[FoLUG] Linux nel desktop: my 2 cents

Marco Baroni baroni@sslmit.unibo.it
Dom 4 Gen 2004 18:32:27 CET


Le riflessioni in questa thread mi sembrano molto interessanti.

Volevo aggiungervi il mio punto di vista di non informatico. Non so
perche' altri non informatici siano passati a linux, io sono passato a
linux (anzi, al tempo sono passato a unix, non ricordo neanche se fosse
sun, linux o che altro...) per una ragione molto semplice: c'erano delle
cose che con il mio amato mac o con windows non avrei potuto fare, o ci
avrei messo mesi, mentre con unix erano possibili e/o facili: manipolare
grosse moli di dati testuali e cambiarne il formato, trasferire dati da
files molteplici ad un singolo file e vice versa, estrarre righe con un
certo pattern da tutti i files in una directory, ecc. Tutte cose che a
farle con il point & click sarei impazzito, e comunque excel era troppo
pesante per aprire certi files, mentre con la shell, le pipes, grep, sed,
gawk e via dicendo diventavano operazioni banali. Oppure: il 90% di quello
che dovevo fare in c sul mac (usando un costosissimo e pesante ide grafico
proprietario) lo potevo fare con comandi come sort, uniq e gawk su una
macchina unix equipaggiata con le gnu utilities giuste (e poi comunque ho
scoperto che emacs, gcc & co. erano comunque piu' comodi ed affidabili per
programmare quel poco di c che mi restava da programmare che il mio ide
grafico). Qualche hanno fa ho abbandonato completamente la microsoft
(usavo ancora word per il mac) non per ragioni ideologiche, ma perche' a
un certo punto mi sono reso conto che l'accoppiata emacs+latex era un
sistema di scrittura e typesetting piu' comodo, potente e snello di word.

Insomma, come credo il 99% dei non-informatici, io i computer li amo
quando mi fanno risparmiare lavoro o mi fanno fare cose che prima non
potevo fare. Se mi avessero parlato di open source (un termine che al
tempo credo non fosse stato ancora coniato) non avrei probabilmente
capito, o anche avessi capito sarei probabilmente stato troppo pigro per
complicarmi la vita per quello che, detto cosi', sarebbe rimasto un ideale
astratto (infatti ho notato che da qualche anno abbiamo creato un
*mostro*: l'intellettuale impegnato che si riempe la bocca di software
libero e open source e poi ti manda gli attachments in word...)

Invece, linux e gli altri os unix-like, grazie alla command line, ai tools
gnu, alla filosofia del toolbox, dei programmini leggeri che fanno una
sola cosa ma la fanno bene, mi hanno reso la vita piu' facile.

E nel processo ho anche capito l'importanza di formati e codice aperto,
non come cosa ideologica, ma come conseguenza naturale del modo di
lavorare sulla command line (se uno mi passa dei dati in formato excel,
non li posso elaborare, tab-delimted text si'... se uno mi manda uno
script in perl invece che un binario posso aprirlo e adattarlo meglio a
cio' che devo fare, ecc.)

Tutto questo per dire che secondo me piuttosto che cercare di convincere
la gente che linux e'un surrogato di windows (cosa che per fortuna non e',
e comunque lo porrebbe in condizione di eterno inseguitore), si potrebbe
forse cercare di spiegare che esso rappresenta una maniera diversa (e
probabilmente migliore) di usare un computer. Una maniera che senza dubbio
richiede un certo sforzo iniziale, ma che potrebbe permettere all'utente
medio di far fare al computer delle cose che nemmeno si sogna... E allora
magari uno sarebbe piu' disposto a passare a linux, anche se e' piu'
complicato e magari non risconosce lo scanner...

L'opposizione che alcuni di voi vedono tra gli informatici, che scrivono
drivers in assembly language nel sonno, e resto-del-mondo, che usa il
computer come fosse la tivu', secondo me e' una maniera di vedere il mondo
un po' da microsoft: certo, programmare per un sistema operativo dove
tutte le applicazioni fanno mille cose complesse con pesanti interfaccia
grafici super-user-friendly e multimediali richiede dei programmatori
hardcore per modificare alcunche', ma nel mondo unix secondo me ci puo'
essere molto piu' un continuum, in cui l'informatico fa le cose piu'
avanzate e complesse, ma chiunque dovrebbe essere in grado di smanettare
con un po' di shell scripts, pipes, perl ecc. *Informatica di base* 
dovrebbe voler dire questo, e NON essere in grado di usare le funzioni 
avanzate di word (in questo, la scuola e la patente europea del computer 
hanno una grossa responsabilita' negativa...)

Nella mia esperienza, se i non-informatici usano il computer solo per 
internet e word, spesso e' semplicemente perche' non sanno che potrebbero 
fare altre cose con esso, che in effetti con windows non possono fare. 
Dunque, trasformare linux in un sistema dove, di nuovo, sarebbero in grado 
solo di usare internet e il surrogato locale di word, secondo me sarebbe 
un errore.

Per esempio, io ho colleghi e studenti che, una volta scoperto che le 
cose che fanno faticosamente a mano o con costose e poco efficienti 
applicazioni grafiche proprietarie si possono fare con pochi comandi in 
linux, rimangono strabiliati. Questo trimestre insegnero' un corso di 
linguistica computazionale dove, tra l'altro, vorrei proprio insistere 
sulla command line e quanto ci puo' essere utile; vedremo come va...

Lo so che unix non e' (solo) linux, e in un certo senso io sto cantando le
lodi di unix, ma visto che linux E' (anche) unix, perche' cercare quasi di
nascondere questa sua natura?

Naturalmente, mentre su cose come saper usare la console io sono
dell'opinione che sono gli utenti che vanno educati, e non la console che
va nascosta, su altre cose, come il processo di partizione e
installazione, l'hardware detection, la connessione con la rete e via
dicendo, sono d'accordissimo sul fatto che piu' sono automatizzati e *plug
& play* meglio e', e piu' linux diventera' proponibile come alternativa 
credibile per le mamme e i papa'.

Un'ultima nota un po' eretica. Io posso dormire sonni tranquilli anche
pensando che linux non dominera' il 100% del mercato desktop. Anzi, linux
non occupa nemmeno il 100% del mio desktop (al lavoro ho linux, a casa mac
os x), e mi piace pensare ad un futuro fatto di molti sistemi operativi in
una competizione reale, basata sulle prestazioni e non sul marketing e il
ricatto, dove vari sistemi operativi hanno punti forti diversi -- uno e'
il re dell'ufficio, un altro batte tutti nel multimedia, uno e'
supersicuro, uno e' ideale per la ricerca scientifica, e via dicendo... e
l'utente medio non rimane fisso su un sistema operativo per tutta la
propria vita, e magari nemmeno per tutta la giornata... e dove tutti
comunicano felicemente tramite l'uso di formati aperti di codifica e
interscambio dei dati...

Scusate il lungo rambling.

Buona votazione e pizza,

Marco



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