[Golem] [ot] Il posto dei calzini

Gianni Casalini gianni.casalini@bastardi.net
Ven 18 Lug 2008 13:12:19 CEST


Il giorno mer, 16/07/2008 alle 12.00 +0200, Hal ha scritto:


> Per competenze tecniche frequentiamo le reti informatico-comunicative.
> Purtroppo c'è il forte rischio di non saper mettere a frutto (per
> mancanza di consapevolezza?) questa posizione particolarmente vicina
> al cuore del drago.

IMHO:::
Non capisco la prima persona plurale. Tutti oggi frequentano le reti
informatico-comunicative, perché le reti informatico-comunicative sono
integrate nella nostra esistenza.
Che possa succedere che di questa centralità siano più consapevoli il
fruttivendolo, la sarta o il filosofo, piuttosto che il tecnico, è cosa
comprensibile.
Il tecnico non sempre è in una posizione privilegiata, né sempre vuole
esserlo.
Il tecnico vate nell'epoca postmoderna è durato meno dell'ingegnere vate
nell'epoca moderna, e nonostante questo la sua posizione è assolutamente
centrale in tutti i processi economici e sociali. E' che questa
centralità è ormai diffusa a tutti le soggettività che partecipano alle
reti. 
Molti e molte hanno tentato di tradurre la propria soggettività nel
passaggio da un'epoca "analogica" a un'epoca "digitale". Solo chi era
tecnicamente attrezzato ha avuto, in qualche modo, la possibilità di
farlo. Gli altri hanno dovuto invece prendere atto che la casalinga
postmoderna non è per niente una traduzione della casalinga di Voghera
con il PC. Non si sono aggiunti nuovi elettrodomestici o strumenti
tecnici. E' la totalità dei modi di essere che è stata messa in
discussione e ha sconfinato in infinite ibridazioni. Chi "non ha potuto
difendersi", talvolta, ha dovuto arrendersi alla fine di un mondo e, nei
casi migliori, l'ha evocata questa fine e ne ha gioito.
Quindi per me è vero che la posizione del tecnico è "particolarmente
vicina al cuore del drago", ma è anche vero che il cuore del drago è
ovunque. 
> 
> Siamo nell'occhio del ciclone ma ne saremo consapevoli, forse, fra
> molti anni.

Se c'è un aspetto positivo della globalizzazione è che nessuno/a ha
molti anni per diventare consapevole di qualcosa.

Ciao
Gianni
> 




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