[Gulli] Riflessioni

Valerio Di Stefano valeriodistefano@valeriodistefano.com
Sab 19 Maggio 2007 15:45:26 CEST


On gio, 2007-05-17 at 08:32 +0200, dado wrote:

> Guarda a me piace Linux, piace il software libero, non ci trovo difetti... 
> quindi ti assicuro che la voglia che ho di parlarne, diffonderlo, insegnarlo 
> (anche se in fondo sono solo un ignorante in materia) è enorme... il Gulli è 
> una cosa meravigliosa per Livorno... dobbiamo coltivarla, non farla seccare

Sottoscrivo su tutta la linea, anche e soprattutto sull'ignoranza, che
coltivo a tonnellate. Come al solito il punto non è mai *cosa* fare (in
questo caso diffondere Linux, la filosofia Open Source, creare una rete
di persone che condividano gli stessi interessi etc...) ma il *come* lo
si fa (in genere la gente si scanna sempre sui modi, non sui contenuti).

Nella mia esperienza personale e di gestore (nel bene o nel male, più
nel male che nel bene, ma tant'è) di una biblioteca on line di risorse
libere mi sono reso conto che l'associazionismo è generalmente negativo,
a tutti i livelli.
Un po' perché si spreca un sacco di tempo (e di vaìni) a costituire una
associazione, risorse che potrebbero essere drenate verso usi più
piacevoli e fruttuosi, un po' perché poi l'associazione bisogna
riempirla (se no che associazione è?).
Ti faccio un esempio: a me piace molto l'editoria elettronica, mi piace
tutto quello che è connesso con questo argomento e sono convinto della
assoluta utilità di un testo in versione digitale, qualunque esso sia.
I casi sono due, o costituisco l'Associazione dei Testaioli Digitali
Convinti Mapotessimorì Orasubito (ce n'è una, non si chiama così ma
c'è...), prendo qualche centinaio di euro, li do a un notaio per
depositare uno statuto, faccio un'assemblea fittizia per autonominarmi
presidente o vice sottospugnetta per francobolli aggiunta. E poi?
Poi devo *produrre* qualcosa, a meno che l'Associazione non mi serva per
interfacciarmi con le istituzioni pubbliche (comuni, scuole etc...), e
allora è un altro discorso.

Se invece, come nel caso di Linux, i soldi del notaio li spendessi in un
barile di CD vergini da masterizzare e  distribuire alle persone che
conosco e a cui parlo di Linux spedo di meno e probabilmente raggiungo
uno scopo più capillare.

Aggiungi poi al ragionamento il fatto che se per diffondere Linux (o
l'editoria elettronica) devo aggregarmi a un organismo preesistente,
molto probabilmente dovrò seguire l'etica e il modo di fare di quella
associazione.

Se penso, invece, che con un trentina di euro, ma anche meno, oggi si
affitta infinito spazio web in hosting e un nome a dominio, e che si
possono distribuire distribuzioni (eh, se no perché le chiamerebbero
così?) a iosa, mi sembra proprio che il gioco non valga la candela. E
senza dover rendere conto a nessuno.

IMHO, naturalmente (come dicono quelli che pretendono di essere
politically correct).

> ma a Livorno quando ci vieni... che mi piacerebbe anche conoscerti di 
> persona...

Deh, chiama e rispondi... speriamo possa succedere presto, nel caso mi
trovi dal Guargua a movimentare i poponi.
 
-- 
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