[Folug]OT: [Fwd: Chi ha fame puo' copiare CD]

Davide Giunchi gdavide@mclink.it
Mon, 19 Feb 2001 23:53:29 +0100


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Eppur qualcosa si muove.... un giudice illuminato che lo mette in culo al colosso SIAE.

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(o_  Davide Giunchi.
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  <postmaster@duke>; 19 Feb 2001 19:55:37 -0000
>From pck-pcknews-request@peacelink.it  Mon Feb 19 18:59:47 2001
Received: from mail2.itb.it ([195.103.134.195])
	by mailhub.mclink.it (8.11.0/8.9.0) with ESMTP id f1JHxk106985;
	Mon, 19 Feb 2001 18:59:47 +0100 (CET)
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	by mbox.itb.it (8.9.3/8.9.3) with ESMTP id SAA02632;
	Mon, 19 Feb 2001 18:30:10 +0100
Received: (from list@localhost)
	by peacelink.it (8.9.3/8.9.3/Debian 8.9.3-21) id SAA27961;
	Mon, 19 Feb 2001 18:57:55 +0100
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X-Authentication-Warning: peacelink.it: Host mail.lombardiacom.it [212.34.224.130] claimed to be lombardiacom.it
Message-Id: <4.2.0.58.20010219184648.027bf150@mail.olografix.org>
X-Sender: gubi@mail.olografix.org
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To: pck-pcknews@peacelink.it
From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Subject: Chi ha fame puo' copiare CD
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Fonte: http://punto-informatico.it/ps.asp?i=35127&p=1

Clamorosa sentenza quella di un giudice di Roma che ha assolto quattro 
extra-comunitari che vendevano compact-disc contenenti materiale pirata. Un 
giudice che sostiene la legittimità dell'azione in caso di necessità e 
parla di Napster

Roma, assolti venditori di CD pirata
Stato di necessità

19/02/01 - News - Roma - "Quel che ho fatto è solo non compiere una 
ingiustizia nei confronti di quattro extracomunitari che non sanno di 
diritti d'autore e di Siae ma solo di sopravvivenza. Il bisogno di vita, di 
mettere insieme il pane per la cena, è superiore ad ogni cosa. E questo, il 
diritto, lo riconosce in pieno". Così il giudice di Roma Gennaro Francione 
in una intervista a "IlNuovo" spiega perché, pur riconoscendo l'esistenza 
del reato, ha deciso di non condannare i quattro extracomunitari "colti in 
flagrante" nella vendita di CD pirata.

L'idea alla base di una sentenza che sembra destinata a impattare duramente 
sui procedimenti in questo settore è molto semplice: i quattro hanno agito 
per indigenza e dunque condannarli sarebbe stato scandaloso. Da lì la 
decisione del tribunale di riconoscere tutte le possibili attenuanti, fino 
ad arrivare ad una sentenza di assoluzione.

Il giudice sostiene tesi clamorose, come il diritto a vendere CD pirata per 
strada se lo si fa per procurarsi da mangiare e se si incontra 
l'accettazione del pubblico. Sembra prendere cioè atto di quello che accade 
sui marciapiedi e le strade di tutta Italia.

E lasciando aperta la porta, nella sua sentenza, ad un ricorso in sede 
civile della SIAE, rincara la dose: "La vendita a poche lire non fa male a 
nessuno. Diffonde l'immagine a un pubblico più vasto, e poi se guardiamo 
quel che è successo con la Playstation ne è un esempio. Da sempre è 
abitudine farla modificare per poter giocare con i dischetti pirata, eppure 
ha una diffusione grandissima e il mercato è vivo come non mai".

Di interesse alcuni passaggi chiave del procedimento, che consentono di 
inquadrare la portata ma anche il contesto in cui è stata pronunciata la 
sentenza: "Il Giudice (...) considerando che ricorresse un caso di obbligo 
di immediata declaratoria di causa di non punibilità ex art. 129 c.p.p. per 
aver l'imputato agito in stato di necessità essendo mosso nella sua azione 
di venditore di cd contraffatti dalla necessità di salvare sé stesso dal 
pericolo attuale di un danno grave alla salute e alla vita rappresentato 
dal bisogno alimentare non altrimenti soddisfatto."

"Nel caso di specie la norma repressiva di base, la protezione penalistica 
- e non meramente civilistica del diritto d'autore - è desueta di fatto per 
l'abitudine di molte persone di tutti i ceti sociali, che, in diuturnitas, 
ricorrono all'acquisto di cd per strada o li scaricano da Internet".

C'è anche Napster nei riferimenti del giudice: "Anche grossi network come 
Napster si sono mossi da tempo in senso anticopyright e hanno permesso 
copie di massa dell'arte musicale. Fenomeno appena sfiorato dalle recenti 
sentenze degli USA che si sono espresse nel senso di regolamentare la 
materia della riproduzione di massa, ma con un pagamento ridottissimo in un 
nuovo mercato dove il guadagno dei produttori è quantificato su minimi 
diffusissimi".

Questa la visione: "il concetto di proprietà privata è troppo ingombrante 
per questa nuova fase storica dominata dall'ipercapitalismo e dal commercio 
elettronico, nella quale le attività economiche sono talmente rapide che il 
possesso diventa una realtà ormai superata".




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