[Gulli] (senza oggetto)

Valerio Di Stefano valeriodistefano@valeriodistefano.com
Sab 12 Maggio 2007 16:28:59 CEST


----- Original Message -----
Da : "Giovanni Scafora" <linuxmania@gmail.com>
A : "Lista del Gruppo Utenti Linux di Livorno"
<gulli@lists.linux.it>
Oggetto : Re: [Gulli] (senza oggetto)
Data : Sat, 12 May 2007 11:09:36 +0200

> > Io pago per avere una rivista. Che ha un costo. Se
> > voglio quel prodotto corrispondo quel prezzo, altrimenti
> > non lo compro. 
> Questo è ovvio. Ognuno è libero di spendere i propri
soldi
> come meglio crede.

:-) Monsieur De Lapalisse ringrazia :-) :-)
No, il punto non è la libertà di ognuno di spendere il
proprio denaro come più aggrada.
Il punto è che ciascuno ha una propria soglia di
tolleranza che gli può far considerare (per motivi
svariati, e tutti *suoi* -e, per questo, insindacabili,
anche se possono essere non condivisi) un prodotto
"buono-per-lui" anche se ha due pagine di pubblicità di
Microsoft.
Personalmente, quando mi sono abbonato ho pensato:
a) il prezzo di abbonamento è molto inferiore al prezzo
dei singoli numeri in edicola;
b) ho un ulteriore sconto per gli insegnanti;
c) il mio edicolante vende una sola copia al mese (la mia),
quando sì e quando no, quindi non mi garantisce l'arrivo
regolare della rivista;
d) ora gli mando l'assegno co' 'vaìni.

Ci sarebbe anche un punto e) che preferisco illustrare in
un'altra mail.

Il succo del discorso è che la morale è sempre qualcosa
di strettamente personale, mentre c'è chi vorrebbe farla
assurgere a etica universale applicabile a tutti.

Linux, quando è una scelta consapevole e matura, può
anche far sorridere davanti ai paginoni di Microsoft su una
rivista. Personalmente quando li vedo ci rido. Altri si
incazzano.
Non so chi glielo faccia fare di incazzarcisi così. Io
quando ho superato le due pagine rischio di trovare magari
un articolo interessante, qualcosa da imparare o una
recensione che può essere utile per me o per gli altri.
Chi si ferma ad incazzarsi per Microsoft non so da cosa
possa essere interessato (visto, appunto, che si ferma).

> Non sono d'accordo con te.
> Tutta la questione, invece, ruota proprio intorno ad una
> questione di etica professionale.

Sì, io capisco bene la tua posizione. Ma tu parti
dall'etica professionale, mentre invece c'è anche l'etica
del lettore.
Io compro "Repubblica". Per pigrizia congenita (sono anni
che lo leggo), perché non ho mai trovato di meglio (di
peggio sì) a parte il Vernacoliere, perché è un
cocervo di umorismo involontario etc...etc...
"Repubblica" parla ogni giorno di insegnanti arrestati per
pedofilia, di Berlusconi, del Partito Democratico, delle
posizioni del Papa e di tante altre fesserie della stessa
risma. Etica professionale men che zero, dunque. Dovrei
forse smettere di leggerla? Nientemeno l'altro giorno c'era
una pubblicità di corsi multimediali per l'apprendimento
delle funzioni di Microsoft Office. A dar retta a tutto
dovrei bruciare il giornale, come facevano i colleghi di
certi linuxari integralisti ai tempi dell'Inquisizione (da
quetso punto di vista un è che sia cambiato poi tanto, un
ti crede'...)

Io preferisco applicare il mio senso critico.

> Mi preoccupa la tua
> affermazione, quando dici che "i soldi non sono
> incompatibili con nulla e con nessuno".

Mi pare che questo sia uno dei capisaldi della filosofia
GNU/Linux.
Non capisco francamente la tua preoccupazione.

> Appunto! Pensa un pò cosa può passare per la mente ad
un
> lettore che si avvicina per la prima volta a Linux,
> leggendo quella rivista e vedendosi sbattere in faccia
> quella pubblicità. Come minimo rimane prima disorientato
e
> poi disgustato.

Secondo me invece no. Probabilmente un lettore che si
avvicina per la prima volta a Linux come minimo ha già
provato Windows. E, quindi, sa quanto meno che Microsoft
esiste. E non gli sembrerà poi tanto strano che in una
rivista in cui si parla di sistemi operativi si faccia
pubblicità a una azienda che, guarda caso, fa sistemi
operativi.

> > Penso che la *scelta* consapevole e chiara di usare
> > Linux sia un qualcosa che viene *molto* dopo. E tra il
> > primo approccio entusiastico (Linux è gratis, uh, che
> > culo, guarda lì, bellino, non lo so usare, quindi non
> > funziona.... -perché c'è gente così-) e l'uso
> > consapevole ce ne passa. Uh, se ce ne passa... 
> Beh queste cose non venirle a dire proprio a me.

Ma infatti non le dico a te. Le scrivo su una Mailing List
perché diventino discussione comune. Per farlo prendo
spunto da quello che scrivi. Come tutti, no?

> Il problema è che quella pubblicità era, è e
> resterà sempre di cattivo gusto.

Il problema è che l'etica e il cattivo gusto sono due cose
disgiunte.


-- 
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