[LUG] adesioni alla lettera

Dino Del Favero dino@mesina.net
Lun 17 Lug 2006 01:04:12 CEST


Salve a tutta la lista,
è la prima volta che intervengo e spero di non farlo a sproposito, 
credo che poche associazioni abbiano espresso la volontà di aderire, 
io stesso NON intendo aderire, perchè tutto ciò che è stato discusso in 
lista, riguardo a questo tema, nelle ultime settimane non ha portato alla 
revisione dei concetti sbagliati e/o che possono penalizzare il software 
libero esposti nella lettera aperta a Romano Prodi.
Mi riferisco in particolare al fatto che nella lettera si dice, cito
testualmente:

 <<Ogni anno la Pubblica Amministrazione del nostro paese spende molto 
   denaro per acquistare software proprietari, quando se ne potrebbero 
   usare di analoghi, distribuiti liberamente, cioè gratis.>>

questo come tutti dovremmo sapere non è vero, i software distribuiti
liberamente non hanno costo zero, ma costano, forse, più che software 
proprietari, se fosse solo una questione economica basterebbe stringere
accordi con le software-house in modo da spuntare prezzi più accessibili
abbattendo così enormemente le spese.
Il concetto da esprimere in una lettera indirizzata ai dirigenti della
pubblica amministrazione è che il software proprietario costa tanto alle
casse del Paese e viene quasi tutto incassato oltreoceano da software-house
che reinvestono minimamente nell' economia italiana, mentre l' utilizzo di
software open source (o free software) innesca un circolo vizioso che
reinveste direttamente in manodopera locale e quindi permette nuove 
assunzioni, incentiva la creazioni di nuove imprese, incrementa il PIL,
e soprattutto ci mette al riparo da una futura dipendenza/sudditanza
straniera; con gli attuali software se tra dieci anni vogliamo accedere ai
dati salvati oggi dovremmo acquistare un software che ci permetta di leggere
quei dati pagando i detentori dei brevetti (che non sono italiani), sperando
che tale software sia ancora disponibile, se utilizzassimo software libero
sarebbe sufficiente incaricare dei programmatori, possibilmente locali, che 
sviluppino il software.
Senza contare che i software close-source permetteranno (o forse lo fanno
già) di limitarci nella scelta di cosa è fidato e cosa non lo è, limitando
di fatto la nostra libertà informatica, mi riferisco al 'Trusted Computing'
(TC / TCG / LaGrande / NGSCB / Longhorn / Palladium / TCPA ha mille nomi).
Se vogliamo migliorare il nostro Paese dobbiamo indirizzare i politici nella
guista direzione, ad esprimere concetti utopici sono già molto bravi,
esponendo concetti veri e non spianare la strada ai commerciali di quella
ditta che dice di aver inventato i PC, l' attuale revisione della lettera è
facilmente confutabile presentando uno dei mille studi che dimostrano che il
software libero non è gratis! Credete che quella famosa ditta non sappia
istruire i propri agenti di vendita?
Spero che il mio punto di vista sia chiaro e soprattutto che venga condiviso
dalla maggior parte dei sostenitori dell' open-source.

Scusate se sono stato troppo prolisso

Con la speranza di non aver sprecato un ora vi saluto tutti
Dino che sostiene ed usa sofwtare open-source da quasi dieci anni.

P.S. Spero che ILS non appoggi l' attuale filosofia espressa dalla petizione

On Fri, Jul 14, 2006 at 09:15:49PM +0200, Dani wrote:
> Giovedì 20 Luglio spediremo la lettera aperta a Romano Prodi.
> Fino ad ora la lettera è stata firmata da 3300 persone.
> Poche associazioni hanno espresso, fino ad ora, formalmente la volontà di 
> aderire.
> Chi è intenzionato può, ancora per poco, inviare una mail con i suoi dati.
> Tipo:
> 
> ILS ??? Italian Linux Society
> http://www.linux.it/ILS
> 

-- 
La teoria è quando si sa tutto e non funziona niente.
La pratica è quando funziona tutto e non si sa il perchè.
In questo caso siamo riusciti a unire la teoria e la pratica:
non funziona niente e non si sa il perchè.
(Albert Einstein 1879-1955)


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