[glux] NAVIGAZIONE SICURA
AcCiO
acciopagliaccio@gmail.com
Mer 23 Maggio 2007 10:07:35 CEST
Il problema non è né il proxy locale né quello remoto.
Certo che no!
Il problema è che la gente usa il computer senza sapere cos'è e quali
siano le sue potenzialità.
O i suoi rischi
Mai visto io un genitore che mette un bambino in macchina al posto di
guida e gli accende pure il motore e allora perché si piazzano i bambini
davanti ad un computer?
Non ho mai visto un genitore pigliare il proprio figlio, portarlo a New
York e lasciarlo solo per un paio d'orette, perché allora si da ai
bambini la possibilità di perdersi nella rete?
Questo discorso quadrerebbe se il genitore non conoscesse appunto quali
siano i rischi della rete. Il problema sovviene quando qualcuno, in buona
fede, è CONVINTO di conoscerli (ingenuamente) e si sente al sicuro.
Il problema non sono i siti ma l'abbandono di minore.
Si può inventare quello che si vuole resta il fatto che sono i genitori
che se ne sbattono le palle dei figli. Il problema non è internet o il
computer.
Qui non si tratta di abbandono di minore. Allora tutte le volte che un
bambino gioca al parco e la mamma chiacchiera con qualcuno è abbandono di
minore? Certo se poi il bambino sale in piendi sull'altalena cade per terra
e si rompe la testa, la madre si rimprovererà per tutta la vita di non
essere stata piu attenta in quel momento, ma è colpa sua? Allora teniamo i
bambini chiusi in una stanza e facciamo prima...
Perchè allora non chiudere tutti i siti brutti e cattivi? E chi
stabilisce cos'è brutto e cattivo?
Perchè raggiunta la maggiore età si può decidere per se stessi ciò che è
brutto e cattivo, prima di allora, è appunto il genitore che se ne deve
necessariamente occupare
I genitori dovrebbero imparare che stanno tranquilli quando stanno coi
loro figli non quando li abbandonano nella rete o davanti alla TV.
Non occorre né l'ennesimo sito per newbie né installare Ubuntu o Linux
(in questo caso). Occorre che i genitori, se vogliono dare la
possibilità ai loro figli di utilizzare in sicurezza il computer,
imparino a loro volta ad usarlo. Del resto, che certezze potranno avere
che i figli non bypassino le protezioni se sono più ignoranti di loro in
materia di informatica?
Se un bambino è in grado di eludere una protezione informatica (seppur
banale) di certo non è uno che si perde nei meandri della rete. Sarà uno di
quei pischelli lameronzoli che gioca a fare l'hacker e di certo non
rappresenta piu un pericolo per se stesso.
Se penso alla mia esperienza personale, io fin dall'età di 8 anni (ora ne ho
20) ho avuto accesso a internet da casa e non sempre ero controllato. E i
miei genitori sono persone estremamente apprensive. Semplicemente pensavano
che quanto stessi facendo non rappresentasse un reale pericolo.
E poi perché dovrei dare in mano a uno sconosciuto, di cui non so nulla,
la formazione culturale di mio figlio? Cosa gli permetterà di vedere?
Leggere? Imparare?
Perché mai dovrei delegare ad altri l'educazione di mio figlio? E
ribadisco che si parla di figli, non di impiegati di un'azienda a cui si
vuole limitare la possibilità di cazzeggiare in rete.
Quanto stavo proponendo io non era la presunzione di decidere per
qualcun'altro le linee guida per l'educazione dei propri figli. Le persone
non possono conoscere tutto, certo quando avrò un figlio saprò come
comportarmi nei rigurdi della rete e di internet.
Ma non tutti sono informatizzati (non ancora per lo meno) e di conseguenza
si rischia facilmente di sbagliare in buona fede.
Quello che stavo abbozzando io, era un progetto che potesse assistere SOLO
sotto questo punto di vista spiegando in modo estremamente dettagliato cosa
sarebbe stato censurato e perchè, stabilendo dei livelli di utenza e magari
poterli rendere personalizzabili.
Qui non si sta delegando l'educazione dei figli, ma tramite degli strumenti
adatti, ci si sta aiutando ad educarli. La differenza non è proprio minima.
Ciao
Davide
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