.
Egli ha preso il lavoro di una comunità di programmatori legati agli ambienti 
universitari e ha deciso che era ora di finirla di lavorare a gratis, come a 
dire: tutti quelli che mi hanno preceduto erano dei cretini.
Non c'è male, peccato poi che questa "tecnologia" sia diventata funzionale ad 
un certo uso, tanto che non mi meraviglierei affatto se il miglior 
consigliere di un certo presidente sia proprio un certo signor Bill:-))

Ciao,
vado anch'io ad hackerare la bici:-)
Rocco



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