[glux] Articolo interessante
_Cri_
bigamons@tiscalinet.it
Mer 19 Nov 2003 21:50:15 CET
On Wed, Nov 19, 2003 at 09:03:16PM +0100, Mandelli Alessandro wrote:
>
> Mai verità più grande.
> Articolo sottoscrivibile in toto.
Mah, IMHO invece ci sono un po' troppe generalizzazioni affrettate e
imprecisioni (strano perche' le (poche) cose di Attivissimo che ho letto
in passato le ho apprezzate molto).
Qualche esempio (giusto perche' non ho niente da fare stasera :-)
> "E che senso ha chiamare "libero" un software che rimane confinato a
> una minoranza aristocratica"
"libero" riferito al software ha un senso ben preciso (vedasi GPL),
nessuno nella comunita' ha mai voluto intendere "libero" come "di massa"
(questa e' un'interpretazione surrettizia dell'autore).
> gli viene forse proposto di usare Crossover Office, che consente di
> eseguire facilmente moltissime applicazioni Windows (compresi Office e
> Internet Explorer) sotto Linux, o VMWare? No. Gli si indica la Via
> della Sofferenza che Conduce alla Purificazione: installare Wine e
> trovare il modo di far funzionare ogni singola applicazione
Anche qui, generalizzazione arbitraria (probabilmente derivata da
qualche esperienza dell'autore con Wine non troppo soddisfacente): oltre
a Wine ci sono moltissime altre soluzioni intermedie per la migrazione
soft da Win a Lin (e Attivissimo dovrebbe saperlo, avendo scritto un
ottimo libro anni fa in proposito): non solo emulatori, software libero
sotto Windows (GnuWin?), OpenOffice per il caso particolare di Office,
ecc, ecc
> Ma per i non appassionati, anche il tempo perso dietro a un software
> recalcitrante è denaro. Strano ma vero, esistono tante persone che non
> si divertono a fare a pezzi e rimontare il codice di un sistema
> operativo: vogliono semplicemente usare il computer in modo sicuro e
> affidabile, e sono disposti a pagare per farlo. Questo è un concetto
> difficile da assimilare per chi ama Linux e trova insopportabile questa
> mancanza di fede.
Il tipico errore di chi confonde la LIBERTA' di fare qualcosa
(=studiarmi e modificarmi il codice fino all'ultimo bit) con l'OBBLIGO
di farlo: nessuno ha mai detto che si e' obbligati a farlo, la grossa
differenza e' che col software libero si PUO' farlo (col software
proprietario no), dopodiche' chi ha voglia e tempo di farlo lo fa, chi
non ha tempo ma ha soldi, si rivolge al RedHat/SuSe/consulente di turno;
il modello del software libero offre un ampio spettro di possibilita'
per i vari tipi di utente.
> Molti sostenitori di Linux non sono disposti al minimo compromesso,
> neppure per accogliere una pecorella smarrita. Trovano ripugnante
> l'idea che un utente possa passare a Linux con una migrazione graduale
Non nego che ci siano casi simili (e sono il primo a criticarli quando
ne incontro), ma da qui a dire, come sembra suggerire l'articolo, che e'
questo il vero e unico motivo del lento successo di Linux sul desktop,
mi pare un po' azzardato. Il problema dei costi di migrazione e' mooolto
piu' complesso e sfaccettato...
> Storcono il naso: pretendono che si usi OpenOffice.org, perché è la
> versione open source dura e pura, e rifiutano di collaborare
> all'introduzione di StarOffice.
Questa e' una grossa imprecisione: si vada a leggere il comunicato di
FSFE - Italia e Assoli sul caso StarOffice/OpenOffice a scuola
(http://www.italy.fsfeurope.org/it/projects/miur/lettera_MIUR-2003-07-16.it.html)
nessun rifiuto a collaborare, semplicemente si e' chiesto che nelle
comunicazioni mandate alle scuole fosse citata, oltre a StarOffice,
anche l'alternativa libera OOo.
> Risultato: gli studenti e i docenti continuano a usare il prodotto
> Microsoft e sfuma pateticamente l'occasione di educarli alle libertà
> dei formati non proprietari (nel caso specifico XML, identico per
> StarOffice e OpenOffice.org). Bella mossa.
A parte che il nesso causale e' tutto da dimostrare (magari la comunita'
linux avesse questa capacita' di influenza! :-), mi pare si corra un po'
troppo alle conclusioni...
Cri
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