[Gulli] Riflessioni

[Valerio Di Stefano]

On lun, 2007-05-14 at 16:45 +0200, dado wrote:

> Scusa, ma mi sono sentito chiamato in causa! Te non lo avresti pensato?

Mah, senti Nini, lo trovo un meccanismo molto diffuso, purtroppo.
Quando avevo 10 anni litigavo con quelli che non tifavano la mia squadra
del cuore perché pensavo che una scelta di campo comportasse, per forza,
anche un giudizio sulla persona.
Quando ne avevo 15 e ascoltavo un certo tipo di musica quelli che ne
ascoltavano altri (i "Cugi", un te li riordi?) mi sembravano tutti
scemi. La musica, si sa, crea il senso di appartenenza a un branco
piuttosto che a un altro.
Il punto è che ora non ho più né 10 né 15 anni. E nemmeno te.
Per cui posso permettermi il lusso di fare le cose perché mi piacciono e
perché ci credo senza preoccuparmi troppo del giudizio altrui.
Se uno mi dice che Linux gli fa schifo, forse vuol dire che non gli
interessa, non che ce l'ha con me e mette in dubbio il mio lavoro.

> Guarda anche io ho tutti giorni a che fare con le leggi... sarà una 
> deformazione professionale, ma sono abituato a rispettarle, che mi piacciano 
> o no...

Sì, e proprio la mia esperienza professionale in cui la burocrazia, le
circolari ministeriali, le leggi (che, comunque, cambiano anche loro) la
fanno da padrone mi ha insegnato che le leggi e le regole sono tanto
belle, ma quando è possibile, meno regole ci sono e meglio è.

Nel mio caso quando ho scoperto le licenze libere (GPL, CC) prima e
Linux dopo, ho pensato a che cosa avrei potuto fare per valorizzare
quello che mi sembrava interessante (interessante *per me*, intendo
dire, se lo è anche per gli altri mi fa piacere ma non è la mia priorità
assoluta).
Ne è venuta fuori una biblioteca di risorse libere, che tira circa 12000
utenti unici al giorno e un milione di download al mese.
Tra questi sono un buon numero quelli che si scaricano un software linux
o una distribuzione, tra le poche che sono riuscito a mettere in linea. 
Non sono grandi cifre, per carità, e lo voglio chiarire subito, ma mi è
bastato un hosting qualsiasi, un po' di voglia di fare, un po' di
curiosità e un po' di disponibilità a imparare quello che mi serviva per
raggiungere una utenza capillare.
Avrei potuto mettere in piedi una associazione, mi sarei autoeletto
presidente, avrei dovuto trovarmi un collegio dei probiviri, qualcuno
che volesse farne parte, avere una partita IVA, tenere dei registri.
Avrei potuto usare questa associazione per contattare scuole e pubblica
amministrazione, così poi avrei potuto parlare di Linux, distribuire
copie dell'OS a chi non lo conosce, incoraggiarne ulteriormente la
diffusione, ed è più o meno quello che sto facendo, né più né meno, con
l'aiuto del LUG locale, che è fatto di persone. Fisiche, non giuridiche.

> Il gulli bene o male è un associazione con delle regole... indipendentemente 
> dal fatto che la cosa sia bella e liberante o meno.. quindi c'è un organo 
> direttivo, uno statuto e quant'altro da rispettare come in una normale 
> società.. ci mancherebbe!! 

Appunto, ci mancherebbe!!! :-)
Guarda Dado, io purtroppo a Livorno non ci vivo più, o, meglio, ci vengo
poco. Leggervi mi fa piacere perché mi dà la possibilità di vedere
ancora un approccio livornese alla materia, che non è poco.
Molti amici mi scrivono che Livorno è cambiata. E dev'esserlo davvero se
si deve sentir dire, proprio a Livorno, che Linux è una fede.
Ma io non sono razzista.
Sono convinto, però, che se ci vivessi ancora, la cosa che mi darebbe
più fastidio sarebbe proprio il voler costituire in un'entità
burocraticamente costituita un contenuto culturale che per sua natura
non ha bisogno di legulèi e cavilli statutari.

A meno che non ci siano dei soldini da gestire. Il che cambierebbe molto
le cose.

-- 
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