[glux] qualche riflessione in ordine sparso ....

Carlo Stemberger carlo.stemberger@gmail.com
Ven 2 Nov 2012 11:38:16 CET


Il 01/11/2012 20:01, Guerrisi Antonio ha scritto:
> Comunque la sostanziale differenza tra Red Hat/Canonical e Google è 
> che le prime non vendono un prodotto, ma il supporto al prodotto. 
> Google non fa assistenza (o per lo meno, non in maniera massiccia. Si 
> limita a un supporto clienti via mail, molto basilare) e guadagna 
> sulle licenze per ogni utente registrato sui domini che utilizzano 
> Google Apps for Businnes. Se l'azienda permette di installare il 
> prodotto agli utenti sui loro server chi è il fesso che paga fior fior 
> di quattrini a Google se può benissimo evitarlo?

Per quanto ne so io, ma non ho dati affidabili alla mano (se trovate 
qualcosa leggo volentieri) la quasi totalità del fatturato (più del 90%) 
di Google è realizzata con la pubblicità. Quindi anche perdendo quegli 
introiti, cosa che sarebbe tutta da verificare, il suo bilancio 
resterebbe analogo.


> Per quanto riguarda le prestazioni degli smartphone, quelli che citate 
> voi sono casi limitati che costano all'incirca quanto un portatile di 
> pari potenza se non di più. La maggior parte dei dispositivi fa molta 
> fatica a far girare già i programmi installati di default. Il mio 
> Desire nonostante lo abbia pagato 250 euro e nonostante la Sense si 
> ottimizzata, quando apro google navigator molto spesso si inchioda. 
> Lasciamo perdere poi gli smartphone di fascia ancora più bassa.

Ti assicuro che parecchie distro GNU/Linux d'impronta "classica" girano 
fluidamente su hardware ormai preistorico (Neo FreeRunner, roba 
totalmente sperimentale commercializzata nel lontano 2008). Il problema 
non sta nella "base" del sistema operativo, ma nell'assenza di un DE 
adeguato.


> In che modo esattamente Google limita la libertà dei propri utenti?

Solo qualche esempio che mi viene in mente al volo, senza alcuna pretesa 
di completezza:
1) hai la libertà di cancellare tutti i dati che ti riguardano presenti 
sui server di Google (il cosiddetto "diritto all'oblio", tema d'assoluta 
attualità)? Su un PC o un server in cui io ho accesso diretto, posso 
lanciare DBAN per ottenere un disco come uscito di fabbrica. Col cloud 
non potrai _mai_ essere sicuro di aver spazzato via tutto definitivamente.
2) hai la libertà di usare i servizi di mappe di Google per qualsiasi 
scopo (anche commerciale)? No, ed è proprio in risposta a questi limiti 
che è nato OpenStreetMap.
3) hai la libertà di scegliere sotto che licenza pubblicare su YouTube 
_i tuoi_ contenuti multimendiali, di cui detieni i diritti d'autore? No, 
puoi solo scegliere tra 2 possibilità (licenza YouTube standard e 
Creative Commons - Attribuzione), la seconda tra l'altro aggiunta solo 
di recente. Questa cosa la trovo molto irritante, perché ad esempio 
Wasembo non potrà essere pubblicato su YouTube, a meno di non rinunciare 
alla clausola share alike.

Sicuramente di esempi analoghi se ne possono trovare a decine, per 
ognuno dei servizi forniti da Google.


> Un monopolio lo si ottiene quando si elimina la concorrenza. Hotmail, 
> Yahoo Mail e tutti gli altri sono perfettamente funzionanti e 
> accessibili da chiunque.

Sì, sarebbe più corretto probabilmente parlare di concorrenza 
monopolistica. Il succo non cambia: è comunque una distorsione 
gravissima del mercato. Del resto il nome di BigG si trova sulle 
scrivanie degli uffici antitrust di tutto il mondo, in primis in Europa, 
dove si annunciano a breve provvedimenti. Il tema caldo è soprattutto 
quello dei motori di ricerca, dove Google domina con percentuali 
bulgare. Per approfondimenti, fate un ricerchina con Google :-P


> quali sarebbero queste licenze che non verrebbero rispettate e che 
> "contano meno della carta igienica"?

Non ci sono licenze che non vengono rispettate; non ho mai detto niente 
del genere. Qualsiasi licenza software (libera o proprietaria o del 
tutto assente è indifferente) non conta niente in ambito cloud, perché 
la perdita di controllo avviene con l'utilizzo stesso del servizio, 
indipendentemente da come esso venga realizzato dal punto di vista tecnico.


> Per quanto riguarda chromium ok, ho esibito tutta la mia ignoranza 
> sull'argomento, ma continui a darti sempre di più la zappa sui piedi. 
> Non solo l'azienda ti rilascia un suo prodotto senza vincoli, ma ti 
> rilascia pure la versione che ancora sta sviluppando. Un motivo in 
> meno per lamentarsi (perchè si, uno che esordisce dicendo che "stiamo" 
> perdendo la partita e che il futuro è apocalittico, non lo fa perchè è 
> contento della situazione.

Ma infatti nessuno si sta lamentando del software libero sviluppato da 
Google! Google supporta il software libero in tantissime occasioni; gli 
esempi si sprecano. Cito nuovamente la premessa fatta nell'e-mail da cui 
è partita tutta la discussione:
> prendiamo il caso di Google: e' indubbio, usa largamente sw libero.
> non solo: in molti casi promuove attivamente, e spesso addirittura
> finanzia, i progetti del sw libero.

Il punto però non è questo. La questione riguarda l'utilizzo dei servizi 
cloud, che rischiano di rendere vane le conquiste compiute negli anni 
precedenti nei confronti delle libertà degli utilizzatori di prodotti 
informatici. Il fulcro del ragionamento si sta spostando dalla libertà 
del codice sorgente, alle possibilità di controllo dei dati. Prima 
bastava usare un software libero installato sulla propria macchina per 
avere il pieno controllo dei propri dati. Con i servizi web-based, da 
alcuni anni e man mano in modo sempre più pervasivo, non è più così.


> Per quanto riguarda il software su android non è affatto vero che 
> sarebbe come ricominciare da capo. Basta prendere il software ed 
> adattarlo ai processori e ai sistemi su cui andrà a girare.

Non ho capito...

Prendi un qualsiasi software scritto, chessò, in PySide (Python + Qt). 
Fallo girare su Android. Non riesci, a meno di non riscriverlo 
totalmente da zero in Java con le librerie grafiche di Google.

E così è per quasi tutto il software che trovi nei repository Debian.


> Allora siccome si è sviluppato software unix per 30 anni per i 
> prossimi 30 bisogna utilizzare solo sistemi UNIX perchè nessuno ha 
> voglia di adattare ed evolvere?

No, chi ha detto mai questo? Il programmino di cui sopra girerà senza 
problemi su Debian, su Fedora, su [altra distro a scelta], su MacOSX, su 
Windows (che non è unix), su Meego, su Symbian (che non è unix)... il 
tutto senza cambiare una riga di codice.

Su Android non è possibile. Punto. A me sembra di essere tornati 
indietro di almeno 15 anni, considerando che la programmazione 
multipiattaforma era cosa ormai assolutamente assodata.

Buona giornata,
Carlo

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