[gl-como] Linux/Open Source e Beppe Grillo

Luca Tettamanti kronos.it@gmail.com
Sab 28 Ott 2006 21:39:39 CEST


On 10/28/06, francesco <francesco@brisa.homelinux.net> wrote:
> Luca Tettamanti ha scritto:
> > On 10/27/06, Carlo Filippetto <carlo.target@tiscali.it> wrote:
> >> Oggi una discussione interessante anche sul forum di Grillo
> >>
> >> http://www.beppegrillo.it/2006/10/adotta_un_pinguino.html
> >
> > Dice Grillo:
> >
> >> Quanto spende lo Stato per comprare, aggiornare le applicazioni
> >> Microsoft?
> >
> > Poco. Non dimentichiamo che il costo delle licenze è solo una piccola
> > percentuale delle spese per l'IT[1]. E il passaggio ad OO non sarebbe
> > "free" (as in "free beer"); segnalo questo studio fatto per la PA
> > danese:
>
> Poco mica tanto, se solo fosse il 10%  viene fuori un bel gruzzolo per
> lo stato. più che altro teniamo conto che il costo delle licenze non è
> solo per quelle microsoft, ma anche per gli antivirus, programmi
> gestionali, database etc....

Non avevo citato la fonte perché non trovato più la pagina in questione:

http://www.alfonsofuggetta.org/?p=750

Per le licenze si parla di 36 milioni, tra il 2 ed il 5% della spesa per l'IT.

Il prof. Fuggetta tra l'altro è stato presidente di una commissione
ministeriale per valutare l'uso dell'opensource nella PA, quindi sa di
cosa sta parlando ;)

> Per non tenere conto che il fatto di utilizzare software bacati o che
> possono prendere virus come niente crea un costo di reinstallazione e
> mano d'opera evitabilissimo !

La migrazione più realistica sarebbe da MSOffice su Windows a OO su
Windows. E in ogni caso non è che OO sia perfetto (anzi, per
l'utilizzo  che ne faccio lo trovo _troppo_ instabile per essere
usato), i costi di gestione non scompaiono; la openness non è da sola
garanzia di qualità.

> Per quanto riguarda il passaggio ad OpenOffice, sono d'accordo che non
> sia free (Gratis), anzi dovrebbe essere caro, caro come la cura per una
> disintossicazione da software che creano dipendenza!

Perdonami, ma questa frase non ha alcun senso. Il software è uno
strumento, non una religione. Apprezzo i benefici culturali del
software open, ma questo è un discorso completamente ortogonale a
quello della qualità del prodotto.

> > http://www.odfalliance.org/resources/Denmark_OSL_rapport.pdf
> >
> > Teniamo anche conto del fattore "umano": i dipendenti che usano i
> > prodotti office non sono certo tecnici e spesso hanno una formazione
> > informatica molto approssimativa. Ci sarebbe certamente una resistenza
> > al cambiamento. Poi, spiace dirlo, OO non è all'altezza di Office come
> > stabilità e facilità d'uso...
>
> Se è vero che la maggior parte dei dipendenti sono degli utilizzatori
> mediocri del PC, vuol dire che non fanno sicuramente uso di funzioni
> avanzate di office, a mala pena magari riescono a creare fogli di
> calcolo e di scrittura, allora per questi utenti (Credo un buon 80%-
> 90%) le funzioni offerte da OO sono più che ottime.

Parlavo appunto di funzioni di base. Come velocità OO è inferiore,
come stabilità (almeno per il mio pattern di utilizzo) è inferiore,
come _documentazione_ è inferiore, come facilità d'uso è inferiore.
Sono sviluppatore e free software enthusiast, ma obiettivamente non
posso dire che OO sia all'altezza di MSOffice (e personalmente non ho
neppure la necessità di un programma che imiti più o meno bene
MSOffice - ma io non sono l'utente "medio").

Luca


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