Manifesto del lug

Andrea Capriotti a.capriotti@nettuno.it
26 Jan 2002 14:59:48 +0100


Il sab, 2002-01-26 alle 12:43, fku@freemail.it ha scritto:
> >> >Cosa significa "di tipo free"? Gratis?
> >>
> >> Non necessariamente, free=3Dlibero.
> >> Libero di essere open source, ma anche libero di essere closed source.
> >> Libero di essere gratis, ma anche di costare
> >> una fortuna.
> >Praticamente tutto il software esistente e' "di tipo free"?
> >Curioso!
> =20
> Curioso ma vero.
> Infatti come utilizzatore di un sistema operativo (linux USER group...) m=
i interessa non tanto la scelta compiuta dallo sviluppatore, quanto che il =
pacchetto sia liberamente raggiungibile dalla rete, nelle forme economiche =
che lo sviluppatore ha ritenuto opportune.
Quindi, ad esempio, vmware e' un software di "tipo free"?
Non ti sembra una definizione molto confusa?
 =20
> >
> >> Ecco perch=E8 l'open source viene inglobato in quella definizione pi=
=F9 generale.
> >Tu quale differenza vedi tra il software "open source" [1] e quello
> >libero [2]?
> =20
> Open source=3Dcodice sorgente aperto.
Veramente la definizione di "open source" e' quella che ti ho citato:

http://opensource.org/docs/definition_plain.html

Tu dai un tuo particolare significato anche al termine "open source"?

> Ossia codice sorgente disponibile nei modi ad esempio previsti dalla GPL.
> Ma non solo dalla GPL: tutte le licenze che prevedono l'accesso al codice=
 sorgente sono di tipo open source (anche se magari non tutte vengono comun=
emente riconosciute tali).
Ma non e' piu' semplice attenersi alle definizioni e non creare
confusione?

> Software libero: codice libero in tutto e per tutto, frutto della libera =
scelta dello sviluppatore.
Anche qui, non e' meglio seguire la definizione?

Resta il fatto che non hai risposto.
Quale e', secondo te, la differenza tra software libero e open source?

> A questo punto per=F2 bisogna considerare di nuovo la parola USER: come t=
ale mi interessa Kylix, mi serve Oracle, magari pure
> Java.
> La definizione di RMS capisci diventa riduttiva.
> Ho bisogno di un'altra che sia pi=F9 generale e comprenda sia open che cl=
osed source.
Concordi sul fatto che la tua definizione di software "di tipo free"
possa creare confusione?
Non sarebbe meglio che, quando si mostrano ad un utente GNU/Linux
Mozilla e Opera, si spieghi la differenza _sostanziale_ tra questi
programmi?
Non mi pare corretto includerli entrambi nel calderone del software "di
tipo free".

> >Se si vuole diffondere cultura, qualunque cultura, le parole ed il loro
> >significato sono importanti.
> >
> Verissimo!
Mano male. Allora prova a riflettere sul significato che dai alle parole
libero, open source e freeware ed a confrontarlo con le definizioni.

> Infatti in occasione del Linux Day ho parlato, credo e spero nei termini =
appropriati, solo e soltanto di open source e software libero.
Bene. Perche non farlo sempre?

> Ma la settimana precedente, ad una fiera, ho mostrato un po' di tutto. =20
> C'=E8 stato, tra il pubblico del Linux Day, chi mi ha fatto notare la dif=
ferenza tra il sw che mostravo l=EC (seppure su slide)
> e quello che gli avevo fatto vedere sette giorni prima (in particolare ci=
 si riferiva a Kylix): la mia spiegazione =E8 stata tranquillamente compres=
a ed accettata.
Hai detto che erano tutti software di "tipo free" liberamente
raggiungibili dalla rete, nelle forme economiche che lo sviluppatore ha
ritenuto opportune? <g>
 =20
> >> >Cosa significa "proprieta' intellettuale"? >
> > Qui apriamo un discorso
> >troppo lungo e complesso [3].
> >Io consigliavo, piu' banalmente, di evitare l'uso del termine
> >"proprieta' intellettuale" in quanto si mescolerebbero concetti come il
> >diritto d'autore, i brevetti o i marchi registrati che comportano
> >considerazioni differenti.
> =20
> Hai ragione.
> Per=F2 siamo sicuri che io confonda i termini?
> La propriet=E0 intellettuale =E8 pi=F9 un concetto astratto, che poi si p=
u=F2 "materializzare" nel copyright, se l'autore vuole, o nell'open source,=
 sempre se l'autore vuole.
Vorresti dire che il software libero non ha copyright?
Sei sicuro?
Che differenza vedi tra il copyright di Torvalds su Linux e quello di
Gates e della Microsoft su Windows?

> Ma io, come USER, rispetto entrambe le scelte.
Quali sono queste scelte?
=20
> >> Esiste questo tipo di sw.
> >> Esiste quello open source.
> >> Come utente Linux li utilizzo entrambi.
> >Questo, come utente, e' piu' che legittimo. Trovo pero' inutile,
> >nell'ottica di promuovere la diffusione della cultura, appoggiare un
> >fenomeno come il freeware. Ovviamente e' solo la mia personale opinione
> >ma era, in fondo, il consiglio iniziale di Agx.
> >
> =20
> La cultura si basa anche sulla legittima diversit=E0.
> D'altra parte converrai che non posso utilizzare sw closed source ed open=
 source a casa
> e poi andare in giro a parlare solo del secondo.
> E' una questione di coerenza.
Davvero con tutto l'impegno non riesco a capire perche' un LUG dovrebbe
diffondere l'uso di software proprietario...

> Nel caso del Linux Day _dovevo_ parlare di Linux e dell'open source: l'ho=
 fatto
> con piacere, ti assicuro.
Che dittatori questi di ILS!
Chissa' perche' non sopportano il software proprietario...

> Ma in una sede diversa, dove magari non partecipo ad un'organizzazione pi=
=F9 generale,
> dove essendo solo sono pi=F9 libero (nel senso di non essere vincolato a =
scelte comuni),
> il discorso per me si amplia naturalmente al closed source.
> E a tutto ci=F2 che ruota intorno a Linux.
Il discorso e' chiarissimo.
Ti interessa il kernel Linux e tutto quello che ci gira sopra e,
operando un abile azione di bispensiero, "dimentichi" che si tratta di
software libero.

> >> Si tratta, come ti ho gi=E0 spiegato di una libera scelta dell'autore =
per un
> >verso e dell'utilizzatore per l'altro. Certo. Quello che non capisco e' =
cosa
> >abbia a che fare con la cultura.
> >Ma forse il mio errore di partenza e' dare per scontato che chi si
> >impegna in un LUG lo faccia perche', cercando di svolgere un ruolo
> >sociale, vuole avvicinare ed "educare" piu' persone possibile.
> >Insomma, una persona che spera che gli altri si avvicinino a GNU/Linux
> >come consumatori critici e consapevoli e non come tifosi di un kernel.
> >
> =20
> E fin qua sono d'accordo, anche se dovrei essere libero di utilizzare Lin=
ux
> per via esclusiva del kernel.
> Per=F2 la consapevolezza si acquisisce una volta che:
> a) sia nota la differenza
> b) si sia capita la differenza
> c) si sia fatta dell'esperienza
Non sono d'accordo. Passare al software libero richiede impegno e
consapevolezza della scelta che si sta facendo.
L'educazione e' un prerequisito, non una conseguenza. IMHO uno dei ruoli
piu' importanti di un LUG e' proprio questo.

> Altrimenti uno arriva (magari prima degli altri) e dice "=E8 cos=EC e bas=
ta":
> questa non mi sembra diffusione di cultura.
> N=E8 dal lato closed n=E8 da quello open.
> Qui entra magari un'altra differenza: il closed spesso =E8 figlio di una =
politica
> commerciale aziendale cui l'utente =E8 costretto a sottostare.
Ti viene fornito un binario che puoi, con svariate limitazioni,
utilizzare.
Ma visto che non puoi studiare e condividere con gli altri la
_conoscenza_ che c'e' dietro a me pare si tratti di una merce piu' che
di cultura.
Non vedo proprio l'aspetto culturale nella diffusione di software
proprietario.

> La potenza ed il gran merito dell'open sta a mio avviso, oltre che nel "d=
ebug
> distribuito", nel porre l'utente di fronte ad una pluralit=E0 di offerta.
Questo e' solo un accidente, soprattutto se si parla di software libero.

> Il sw libero ha quindi reso "pi=F9 libero" l'utente.
> E' un aspetto importantissimo, assolutamente fondamentale!!!!
> Ma non basta per dire: "non parlo del closed".
Nessuno dice di non parlarne.
La cosa importante e' non confondere i valori.
I motivi per cui non si dovrebbe usare e diffondere software
proprietario sono stati discussi svariate volte e riguardano anche il
freeware.
Rispetto la tua posizione ma devo confessare che non mi pare adatta ad
un LUG.

Saluti
--=20
Andrea Capriotti
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