[Flug] [marijuana@ecn.org: [cyber~rights] [indymedia italia] comunicato 09.10 - il rapimento delle due ahimsa]

Nomen Nescio nobody@dizum.com
Gio 14 Ott 2004 20:30:06 CEST


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Date: Sun, 10 Oct 2004 03:17:04 +0200
X-Mailer: Microsoft Outlook Express 6.00.2900.2180
Reply-To: cyber-rights@ecn.org
Subject: [cyber~rights] [indymedia italia] comunicato 09.10 - il rapimento delle due ahimsa


    comunicato del 09.10.2004 sulla sottrazione dei due server di
indymedia del 07 ottobre


Giovedi' 7 ottobre 2004, l'FBI, su ordine federale,
ha richiesto a Rackspace (un provider statunitense) di consegnare
loro
l'hardware dei due server (ahimsa1 e ahimsa2) che ospitano
indymedia italia, decine di altri nodi
del network e molti progetti no-profit internazionali.
I due server si trovavano nella loro filiale londinese e
Rackspace li
ha consegnati immediatamente senza prima avvisare gli
amministratori delle macchine e senza rendere
note le basi legali di questa consegna in territorio britannico.

E' un atto intimidatorio.
Un atto teso ad inviare un chiaro segnale a indymedia e a tutti
coloro i quali
immaginano una realta' altra impedendoci tra l'altro di
ripristinare rapidamente
i siti.

Come i mercati finanziari, oggi sono globalizzati anche il
controllo,
la repressione della liberta' di informazione, la guerra
preventiva senza
frontiere. Anche l'ultimo frammento di liberta' che rimane piu'
intimamente
legato a ognuno di noi: la possibilita' di esprimere le proprie
opinioni e
conoscere quelle altrui non e' piu' possibile ne' nel proprio
paese, ne' a livello
internazionale.

Gli accordi multilaterali per estendere la legislazione di
emergenza a ogni aspetto
della vita e del globo trovano in questo episodio una loro
drammatica conferma, a dispetto di ogni
definizione di diritti civili, delle stesse legislazioni
nazionali e delle liberta' universali.

Indymedia non conosce ancora i motivi della sottrazione dei
propri dati e
questo non e' un caso, perche' non e' necessaria alcuna
giustificazione pubblica per
negare la liberta' di informazione e di espressione.

L'"episodio Indymedia" e' solo l'ultimo in ordine di tempo di una
escalation
preoccupante di repressione che non riguarda soltanto il
fantomatico mondo del
digitale e della comunicazione, ma anche la contestazione di
reati gravi come il 270 bis,
ter e quater [sic!] (associazione sovversiva, che prevede pene
decennali) solo
per aver distribuito volantini in solidarieta' ad una persona
arrestata,
rispolverando il quantomai attuale reato di propaganda sovversiva
cosi'
amato dai regimi.
Ne sono altri fulgidi esempi la censura di Anarcotico.net, la
causa di Trenitalia contro Autistici/Inventati
per nascondere il fatto di aver trasportato armi per la guerra in
Iraq,
il sequestro di materiali in innumerevoli perquisizioni, la
chiusura di siti,
fino ad arrivare alla guerra contro lo scambio di saperi del
decreto Urbani
e della RIAA (come se condividere un file fosse grave, mentre non
lo e' torturare
un uomo nelle prigioni turche).

Pensiamo che questo attacco generalizzato alle liberta' di ogni
individuo necessiti di una risposta vasta, sia sul piano delle
forme che delle
pratiche, e distribuita sui territori.
Se per noi fare informazione equivale a dare ad ognuno la
possibilita' di
pubblicare il proprio punto di vista e le proprie esperienze sul
sito di
indymedia italia, allora difendere la liberta' di espressione
significa agire,
ognuno con modi, tempi e immaginazione propri, contro questo e
tutti gli altri
atti che la violentano quotidianamente cercando di rinchiuderla
nei confini
della logica di emergenza e unita' internazionale.


Invitiamo tutti e tutte a esercitare pressione e attivarsi sia
nella rete che
Invitiamo tutti e tutte a esercitare pressione e attivarsi sia
nella rete che
nei territori.

Oggi l'informazione e' sovversione: Uno mille centinaia di
migliaia di sovversivi in ogni luogo.


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