[LUG] Re: uso della mailing list

Roberto A. Foglietta roberto.foglietta@gmail.com
Gio 21 Set 2006 14:50:29 CEST


2006/9/21, Marco Pratesi <linux.it@marcopratesi.it>:
> On Thursday 21 September 2006 12:28, Marco Bertorello wrote:
> > On Thu, 21 Sep 2006 12:14:18 +0200

 [cut]

>
> A Matteo Merzagora dico che, per correttezza verso gli altri iscritti
> alla lista, oltre che per evitare che spesso i suoi messaggi vengano
> ignorati, dovrebbe usare o un programma di posta elettronica
> propriamente detto (ce ne sono tanti, c'è solo l'imbarazzo della
> scelta) o per lo meno una webmail decente, come ad es. GMail; nulla da
> ridire su quello che gli fanno usare al lavoro (non mi riguarda), sto
> parlando del mandare messaggi su questa mailing list.
>

 Marco Pratesi ignora che in grandi realta' aziendali spesso e'
impossibile installare software a piacere per ovvi motivi che un
amministratore di rete dovrebbe conoscere. Citare quidi degli RFC
(request for comment) e dare questo tipo di suggerimenti non e' di
nessun aiuto se non forse quello di sviluppare maggiore sensibilita'
sull'argomento che cmq e' una forma di cortesia piu' che un reale
obbligo.

 Marco Pratesi ignora anche, che qualora come il sottoscritto ha la
possibilita' di installare applicazioni e usare linux, che l'uso di
mail agent installati su disco lascia una quantita' di informazioni su
disco inaccettabili che andrebbero salvate su un file system
crittografato se non fosse che le swap in genere non lo sono ma
sorvoliamo su questo punto perche' le traccie in swap sono grossomodo
le stesse di quelle di un web browser.

 Infine Marco Pratesi ignora che anche la connessione mail per essere
efficientemente protetta in un ambito networking "controllato"
dovrebbe essere criptata mediante SSH e la maggior parte dei gestori
di posta non lo permette mentre alcune webmail si. Quindi il problema
di rispettare una RFC non si riduce come sostiene Marco ad installare
un programma ma ad una serie di azioni che richiedono un skill tecnico
e dei privilegi non trascurabili.

 Il fatto che io decida di avere un filesystem crittografato e
utilizzare sessioni sicure potrebbe non essere apprezzato in un
ambiente in cui le informazioni sono spesso confidenziali e lo
spionaggio industriale un problema concreto.

 Una cosa che ho suggerito Matteo Merzagora e' che anche l'uso di mail
aziendali e' da sconsigliarsi quando non si usa quel mail per ragioni
di lavoro.
 Una finezza che in passato ho sempre ritenuto superfluo adottare ma
che con il tempo ho realizzato essere importante infatti alcune grandi
aziende non hanno assolutamente piacere che il loro nome sia
rintracciabile dai motori di ricerca in liste anche come questa per
questioni relative al marketting ad alto livello che non sto qui a
spiegare.  Questo e' ad esempio il motivo per cui bloccano determinati
siti e determinati destinatari di posta.

 Infine Marco Pratesi che ha mostrato quante cose sapesse ha pero'
dimenticato di dire che esistono MUA che, quando mancano i references
, raccolgono i thread anche su algoritmi euristici che tengono conto
di informazioni quali la data, l'ora, il mittente, il destinatario e
il subject.

 Marco Pratesi invece di citare soluzioni pratiche e praticamente
attuabili ha fatto riferimento a RFC analogamente a lui io prongo a
quelli che si sentono turbati dalla "rottura" dei thread di leggersi
questo documento congiunto  Dept. of Computer Science National Chiao
Tung University Taiwan e Dept. of Computer Science Columbia University
New York che indica come risolvere il problema senza pretendere che il
mondo intero si addatti a noi:

 http://www.ceas.cc/2006/7.pdf#search=%22mail%20heuristic%20thread%22

 e che appunto getta le basi teoriche di quei filtri euristici di cui
ho parlato prima.


 Ciao,
-- 
/roberto


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