Manifesto del lug

Roberto A. F. robang@libero.it
Sun, 27 Jan 2002 14:16:31 +0100


fku@freemail.it wrote:

>>Tu quale differenza vedi tra il software "open source" [1] e quello
>>libero [2]?
>>
>  
> Open source=codice sorgente aperto.
> Ossia codice sorgente disponibile nei modi ad esempio previsti dalla GPL.
> Ma non solo dalla GPL: tutte le licenze che prevedono l'accesso al codice sorgente sono di tipo open source (anche se magari non tutte vengono comunemente riconosciute tali).
>  
> Software libero: codice libero in tutto e per tutto, frutto della libera scelta dello sviluppatore.
>  
> A questo punto però bisogna considerare di nuovo la parola USER: come tale mi interessa Kylix, mi serve Oracle, magari pure
> Java.
> La definizione di RMS capisci diventa riduttiva.


  Ma tu sei impazzito!
  Se una definizione non fosse riduttiva, o meglio selettiva, a cosa 
cavolo servirebbe? Una definizione DEVE essere selettiva affinchè le 
persone distinguano.


> Ho bisogno di un'altra che sia più generale e comprenda sia open che closed source.


  Software.
  Dopo se vuoi fare una selezione puoi sare le seguenti:

  software opensource
  "        libero
  "        gratis = freeware
  "        proprietario


>  
> 
>>Se si vuole diffondere cultura, qualunque cultura, le parole ed il loro
>>significato sono importanti.
>>
>>
> Verissimo!
> Infatti in occasione del Linux Day ho parlato, credo e spero nei termini appropriati, solo e soltanto di open source e software libero.
> Ma la settimana precedente, ad una fiera, ho mostrato un po' di tutto.  
> C'è stato, tra il pubblico del Linux Day, chi mi ha fatto notare la differenza tra il sw che mostravo lì (seppure su slide)
> e quello che gli avevo fatto vedere sette giorni prima (in particolare ci si riferiva a Kylix): la mia spiegazione è stata tranquillamente compresa ed accettata.
>  


  Quindi non siamo gli unici ad accorgerci che non hai le idee chiare.
  Il fatto che però le persone che lo notino (e quindi dimostrino un 
certo accume) non ti prendano a parolaccie è questione di educazione non 
indice del fatto che tu abbia ragione.

>  
> 
>>>>Cosa significa "proprieta' intellettuale"? >
>>>>
>>Qui apriamo un discorso
>>troppo lungo e complesso [3].
>>Io consigliavo, piu' banalmente, di evitare l'uso del termine
>>"proprieta' intellettuale" in quanto si mescolerebbero concetti come il
>>diritto d'autore, i brevetti o i marchi registrati che comportano
>>considerazioni differenti.
>>
>  
> Hai ragione.
> Però siamo sicuri che io confonda i termini?
> La proprietà intellettuale è più un concetto astratto, che poi si può "materializzare" nel copyright, se l'autore vuole, o nell'open source, sempre se l'autore vuole.
> Ma io, come USER, rispetto entrambe le scelte.
> 


  USER = utente od utilizzatore.
  Nel tuo caso sarebbe meglio usare il termine utilizzatore: cioè colui 
che usa qualcosa per i propri fini.

  Grazie per averci fatto capire la tua posizione di USER piuttosto che 
di promoter (USER ?= SELF-PROMOTER ).


>  
> 
>>>Esiste questo tipo di sw.
>>>Esiste quello open source.
>>>Come utente Linux li utilizzo entrambi.
>>>
>>Questo, come utente, e' piu' che legittimo. Trovo pero' inutile,
>>nell'ottica di promuovere la diffusione della cultura, appoggiare un
>>fenomeno come il freeware. Ovviamente e' solo la mia personale opinione
>>ma era, in fondo, il consiglio iniziale di Agx.
>>
>>
>  
> La cultura si basa anche sulla legittima diversità.
> D'altra parte converrai che non posso utilizzare sw closed source ed open source a casa
> e poi andare in giro a parlare solo del secondo.
> E' una questione di coerenza.


  Appunto, sarebbe bene che fossi coerente ma non nell'uso nella 
filosofia. Cioè capire che certo SW può essere usato in funzione del 
fine comune che si vuole ottenere e non perchè ti serve a te.

  Credo che con queste tue parole abbia dato una forte spinta al 
conservatorismo di questa lista...

  Io ti consiglio di ritornare ad occuparti di NT, che a quelli della M$ 
è caro il concetto di USER... lo so che te la fanno pagare cara la 
licenza per il server... ma almeno così sarei "libero" di usare il SW 
che ti pare.
  Non ti stupire quindi che la libertà abbia un prezzo!
  ROTFL



> Nel caso del Linux Day _dovevo_ parlare di Linux e dell'open source: l'ho fatto
> con piacere, ti assicuro.
> Ma in una sede diversa, dove magari non partecipo ad un'organizzazione più generale,
> dove essendo solo sono più libero (nel senso di non essere vincolato a scelte comuni),
> il discorso per me si amplia naturalmente al closed source.
> E a tutto ciò che ruota intorno a Linux.
> Bada, non è una critica al Linux Day: è del tutto evidente che se dobbiamo
> organizzare iniziative tutti insieme è inevitabile che ognuno di noi rinunci a qlc. 
> 


  Tu hai un concettto distorto di liberta: "posso farmi i cazzi miei? 
Si? Allora sono libero". Dire che il tuo un concetto di libertà è 
infantile di libertà sarebbe (al limite) depenalizzare il reato di 
omicidio volontario: "sono un uomo libero e quindi libero di uccidere il 
prossimo". Bello!




> Non me la sono presa per l'argomento trattato, ci mancherebbe!!! :)
> Per il modo incompleto in cui è stato trattato si.
>  


  Io invece me la sono presa eccome!
  Ho visto idee buone e sostenibili stuprate da un linguaggio e da un 
pensiero che non appartengono al buon senso.


>  
> E fin qua sono d'accordo, anche se dovrei essere libero di utilizzare Linux
> per via esclusiva del kernel.
> Però la consapevolezza si acquisisce una volta che:
> a) sia nota la differenza
> b) si sia capita la differenza
> c) si sia fatta dell'esperienza
>  
> Altrimenti uno arriva (magari prima degli altri) e dice "è così e basta":
> questa non mi sembra diffusione di cultura.
> Nè dal lato closed nè da quello open.
> Qui entra magari un'altra differenza: il closed spesso è figlio di una politica
> commerciale aziendale cui l'utente è costretto a sottostare.
> La potenza ed il gran merito dell'open sta a mio avviso, oltre che nel "debug
> distribuito", nel porre l'utente di fronte ad una pluralità di offerta.


  Se per quello il beta-testing continuo a cui la MZ ci ha abituato non 
è forse debug distribuito? No? Vabbè hai ragione l'unica differenza fra 
Linux e Winzzoz è che noi i bugfix li rilasciamo e loro no.
  Però ti assicuro che il DEBUG distribuito è forse proprio l'elemento 
comune. Ma sai che mi ricordi molto un commerciale che si inventa parole 
  e le intreccia per stupire?



> Il sw libero ha quindi reso "più libero" l'utente.
> E' un aspetto importantissimo, assolutamente fondamentale!!!!
> Ma non basta per dire: "non parlo del closed".
> Parlo, quando posso ed in ogni caso senza lucrare, di entrambi.
>  


  Io invece parlo di SW libre e non mi vergogno a dire che ci lucro 
sopra... anzi ci lavoro proprio e spero di farlo per tutta la vita!

  Faccio il programmatore SW di linux embedded (sono all'inizio) e spero 
di riuscire a pubblicare parecchi articoli su come percorre la stessa via.

  Il problema non è lucrare sul proprio lavoro (programmare) ma farlo 
sulla pelle degli USER che ti stanno tanto a cuore.

  Grazie per avermi dimostrato che le persone con cui ho litigato fino 
ad oggi sono MOLTO più intelligenti di quanto le valutavo.
  Credo che chiederò la tessera di ILS.


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