[Gulli] Corso di Informatica Libera di Base - edizione 2010(CILB-2010): discussione programmatica

francesco pellegrinetti frpellegr@tin.it
Mer 10 Mar 2010 20:03:44 CET


Mi sembra che gli esempi riportati nei due link confermino in buona misura quello che pensavo, cioè: 
esempio 1) - "sta seguendo un corso d'inglese" (ci si aspetta che alla fine del corso uno abbia imparato a parlare l'inglese o almeno un po')
esempio 2) - "frequentare un seminario di storia contemporanea"  (non ci si aspetta di imparare la storia contemporanea ma solo di ascoltare uno che parla di quell'argomento).
Ora, il nostro "corso" è costituito proprio da uno che parla di un argomento e non è affatto scontato che alla fine gli ascoltatori abbiano imparato a usare il computer o almeno un po'.
Questo lo rende più simile alla definizione di "seminario" o "ciclo di conferenze" che non a quella di "corso".
Comunque per non stare a perdere ulteriore tempo in disquisizioni linguistiche (tanto più che i nostri utenti non saranno sicuramente membri dell'Accademia della Crusca) direi che più che prestare attenzione alle nostre singole preferenze sulla definizione sarebbe opportuno pensare invece alla percezione che i corsisti hanno dei loro bisogni e delle loro aspettative (informazioni che potrebbero essere acquisite anche attraverso questionari distribuiti all'atto dell'iscrizione) inoltre, o all'iscrizione o alla prima lezione ritengo fondamentale anche l'effettuazione del test d'ingresso al fine di poter stabilire quello che generalmente viene chiamato il "patto d'aula" cioè: cosa ti aspetti da me - cosa mi aspetto da te. In questo momento vengono definiti gli obiettivi e i risultati attesi in modo da poter, al termine, valutare l'efficacia del corso sulla base di indicatori prestabiliti (ad esempio: obiettivo minimo atteso raggiunto dal 60% dei partecipanti), risultati al sotto dei quali il corso sarebbe stato un'inutile perdita di tempo.
Infine ritengo che l'idea di Marco sia non solo da condividere ma caso mai da integrare pensando alla fornitura non solo delle distro live ma anche di una congrua quantità di dispense costituite dal materiale proiettato a lezione in modo che l'allievo possa riprodurre a casa, passo passo, quello che ha visto fare in aula. Questo anzi dovrebbe essere assegnato come "compito a casa", dedicando la prima mezz'ora della lezione successiva alla disamina dei problemi incontrati e alle domande dei partecipanti.
Credo che questo possa rappresentare una buona formula di compromesso tra quello che dovrebbe essere un approccio professionale e quello che siamo in grado di offrire. A mio avviso, comunque, un approccio professionale, sia pure in piccolo, è sempre da preferire ad uno approssimativo e superficiale che finirebbe solo per dequalificare tutta l'attività anche per il futuro.
E' tutto per ora.
francesco


----- Original Message ----- 
  From: Fabrizio Carrai 
  To: Lista del Gruppo Utenti Linux di Livorno 
  Sent: Wednesday, March 10, 2010 6:00 PM
  Subject: Re: [Gulli] Corso di Informatica Libera di Base - edizione 2010(CILB-2010): discussione programmatica


  A mio giudizio cambiare la definizione di cosa stiamo facendo è di scarso effetto. A supporto della definizione di corso

  Il "corso" viene fatto su una materia (ed è quello che andiamo a fare) (http://www.wordreference.com/definizione/corso)
  Il "seminario" è su un argomento specifico (http://www.wordreference.com/definizione/seminario)

  Mi piace moltissimo l'idea della "GULLI distro"! Si potrebbe pensare a delle "pennine" USB ?

  F.


  Il giorno 10 marzo 2010 17.37, Marco Pellegrinetti <marcopellegrinetti@gmail.com> ha scritto:

  [...]

    Le soluzioni per questo "corso" sono due, possono essere separate o, meglio, combinate:
    - Cambiare il nome in "seminario" (che è la definizione più appropriata)
    - Dare la possibilità di provare l'imparato a casa

    Per la prima, credo che la maggior parte dei soci sia d'accordo, per la seconda intendo, ritornando al discorso iniziale, dire che senza pratica non si impara, se i frequentatori non possono provare quello che imparano direttamente al corso, devono avere almeno la possibilità di ripeterlo e simularlo a casa, le soluzioni sono due anche in questo caso, o facciamo un install party all'inizio (cosa poco probabile e difficile) oppure facciamo una bella "Ubuntu G.U.L.Li. Edition 2010" localizzata in italiano e contentente tutti i software utilizzati e citati nel corso, masterizziamo un po' di DVD (Nei CD tutta la roba non ci starebbe), li distribuiamo alla prima lezione e spieghiamo ome farli partire. 
    Della creazione della distro personalizzata me ne posso occupare io.
    Che ne dite?


    Il giorno 10 marzo 2010 17.16, Fabrizio Carrai <fabrizio.carrai@gmail.com> ha scritto: 


      Il fatto che le lezioni siano teoriche e non pratiche è un limite non indifferente ma che, allo stato attuale, non è tecnicamente superabile.
      Non sono disponibili aule attrezzate. Questa è anche la ragione del costo ridotto.

      C'è una cosa a vantaggio del corso organizzato dal GULLI: che la parte pratica può essere supportata dalle attività post-corsi, negli incontri settimanali  in primis.

      Ripeto infatti la mia opinione sull'importanza del supporto che i soci (e non) possono dare per l'installazione delle distribuzioni sulle macchine degli utenti. Una installazione veloce e completa da innanzitutto fiducia alla persona che si avvicina a Linux e lo mette nella posizione di sperimentare le nozioni apprese.

      Una ulteriore nota al programma: occorre fare un ulteriore sforzo per migliorare la definizione degli obbiettivi di ciascuna lezione.
      Ad una persona che appena conosce un computer ("quasi nulla") può risultare ostico capire cos'è una "elaborazione multimediale". Una frase del tipo "Uso di programmi per la creazione e la modifica di brani musicali" potrebbe essere di più ampia comprensione.

      Idem per le "Reti di computer": "Comunicazione e scambio di informazioni fra computer" potrebbe meglio far capire quali sono gli aspetti che vengono incontrati quotidianamente e che vengono appunto affrontati nel corso.

      A presto!
      Fabrizio 

       
      Il giorno 08 marzo 2010 22.02, Diego "Hornet2e" Banti <hornet2e@gmail.com> ha scritto:

        Scrivo questa mail al pubblico della nostra mailing-list per
        continuare la discussione sul "Corso di Informatica Libera di Base -
        edizione 2010" (CILB-2010).

        Durante l'assemblea è emerso che alcuni dei soci nutrono perplessità
        sulla consistenza e l'impostazione del corso. In particolare mi è
        parso di capire che alcuni non gradiscono il fatto che le lezioni
        siano prettamente teoriche e non sia previsto l'utilizzo di PC se non
        per proiettare le slide e mostrare degli esempi.

        Vorrei chiarire quindi alcuni punti e poi lasciare i commenti ai
        membri di questa lista, siano essi soci oppure no:
        1) Il corso è rivolto a persone che di computer sanno poco o niente.
        E' rivolto anche a coloro che usano windows con superficialità e che
        quindi non dedicano mai molte energia e comprendere le fondamenta
        dell'informatica. Più in generale si può dire che conviene partecipare
        a questo corso se si vuole vedere le basi dell'informatica con un
        approccio "libero" ergo Linux e l'Open Source.
        2) E' logico che il target sarà ben specificato alle persone cui verrà
        proposto. E' un corso di base, quindi è sottinteso che chi ha già una
        certa infarinatura potrebbe trovarsi male a seguire le lezioni perchè
        conoscerebbe già, gran parte degli argomenti.
        3) Vi anticipo che i posti disponibili sono soltanto 20. Alcuni di
        questi inoltre sono riservati ai membri dell'IDV che gentilmente ci
        offrono la loro sede cittadina per lo svolgimento delle lezioni.
        4) Se è un corso di base è logico che non possiamo, per forza di cose,
        piazzare le persone, subito davanti al PC. Sarebbe come mettere un
        principiante alla guida di una Ferrari, o un dirigente di tennis alla
        giuda di una grande squadra di calcio (Juventus Docet). Il risultato
        sarebbe che l'attenzione finirebbe allo schermo del pc, mentre le
        nostre parole si perdono nel vuoto (la tendenza a "smanettare" è
        sempre forte)... Inoltre ne noi, ne l'IDV disponiamo di laboratori di
        informatica, e tantomeno abbiamo i mezzi per affittarne una.

        Allego anche quello che, salvo cambiamenti dovuti alla discussione,
        dovrebbe essere (quasi) il programma definitivo.

        Spero di aver chiarito il mio punto di vista.

        Attendo commenti.

        Per il GULLI, il presidente:
        Diego "Hornet2e" Banti


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