[FoLUG] Lettera Microsoft Italia a Sen. Cortiana

Michele Mordenti michele.mordenti@tin.it
Gio 23 Set 2004 09:47:27 CEST


Ill.mo Sen.
Fiorello Cortiana
Senato della Repubblica
Palazzo Madama
00186 Roma

                                                        Roma, 13 luglio 
2004




Egregio Senatore Cortiana,

        Le scrivo in merito ad una questione che negli ultimi anni è 
stata 
sempre più oggetto di un acceso dibattito nell?ambito del settore 
informatico e da parte del legislatore, sia in Italia che all?estero, e 
che ritengo meriti di essere approfondita. Il tema riguarda il concetto 
di 
pluralismo informatico nell?ambito della Pubblica Amministrazione e 
l?esigenza di assicurare l?interoperabilità fra diversi sistemi. 
Dibattito 
che Lei ha promosso con successo grazie alla proposta di legge (S1188) e 
sulla quale si sono espressi il Ministro dell?Innovazione Tecnologica e 
la 
Commissione Affari Costituzionali del Senato, ricordando l?importanza 
del 
principio di neutralità e imparzialità come criterio da seguire 
nell?acquisto da parte della Pubblica Amministrazione dei sistemi 
informatici.

        Come Lei ricorda, Microsoft ha assunto sin dall?inizio una 
posizione trasparente e responsabile sul tema, sottolineando 
l?importanza 
di promuovere in primis l?interoperabilità e mantenendo al tempo stesso 
il 
principio di neutralità e di libera scelta nelle decisioni d?acquisto di 
beni e servizi nella Pubblica Amministrazione, così da evitare il 
rischio 
di discriminare singoli fornitori o categorie di fornitori. In 
particolare, mi riferisco al tema dell?Open Source e, più in generale, a 
quello delle pari condizioni ed opportunità di mercato grazie alle quali 
ciascun cliente deve poter scegliere in base alle proprie necessità e ad 
un?attenta valutazione di costi e benefici, senza condizionamenti di 
carattere normativo.

        Microsoft guarda all?Open Source con estrema attenzione 
dimostrando di aver ben compreso ed accolto positivamente le ragioni che 
sono alla sua origine. In particolare, l?aspetto di collaborazione con 
comunità che condividono interessi analoghi sulla base della 
condivisione 
del codice sorgente che è un elemento importante dello sviluppo 
informatico. In effetti, Microsoft ha imparato molto da queste 
esperienze 
e si è recentemente impegnata lanciando i suoi programmi di Shares 
Source, 
con i quali dà visibilità del sorgente delle piattaforme di sistema 
operativo a università, governi, costruttori di sistemi, partner. A 
tutto 
ciò si aggiungono programmi più recenti di libero accesso al codice 
sorgente di componenti importanti del proprio ambiente si sviluppo, due 
dei quali sono stati rilasciati con licenza di tipo Public, e pubblicati 
su sourceforge.org. Questi fatti testimoniano la volontà di Microsoft di 
incoraggiare modelli aperti di collaborazione tra le comunità degli 
sviluppatori, come dimostra anche la presenza di oltre 6000 workgroup 
presenti su www.gotdotnet.org. Analogamente, gli schemi documentali in 
formato XML generati dai pacchetti di produttività di Office System 
2003, 
che sono stati resi pubblici nell?ambito del nostro programma Office XML 
Schema Licensing, riflettono la volontà di Microsoft di incrementare la 
trasparenza e l?interoperabilità fra i vari ed eterogenei sistemi e 
soluzioni informatiche presenti sul mercato.

        Grazie alla Sua iniziativa legislativa, ci troviamo di fronte 
alla 
grande opportunità di ampliare la discussione ed estendere l?ambito di 
lavoro all?intero settore dell?Information Technology per muovere verso 
soluzioni concrete ed utili sia per il settore pubblico che per gli 
stessi 
consumatori. 

A nostro parere, il tema centrale è quello di una sempre crescente 
interoperabilità tra i diversi sistemi hardware e software. 
L?interoperabilità, per essere realmente tale, deve prescindere da un 
particolare modello di sviluppo ? sia esso commerciale o open source - e 
dalle specifiche tecnologiche delle piattaforme e dei sistemi che 
intendono dialogare reciprocamente e interscambiare informazioni. Solo 
una 
diffusa interoperabilità, infatti, abi­lita i consumatori ad accedere ed 
usare un crescente numero di prodotti e servizi per mezzo di un sempre 
più 
alto numero di dispositivi e tecnologie; è grazie ad una più diffusa 
interoperabilità tra tecnologie diverse che l?utente finale può 
guadagnare 
discrezionalità e flessibilità nelle scelte riguardanti l?informatica.

        Come Lei sa, negli ultimi anni gli investimenti di molte aziende 
in Information Technology sono cresciuti in modo consistente; e, man 
mano 
che l?industria ha abbandonato il modello di sviluppo verticale ? nel 
quale lo stesso produttore forniva l?hardware, il software e i servizi ? 
per spostarsi verso un più ampio insieme di aziende fornitrici in ognuno 
di questi segmenti, gli utenti hanno finalmente iniziato a trarre 
vantaggio dai benefici della concorrenza fra aziende produttrici di 
software o di hardware, ognuna alla ricerca di un modo per 
differenziarsi 
dalle altre.
 
        In un contesto così dinamico, le aziende IT hanno un forte 
incentivo di business ad assicurare che i loro prodotti interoperino con 
altri. Un modo comune col quale le aziende IT promuovono tale 
interoperabilità è rendendo note su base volontaria informazioni 
tecniche 
chiave, come interfacce applicative di programmazione (APIs) e 
protocolli, 
così che altri vendor possano utilizzare queste informazioni nel 
progettare prodotti e servizi interoperanti.
 
Particolare rilevanza inoltre riveste l?interoperabilità per i Governi; 
questi, infatti, hanno molteplici responsabilità:
-       devono garantire che le proprie Amministrazioni possano 
cooperare 
sulla base di una infrastruttura di servizi evoluta, (obiettivo di molti 
progetti di e-Government);
-       devono dare garanzia al cittadino che ciò avvenga senza ledere i 
suoi diritti di scelta, nel rispetto della sua sicurezza e privacy;
-       devono dare spazio all?innovazione, assicurando un mercato 
florido 
e competitivo secondo regole chiare e trasparenti;
-       devono consentire l?accesso alla conoscenza e lo sviluppo di 
competenze da immettere sul mercato del lavoro.
-       devono favorire una politica di riuso, per l?attuazione della 
quale il fattore interoperabilità rappresenta il presupposto 
imprescindibile;
-       devono permettere ad ogni cittadino una partecipazione più 
attiva 
alla vita politica del paese (e-democracy).

E? interesse dei Governi che il processo che porta all?interoperabilità 
avvenga secondo principi di trasparenza e di pluralismo. 
 
        L?interoperabilità è una delle componenti di base del pluralismo 
informatico e un modo per giungere a questo è mantenere un?alta 
focalizazzione sugli aspetti tecnici che soddisfano i bisogni in 
costante 
evoluzione dei Governi e su come questi bisogni possano essere 
soddisfatti 
attraverso un uso flessibile di standard aperti. 

Con questo termine vogliamo indicare la definizione di specifiche 
tecniche 
che portino a dei risultati implementabili indipendentemente da 
specifiche 
tecnologie e piattaforme o da specifici modelli di sviluppo, specifiche 
tecniche generate da un processo diffuso e consensuale tale da produrre 
una larga accettazione da parte del mercato e delle comunità tecniche e 
scientifiche.

L?indipendenza da piattaforme tecnologiche e modelli di sviluppo rende 
uno 
standard aperto realizzabile sia all?interno di prodotti commerciali che 
a 
codice sorgente aperto, dando quindi la massima garanzia all?utente 
finale 
di poter effettuare una libera scelta secondo i propri criteri di 
preferenza. Da questo punto di vista Open Standard non si identifica con 
un modello di sviluppo e in particolare non si identifica con il modello 
di sviluppo Open Source, ma ne è al di sopra.

        Ad oggi esiste purtroppo una diffusa confusione su questo tema: 
un 
prodotto Open Source viene automaticamente identificato come Open 
Standard. Riteniamo, sostenuti in questo da esperti del settore, che non 
esista alcuna correlazione tra il modello di sviluppo e di licensing di 
un 
software e l?implementazione in esso di standard di interoperabilità. 
Essi 
sono completamente separati e distinti.

Ci riferiamo ad esempio, agli standard aperti per i contenuti Internet 
codificati in HTML, XML - e formati relativi - che hanno prodotto un 
nuovo 
e più elevato livello di interoperabilità fra dispositivi hardware, 
sistemi operativi e applicazioni diverse. Analogamente, il servizio di 
messaggi brevi (SMS) per telefoni mobili e simili dispositivi wireless 
hanno raggiunto alti livelli di interoperabilità poiché il formato 
standardizzato per i dati SMS consente che tali dati siano trasportati 
da 
molteplici piattaforme concorrenti su terminali GSM e 3G.

Standard documentali basati su XML permettono inoltre, attraverso la 
creazione di schemi, di velocizzare e strutturare in modo sicuro i 
processi di interscambio di dati tra applicazioni diverse di enti 
diversi, 
ponendo le premesse per una possibile eliminazione della carta e 
riducendo 
sensibilmente i costi e il rischio di errori in numerosi processi di 
e-government e di business.

L?importanza dell?adozione di formati standard aperti è testimoniata 
anche 
dalle attività svolte dalla Commissione europea, in ambito IDA 
(Interchange of Data between Administration), che nel 
documento ?European 
Interoperability Framework for pan-European eGovernment Services? 
raccomanda lo sviluppo di semantiche comuni sulla base dello standard 
XML 
e auspica collaborazioni con gli enti di standardizzazione; in 
particolare, i vocabolari XML dovrebbero essere sviluppati tenendo conto 
degli elementi base specifici per l?eGovernment.

        Questa impostazione è la sola che, a nostro parere, è in grado 
di 
permettere alle imprese o ai singoli sviluppatori di porre la questione 
dell?interoperabilità nel giusto contesto, ovvero come obiettivo chiave 
dei sistemi informatici, degli enti incaricati degli acquisti pubblici e 
dei consumatori. Da questo punto di partenza, le decisioni relative agli 
acquisti dovranno quindi essere basate su considerazioni oggettive 
centrate su fattori oggettivi come il rapporto costi benefici e la 
domanda 
dei consumatori.

        Saremmo quindi lieti di poter riprendere con Lei la discussione 
sul tema affinché accogliesse questa analisi come un motivo di stimolo 
per 
condividere il tema con l?intera industria. Riteniamo, infatti, che sia 
solo dal confronto che si possano trovare soluzioni idonee o raggiungere 
significativi traguardi.

Ci auguriamo quindi che, così com?è avvenuto di recente, in occasione 
della legge di conversione del decreto legge Urbani, in cui l?intero 
settore dell?Information Technology ha espresso il proprio supporto al 
di 
là delle singole scelte tecnologiche, si possa lavorare insieme con 
spirito costruttivo.


Cordiali saluti,



Pier Luigi Dal Pino
Responsabile Rapporti Istituzionali
Microsoft Sud Europa





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