ILS deve solo pagare, ma i LUG?

Christian Surchi csurchi@mclink.it
Wed, 13 Jun 2001 18:50:57 +0200


On Wed, Jun 13, 2001 at 06:42:03PM +0200, Fabio Coatti wrote:
> Forse sarebbe il caso di terminare il thread, visto che non credo sia 
> ormai molto aderente all'inizio, ma non posso trattenermi da dire la 
> mia... mi sembra che a volte ci sia un po' di "integralismo". 

Io la chiamo coerenza.

> Sinceramente, messo in questi termini, non sono molto d'accordo con la 
> tua affermazione. Io intendo libertà anche nel senso di usare soft 
> commerciale, se così mi pare. L'importante è poter scegliere. 

La liberta' non puo' fermarsi alla scelta, non siamo al supermercato.
La diffusione di software esclusivamente commerciale ha portato al monopolio windows
e affini. Non a caso Linux esiste e e molti altri unix sono morti o sono rimasti
nella loro nicchia, ed e' morto anche OS/2, nonostante dietro ci fosse mamma IBM.
Questa sarebbe la scelta che offre il software commerciale?

> Ora, fino 
> a che posso permettermelo, cerco di usare prodotti open/free o quello 
> che è, per tutte le motivazioni che ben conosciamo. Ma se per risolvere 
> un problema la soluzione migliore è commerciale, DEVO usare quella. 
> Certo, posso darmi da fare per far cambiare le cose, ma quello che stai 
> dicendo è un po' lo speculare di quello che dice M$: solo il soft 
> commerciale garantisce innovazione. Posso cercare di convincere qualcuno 
> che free è meglio, ma solo se lo è veramente. Non voglio farlo per 
> partito preso, altrimenti mi metto a vendere soft commerciale, dovendo 
> dire delle balle è meglio guadagnarci direttamente sopra.

Anche se posso pensare ad una superiorita' anche tecnica del software libero su
quello non libero, io non ho detto questo. Ho parlato di liberta' (!), e non ne vedo
proprio nella diffusione e nell'uso di software commerciale, e, IMHO, il passato ce
lo dimostra con forza.
 
> Frasi come quelle da te usate lasciano un po' il tempo che trovano e 
> vanno bene in certi ambienti, ma non è che convinci un manager, che per 
> buona sorte magari ha l'intelligenza di guardare un po' più avanti del 
> suo naso, con simili slogan. Il modo per convincere è mostrare che il 
> prodotto è milgliore e che ci sono comunque tutta una serie di vantaggi 
> direttamente percepibili da chi non ha occhio per gli ideali ma per il 
> portafoglio e l'efficacia.

Ma non si parlava di lug? Da quando in qua i lig dovrebbero trattare coi manager? Ci
sono modi di agire diversi a seconda dei contesti e sinceramente non vedo cosa
c'entri un lug col business. Tu fai il tuo business col software che preferisci, ma
non vedo perche' un lug debba fare lo stesso.
 
> Come qualcuno ha già detto, uno che lavora con un programma non si pone 
> nemmeno il problema che il soft che usa non è "libero" se gli fa 
> guadagnare di più. Tu puoi raccontare quello che ti pare, ma se non 
> dimostri con i fatti e non con gli slogan che ci sono REALI vantaggi, 
> non ottieni nulla.

Continuo a non capire cosa c'entri coi lug e con la liberta'.
 
> Personalmente preferisco un approccio pragmatico, magari meno 
> altisonante, ma che in certi ambienti può produrre risultati molto più 
> significativi.

Quali risultati? Che tutti smettano di usare windows o che la gente abbia *davvero*
la possibilita' di scegliere e di agire in piena liberta'? 

> Intendiamoci, sono anche io d'accordo con tutta la filosofia e l'ideale 
> che sta dietro al free soft, ma mi pongo anche il problema di portarlo 
> avanti sul terreno. Se adesso sto lavorando con una macchina linux e non 
> win, lo devo egualmente agli idealisti che hanno portato avanti la 
> filosofia, ai tecnici (soprattutto) che hanno scritto il soft e anche ai 
> pragmatici che lo hanno reso appetibile anche per chi ci lavora.

Ci sono aspetti diversi da prendere in considerazione. I protocolli aperti sono
risultati quelli vincenti ed il software libero sta dimostrando ogni giorno che passa
la sua forza, senza bisogno di limitarsi alle prestazione tecniche di un prodotto o
di un altro.

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